Casini: "Nicola? Futuro va chiarito presto, non bisogna ripetere l’errore fatto con Semplici"

Nel corso di Videolina Sport, il giornalista Lele Casini ha analizzato la stagione del Cagliari. Le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net:
"Il Cagliari, quest’anno, non ha fatto sognare i tifosi. Non nel senso romantico del termine, almeno. Lo scorso anno, con Ranieri, c’era quell’attesa della rimonta, della favola che poteva portare chissà dove. Quest’anno no. Questa squadra non ha mai dato l’impressione di poter spiccare il volo. Tuttavia, ci sono state partite da ricordare. Personalmente mi sono divertito molto a Parma, in quella vittoria rocambolesca dove si è rischiato di compromettere tutto, ma si è riusciti a ribaltare il risultato in pochi minuti. Un vero spot per il calcio. Mi sono divertito anche a Torino contro la Juventus, dove il Cagliari prese un palo con Obert e sfiorò una vittoria che mancava da tempo. Anche con il Milan, all’andata, ho visto una grande prestazione. E, pur con un risultato negativo, mi sono goduto anche la gara contro il Napoli all'andata. Dove non mi sono divertito? A Torino, contro il Torino. Quella è stata probabilmente la partita più brutta dell’anno. Il Cagliari non ha mai giocato, non c’erano scusanti. Nemmeno come nella sconfitta contro l’Empoli in casa: lì almeno qualche occasione per riaprire la gara c’era stata. Ma con il Torino no, mai davvero in campo, e questo in un periodo in cui la squadra era tranquilla e poteva giocarsela meglio. Certo, anche le sconfitte interne nell’ultima parte del campionato non sono piaciute. Ma lì sono subentrati fattori, situazioni particolari che hanno inciso. Quello che conta, secondo me, è che per gran parte della stagione il Cagliari ha creato tanto, pur segnando poco. Questo perché molti giocatori dovevano ancora crescere. Però le occasioni c’erano, la squadra dava l’impressione di poter migliorare. Poi però si è tirato un po’ il freno a mano. La squadra è diventata più pragmatica, più attenta al risultato che al gioco. E forse questo ha destabilizzato un po’ l’ambiente. Il gruppo è sempre stato unito, anche dentro lo spogliatoio, ma probabilmente si è persa un po’ di identità. Si è passati da un Cagliari che creava tante occasioni, che attaccava anche in casa e fuori con lo stesso spirito, a uno che faceva punti, sì, ma faticava a divertire. Il risultato, la salvezza, è stato raggiunto. E da questo punto di vista ha ragione chi dice che l’obiettivo è stato centrato. Però l’opinione dei tifosi, nel finale di stagione, è stata molto diversa rispetto a inizio campionato. All’inizio c’era fiducia, entusiasmo. Ora c’è una sensazione quasi opposta. E questo è uno degli aspetti più deludenti. Un altro tema urgente è quello legato alla panchina. La posizione di Davide Nicola deve essere chiarita al più presto. Le sue parole recenti ("dobbiamo incontrarci, fare il punto della situazione, vedere se si può puntare un po’ più in alto") lasciano intendere che tutto è ancora in discussione. Ma dalla società, per ora, nessuna dichiarazione ufficiale a rassicurare i tifosi. Se il contratto c'è, come è stato detto, in teoria non ci sarebbe neppure bisogno di confermare l’allenatore. Ma il fatto che se ne parli così tanto fa pensare che la permanenza non sia affatto scontata. Ecco, quello che secondo me è fondamentale è non ripetere l’errore commesso con Leonardo Semplici. Allora, dopo una salvezza meritata, non venne confermato subito. Poi si decise di tenerlo, ma senza convinzione. E si partì male, perché mancava fiducia, progettualità. E da lì, infatti, arrivò il patatrac. Per questo spero che la prossima stagione venga programmata per tempo. Che sia con Nicola o con un altro allenatore, ciò che conta è che ci sia massima fiducia nel progetto tecnico. L’allenatore dev’essere convinto, allineato con la società. Perché se non è convinto lui, sarà difficile trasmettere entusiasmo alla squadra e all’ambiente. E anche un campionato che parte bene, rischia di finire male".