Cagliari, Bucci: "Il colloquio con Pisacane mi ha convinto subito. I risultati si vedranno con il tempo"

Nel ritiro rossoblù di Ponte di Legno, sul prato di Temù dove si svolgono gli allenamenti della squadra, c’è una figura che unisce l’esperienza di un’intera carriera ai massimi livelli ai sogni di chi non ha mai smesso di vivere il calcio con l’entusiasmo di chi vuole ancora imparare e dare tanto. Luca Bucci non ha bisogno di presentazioni, icona del calcio italiano per i trascorsi da calciatore e oggi preparatore dei portieri. Ecco dunque che si racconta con serenità e passione nel pieno della nuova esperienza all’interno dello staff guidato da Mister Fabio Pisacane. Parole misurate, grande consapevolezza e uno sguardo sempre attento ai dettagli. Queste le sue parole riportate dai canali ufficiali del club:
L’ARRIVO A CAGLIARI
“Il colloquio con Fabio mi ha convinto subito. Le sue parole, la sua energia, la sua visione del calcio: sono stati fattori decisivi. Poi a volte ci sono le coincidenze, che sembrano segnali: la mia ultima partita da professionista l’ho giocata proprio a Cagliari, nel 2009, con la maglia del Napoli… Non conoscevo il Mister, conosco molto bene Giacomo Murelli e da lì si è sviluppato tutto. È nato qualcosa di naturale e ora eccoci qui.”
UNO STAFF GIOVANE E AFFIATATO
“Lo staff è giovane, molto determinato. A parte il sottoscritto, gli altri hanno ancora tanta freschezza! (ride e scherza, ndr) Ma tutti sappiamo bene dove vogliamo andare. Abbiamo idee chiare, lavoriamo con convinzione. I risultati? Quelli si vedranno nel tempo, non si possono prevedere oggi. Ma l’impegno è massimo, da parte di tutti.”
UNA VITA TRA I PALI
“Ho smesso abbastanza tardi, ma già negli ultimi anni da calciatore avevo iniziato a prepararmi per questo ruolo. L’esperienza da portiere mi ha dato tante conoscenze, ma oggi i portieri sono diversi rispetto a quando giocavo io, e soprattutto ognuno è una persona diversa dall’altra. Io ero io, i portieri con cui lavoro oggi sono persone diverse, per questo servono prima di tutto qualità umane, bisogna sapere quando parlare e quando stare zitti. I miei preparatori, ai tempi, mi hanno insegnato proprio questo: equilibrio. Il portiere non è una cosa a parte, è uno degli undici in campo e come tale va considerato nel lavoro quotidiano. Certo, con caratteristiche specifiche: può usare le mani, e già questo cambia tutto, dunque gli allenamenti hanno anche dei focus specifici necessari”.
LAVORO DI SQUADRA
“Oggi è normale avere due preparatori dei portieri. Christian Berretta non è ‘il secondo’ di Luca Bucci. Stiamo imparando a conoscerci, sono convinto che cresceremo e lavoreremo bene insieme. Anche per noi vale la stessa regola degli altri: collaborazione, confronto, miglioramento”.
UN SOGNO DA SEMPRE
“Da bambino scrivevo anche nei temi delle elementari che avrei voluto fare il portiere. Lo desideravo da sempre. Ho iniziato da professionista a 16 anni e mezzo, oggi ne ho 56. È passato tanto tempo, e se potessi tornare indietro rifarei tutto. Quando ho esordito avevo sogni e speranze, come tutti. Oggi ho esperienze e più certezze. Ho imparato che sono i momenti duri quelli che ti insegnano di più. Quando vinci, sei quasi inebriato dalla gioia e pensi meno. Nelle difficoltà, invece, rifletti, reagisci, cresci”.
DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA
“Nel calcio sono i centimetri a decidere una partita. Il risultato può cambiare per un piccolo dettaglio. Lo sai bene quando arrivi in alto. Il Mondiale del ’94, per esempio, è stata un’esperienza straordinaria. In America e in azzurro ho vissuto momenti splendidi, anche se il finale è stato amaro. Ma restano dentro, ti formano anche grazie alle persone che trovi nel tuo cammino”.
INCONTRI SPECIALI
“In Nazionale e in quel Mondiale ho avuto a che fare con Gigi Riva: sapeva trasmettere tantissimo con pochissime parole. Parlava poco, ma bastava per sentirti colmo di valori. È stato un onore conoscerlo”.
“Con Gianfranco Zola ho condiviso tante partite al Parma e in Nazionale. Un campione straordinario, e una persona meravigliosa, siamo ancora in contatto. So che gioca a golf, e anche bene… quindi lo sfiderò presto in Sardegna, non vedo l’ora!”
CAPRILE E IL PRESENTE
“In cosa Caprile più forte di Bucci? Non saprei, difficile dirlo, lui è ancora molto giovane e ha qualità, con margini di miglioramento: è intelligente, legge il gioco, può crescere. Sono convinto che lavoreremo bene insieme.”
INNAMORATO DELLA SARDEGNA
“Ho avuto modo di visitare Cagliari prima di venire qui, è una città splendida. Quando ci venivo a giocare non c’era tempo per il turismo, ora sto scoprendo posti bellissimi anche nei dintorni. Amo la storia dei luoghi dove vivo, mi piace sentire l’identità della terra e della squadra che la rappresenta. E qui la passione per il Cagliari è fortissima. Questo attaccamento rende tutto più speciale e può darci una spinta fondamentale”.
OBIETTIVO: DARE TUTTO
“Vogliamo che la gente sia orgogliosa di noi, che si riconosca in quello che vedrà in campo. L’obiettivo è arrivare alla fine della stagione con la consapevolezza di aver dato tutto, fino all’ultima goccia. I risultati si valuteranno alla fine, com’è giusto che sia. Ma l’impegno, quello, deve essere totale sin dal primo giorno, affinché i sardi e i tifosi del Cagliari tutti possano andare a testa alta”.