La salvezza è dietro l'angolo: servono meno punti rispetto alle previsioni di Ranieri, ma guai a distrarsi. Il tecnico al lavoro per tentare lo sgambetto ad un'altra big
Giuseppe Amisani
Un passo avanti prezioso. Forse inaspettato. Ma ora il Cagliari deve evitare di sentirsi relativamente tranquillo in una classifica che non ammetterà alcuna distrazione. Vincere contro l'Atalanta era difficilmente preventivabile, alla luce di quanto la squadra di Gasperini stava esprimendo nell'ultimo periodo. Ma forza, grinta e determinazione dei rossoblù hanno fatto la differenza tanto da sorprendere il più quotato avversario. Con, al solito, una grande fetta dei meriti che va data a Claudio Ranieri, abile nell'imbrigliare la manovra nerazzurra facendo densità in mezzo al campo e spegnendo le fonti di gioco bergamasche. In attesa che in avanti qualcuno facesse qualcosa. E con un Lapadula out per tutta la gara a causa di un acciacco al tendine rotuleo del ginocchio, a salire in cattedra sono stati Augello e soprattutto Viola.
Ora, però, quella vittoria, prestigiosa e preziosa nella corsa salvezza, deve subito finire nel dimenticatoio. Perché in casa dell'Inter si ricomincia tutto da capo. Come se nulla fosse successo. Come se la zona caldissima della graduatoria fosse ancora ad un passo. Vincere domenica ha fatto fare un bel balzo agli isolani che si sono messi alle spalle tutte le altre pretendenti per la corsa salvezza. E raggiunta quota 30, ora all'appello potrebbero mancare appena 4, forse 5, punti. La media si è abbassata ulteriormente rispetto ad una prima previsione di 37 punti che Ranieri aveva in mente. E questo non può che giocare a favore della compagine sarda che, però, per riuscire a lasciare indenne Milano, dovrà mettere in campo la stessa concentrazione e la medesima applicazione tattica, che si è vista contro l'Atalanta. L'Inter, anche senza Lautaro Martinez, fa paura. Anche perché il Cagliari dovrà fare i conti con le assenze degli squalificati Nandez e Deiola. Questo non può certo preoccupare il tecnico rossoblù che ha sempre tenuto le porte della prima squadra molto girevoli. Gioca chi sta meglio e soprattutto chi è funzionale per il tipo di partita che l'allenatore ha in mente di fare. E gli altri hanno l'obbligo di farsi trovare pronti perché, con i 5 cambi a disposizione, tutti possono diventare determinanti. Viola è stata solo l'ultima conferma in una squadra capace, spesso e volentieri, di ribaltare le partite. E di farlo con i giocatori che subentrano in corso d'opera.
Ci sarà da soffrire. Inevitabilmente. Contro una corazzata capace di mettere a segno la bellezza di 75 gol ( il Cagliari ne ha fatti 32) e di subirne appena 15 (contro i 52 degli isolani). Numeri che portano i nerazzurri ad avere il miglior attacco e la migliore difesa di un torneo che, alle latitudini di San Siro, sarà da record. Questo è l'auspicio di Inzaghi e dei suoi. Ma non certo quello di Claudio Ranieri. Che, con umiltà e spirito di sacrificio, proverà a fare un nuovo sgambetto ad una grande. In questa stagione, prima del successo sui bergamaschi, gli era riuscito solo contro la rivelazione Bologna. Ma l'appetito vien mangiando ed ecco perché Viola e compagni ci riproveranno immediatamente. Reparti compatti, difesa che dovrà stringere i denti e un attacco che proverà a pungere ogni qualvolta, anche se fossero poche le occasioni, ne avrà l'opportunità. In modo da massimizzare al meglio gli sforzi di una squadra che ha iniziato nel migliore dei modi la volata salvezza. Il successo ha dato respiro alla classifica e morale dopo la mezza delusione del pareggio ottenuto contro il Verona. Ora serve un altro sforzo. Grande. Perché a cominciare da Milano parte la volata fatta di 7 tappe. Tutte delicate. Tutte difficili. Ma che portano dritti alla salvezza. E limitare i danni contro Inter e Juventus, significherebbe presentarsi nel migliore dei modi alle due successive sfide contro Genoa e Lecce che potrebbero chiudere definitivamente il discorso salvezza.