La tristezza per la scomparsa di Gigi Riva frena il Cagliari. La sconfitta col Torino non lascia alibi: serve un cambio di mentalità e maggiore attenzione

La tristezza per la scomparsa di Gigi Riva frena il Cagliari. La sconfitta col Torino non lascia alibi: serve un cambio di mentalità e maggiore attenzioneTUTTOmercatoWEB.com
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lunedì 29 gennaio 2024, 00:45Il punto
di Giuseppe Amisani
Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

di Giuseppe Amisani

Una nuova occasione persa. L’ennesima dall’inizio di questa travagliata stagione. E il rammarico è ancora più grande perché, nel giorno dedicato alla memoria di Gigi Riva, improvvisamente scomparso a inizio settimana, i tifosi del Cagliari si aspettavano una prestazione di maggior carattere e determinazione. Per dedicare al Mito isolano un successo che sarebbe servito non solo per la classifica ma anche ad alleviare l’amarezza e lo sconforto per la perdita del giocatore più importante della storia del Cagliari. E anche tra i primi in quella della Nazionale italiana. E invece ancora una volta la squadra ha peccato sul carattere. Troppo molle in avvio, quando gli isolani si sono svegliati probabilmente era già troppo tardi. Tanto che nemmeno l’ingresso di un più che ispirato Viola ha cambiato le carte in tavola. Niente da fare. Con buona pace di quanti, sugli spalti con gli occhi lucidi per le tante immagini, i cori e gli striscioni dedicati a Riva, speravano di poter uscire dalla Unipol Domus con la soddisfazione dei tre punti in tasca.

Sarà, di nuovo, tutto da rifare. Perché? Perché la squadra prende troppi gol e li subisce sempre più spesso in maniera ingenua. E perché quando prova ad abbozzare la manovra offensiva, arriva quella apprensione che, negli ultimi trenta metri non consente di essere lucidi. Claudio Ranieri lo ha ribadito più volta ma non può certo fare miracoli. L’unica strada che conosce è quella del lavoro in campo e del sacrificio. Oltre che di una sofferenza annunciata perché, come ribadito più volte dall’allenatore degli isolani: “dovremo soffrire fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata”. Con buona pace dei tifosi che speravano in una inversione di tendenza. Ma purtroppo, dopo ogni piccolo passo fatti in avanti, ne sono arrivati parecchi indietro. Il successo ottenuto contro il Bologna, ad esempio, aveva fatto sperare che potesse esser arrivato il momento di cambiare rotto.

I due ko consecutivi subito contro Frosinone e Torino hanno riportato tutti con i piedi ben saldi in terra. Sempre che qualcuno avesse mai iniziato a fare sogni di gloria. La dimensione del Cagliari è questa: in una posizione di galleggiamento a ridosso della terz’ultima piazza e con la consapevolezza che ci sarà da soffrire fino in fondo. Lo sanno i giocatori, lo sa il tecnico così come la società. E ormai lo hanno capito anche i tifosi. Che aspettano qualche buona notizia da un mercato tutt’altro che favorevole. Partito Pereiro, senza troppi rimpianti, anche Goldaniga ha fatto la valigia. Ma il vuoto lasciato dall’esperto difensore rischia di farsi sentire. E parecchio. Ancora una volta sia Wieteska che Hatzidiakos sono stati tra i peggiori in campo. Segno evidente che stanno facendo più fatica del previsto a trovare le giuste coordinate di questa avventura italiana.

Ranieri continua a predicare ottimismo e pazienza. Ma il campionato di serie A ha un grosso difetto: non è mai propenso a concedere troppo tempo. Questo è proprio il nemico numero uno di un Cagliari che, con un girone di ritorno già entrato nel vivo, dovrà necessariamente serrare i ranghi e, pur nelle difficoltà, trovare la strada giusta per evitare che tutto diventi ancora più complicato. Con la consapevolezza che i mezzi e le qualità per conquistare la salvezza ci sono. A patto che la squadra inizi a scendere in campo con una mentalità differente. Il Cagliari lo deve ai suoi tifosi, a tutti i sardi sparsi per lo Stivale e soprattutto a Gigi Riva, autentica bandiera dei colori rossoblù. Che merita di essere onorato, dopo le straordinarie dimostrazioni di affetto della gente, anche dalla squadra nella quale ha scritto la storia.