Francesco Modesto: “Palestra? Avevo visto tutto in lui: forza, dribbling e testa da grande giocatore”

Francesco Modesto: “Palestra? Avevo visto tutto in lui: forza, dribbling e testa da grande giocatore”TUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 22:30News
di Vittorio Arba

Intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, Francesco Modesto ha analizzato i progressi di Marco Palestra, terzino che si sta mettendo in luce con la maglia del Cagliari e che il tecnico ha avuto modo di allenare due stagioni fa, alla guida dell'Atalanta Under 23. Di seguito le parole dell'ex difensore, sintetizzate da TuttoCagliari.net.

Ha guidato il ragazzo Marco Palestra un paio di stagioni fa nell'Atalanta Under 23, poi lo ha lasciato ai grandi della scorsa stagione – immagino però sempre con un contatto e con una vicinanza innegabile – la sta stupendo in questo suo approccio alla Serie A in Sardegna?

"No. Marco no, non mi stupisce. Il fatto è che quando c’è stato la possibilità di portarlo su in Under 23 – perché non era neanche preventivo, sulla lista dei giocatori che avevo il primo anno dell’Under 23 Marco aveva ancora l’età per fare la Primavera – poi insieme al direttore Gatti abbiamo deciso di portarlo su perché avevo già intravisto qualità importanti del ragazzo. Aveva bisogno di esprimerle in un campionato professionistico come la Serie C, la Lega Pro, dove lui poteva svezzarsi con i grandi. Solo un aneddoto: la prima partita fu espulso, quindi non aveva tirato indietro la gamba. La prima partita fu espulso però io avevo talmente fiducia che fece tutte le partite, fece un campionato strepitoso. Poi andò con il mister Gasperini in prima squadra a completarsi nel percorso, perché le esperienze che si infilano, con i giocatori e i campioni che ha incontrato lui nell’Atalanta, ti migliorano sempre di più. Quest’anno sta facendo cose che io avevo già visto nel mio piccolo: qualità non solo tecniche e tattiche, ma di un ragazzo che ha la testa sulle spalle, ha una famiglia che lo aiuta molto, persone serie. Chi lo segue gli dà molti consigli. È un ragazzo che tutto questo parlare di lui non lo sposterà minimamente, perché lui ha l’obiettivo di diventare un grandissimo calciatore italiano".

Da un punto di vista tattico e di crescita, c’è stato un percorso che lo ha portato come esterno a tutta fascia. In Italia va molto il 3-5-2, con questi quinti che devono coprire tutto il campo; magari in campo internazionale è un po’ meno facile da vedere. Ecco: il ragazzo, da questo punto di vista, può avere problemi nel passaggio da 3 a 4 a livello difensivo? È un percorso che ci sta e che può tranquillamente intraprendere a livello di evoluzione?

"Lui è un giocatore secondo me super evoluto. Sa giocare con tutti e due i piedi, usa sia il sinistro che il destro. Quando corre palla al piede corre col sinistro, che è una cosa particolare: vedere un destro che porta palla col sinistro non ti fa mai capire da che parte possa andare. Sa crossare sia col sinistro che col destro, ha un dribbling che pochi hanno. Essendo un giocatore di fascia con una struttura molto alta, ha forza, potenza, è intelligente. Nell’ultima partita che ho visto contro la Roma mi ha dato l’impressione che abbia preso tanta consapevolezza dei suoi mezzi: oggi non ha paura di sbagliare, cerca sempre di fare la cosa giusta e gli riesce quasi sempre. Per me è pronto anche per altri campionati, tipo la Premier League, per la fisicità che ha. Ha tutto per fare un salto di qualità importante".

Il percorso di Palestra con l’Atalanta Under 23 ci dice che il progetto delle squadre B sta portando talenti all’attenzione del grande calcio. È una riflessione che deve invogliare investimenti in questo senso? Servono, nonostante polemiche e bocche storte che si fanno in alcune piazze della Serie C?

"Secondo me servono, perché avendo settori giovanili forti puoi crescere giocatori in un campionato difficile. L’impatto di uscire dalla Primavera e andare nei professionisti: la C è un campionato molto sporco. Tante volte mandarli in Serie B e non giocare è peggio: è meglio crescerli in casa, farli sbagliare, perché gli errori i ragazzi li percepiscono e poi premono per migliorarsi ogni giorno. Io ho allenato anche Bernasconi due anni di fila con l’Under 23: quest’anno ha giocato anche in Champions League, anche a Parigi con il PSG. Nell’Under 23 ci sono tanti giocatori che possono giocare a buoni livelli. Poi tutto sta nelle squadre dove vanno in prestito, dove vanno a giocare e ritagliarsi spazio. Tante volte la competizione, i punti che pesano, la giovanità che fa paura, fanno sì che non vengano messi in campo. Però ci sono tanti giocatori con qualità fisiche e tecniche: proprio a livello di giocatori ci sono".