Cavasin e la sua avventura a Bari Sardo: "Sono qui grazie al Mal di Sardegna"

Cavasin e la sua avventura a Bari Sardo: "Sono qui grazie al Mal di Sardegna"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano
sabato 28 agosto 2021, 22:15Le altre sarde
di Vittorio Arba

Alberto Cavasin, ex tecnico di Samp, Fiorentina e Lecce e attuale tecnico del Bari Sardo, è carico per la nuova avventura col club ogliastrino militante in Prima Categoria. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ha svelato i motivi che hanno portato un tecnico della sua caratura a scegliere un club dilettantistico. Queste le sue parole: "Di passaggi strani ne ho fatti eh. Da giocatore sono sceso dalla A alla C e pure da tecnico. L'ultima esperienza, finita a marzo del 2018, l'ho avuta a Santarcangelo di Romagna in C. Sembrava un grande progetto, che poteva coinvolgere il Rimini, e invece la proprietà serbo-croata poi non ha realizzato nulla. In Sardegna sono venuto tanto in vacanza. Gli amici che mi sono fatto mi dicevano che se ci fossi rimasto una volta per almeno 20 giorni avrei patito pure io il "Mal di Sardegna". Avevano ragione. Un amico del mondo del calcio (Paolo Campolo, ndr) mi ha parlato di questa realtà; li stava aiutando a prendere dei calciatori. Pensava che, sentendo Prima categoria, avrei rifiutato. Ero entrato nell'ottica di un progetto in Serie D con ambizioni. Ma ho conosciuto il presidente Roberto Ibba, un passionale, semplice, genuino. Mi ha invitato lì per due giorni. Ci sono andato. Ho riflettuto.

Ci sono andato altre due volte. Mi ha ubriacato con gli aperitivi. Io che sono quasi astemio. Ma ho capito che vuol fare qualcosa di importante sul territorio. Qui c'è uno staff tecnico vero, io ho portato un collaboratore, Alberto Possamai. Ci sono tanti ragazzi non sardi, ma anche i giovani locali. La squadra è fatta per salire. Poi, sia chiaro, dobbiamo vincere nove derby. Ma abbiamo 500 persone al campo. Il tutto esaurito fisso". Cavasin conclude con le sue prime impressioni sull'ambiente trovato in Sardegna: "È una novità assoluta, ma sto bene, la gente è affettuosa, ospitale. I pranzi e le cene sono sostanziosi e io, essendo sempre stato in campo, sono un po' parco. Ma sono solo, non ho legami. Anzi uno sì: otto mesi fa sono diventato nonno di un bambino. Mio figlio, che è tornato a Treviso da Malta, mi ha fatto questo regalo e sto scoprendo qualcosa di meraviglioso".