Borghi: "Prati? Vorrei vederlo giocare di più. Baldanzi è l'unico numero 10 in Italia. Qui il talento non viene coltivato, mentre in Spagna..."

Borghi: "Prati? Vorrei vederlo giocare di più. Baldanzi è l'unico numero 10 in Italia. Qui il talento non viene coltivato, mentre in Spagna..."TUTTOmercatoWEB.com
Ieri alle 22:15News
di Vittorio Arba

Nel corso di Cronache by Night, in onda sui canali di Cronache di Spogliatoio, il giornalista Stefano Borghi si è soffermato sulla nazionale Under 21 e sui giovani italiani, tra cui Matteo Prati, centrocampista del ​​​​​​Cagliari e Tommaso Baldanzi, trequartista della Roma. Di seguito quanto sintetizzato da TuttoCagliari.net: "C’è la questione dei giocatori tecnici, di quelli che vogliono la palla tra i piedi. Una volta si giocava con il trequartista, come fa Nunziata con l'Under21: il suo calcio prevede un centrocampo a rombo, con il numero 10. Baldanzi è l’unico vero numero 10 che abbiamo in Italia oggi, con quei crismi lì, anche se pure lui ormai viene spesso adattato a fare l’esterno. Però è l’unico. Mi piacerebbe poi vedere più spesso Prati: ha giocato poco, si è intravisto solo nella parte centrale del campionato, mentre all’inizio e alla fine è praticamente sparito dai radar. E invece è uno di quelli che vorrei vedere valorizzati di più. Il problema è che nel grande calcio di oggi – quello che si gioca in Italia – quel tipo di giocatore fatica a trovare spazio. O lo metti mezzala offensiva, o gli concedi libertà in un rombo. Ma non è semplice. Il punto è che il calcio attuale ti impone di adattare tutto. Lo abbiamo visto anche nella finale del Mondiale Under 20 persa contro l’Uruguay: Nunziata ha provato a proporre quel tipo di gioco, e forse eravamo anche favoriti Nella parte centrale del campo, in Italia, non abbiamo quasi nessuno.

Si è arrivati persino a usare il 4-3-1-2, adattando i giocatori uno per uno. Anche Spalletti, a un certo punto, ha dovuto farlo. E attenzione: non è tanto una questione di moduli, perché i moduli – intesi come disegnini statici sul campo – contano poco se vuoi fare calcio ad alto livello. È una questione di concetti Il concetto del giocatore creativo, nel calcio giovanile italiano, non esiste. Non lo si vuole. Gli allenatori cercano spesso di emergere attraverso i risultati, perché da quelli dipende la loro carriera. E allora, come funziona davvero il sistema di reclutamento e promozione dei giovani? Ci sono servizi che ce lo raccontano chiaramente, anche se alcuni casi sono estremi. Ma anche nelle situazioni più “pulite”, quello che si cerca non è il talento creativo. In Spagna, invece – e la Spagna oggi è tra le due o tre nazionali più forti al mondo – il talento viene stimolato, valorizzato. Poi certo, viene anche educato, scolarizzato, ma prima di tutto viene messo al centro. Nel nostro calcio giovanile, questa stimolazione del talento praticamente non esiste. Forse non è mai esistita davvero".