Italia, Tonali: "In difficoltà lavori di più. La Premier mi ha aiutato a crescere"

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Ieri alle 21:15News
di Vittorio Arba

Il centrocampista della Nazionale italiana e del Newcastle, Sandro Tonali, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro Israele, valida per le Qualificazioni ai Mondiali 2026.

Sul fatto di non giocare in Israele, ha dichiarato:

“Dopo il riscaldamento, i giocatori possono giocare in qualsiasi stadio. Io quando gioco mi concentro e basta, non guardo più all’esterno. Anche quando abbiamo giocato con 80mila persone, per noi è stato uguale, giochiamo come fossimo al campetto e portiamo quanto preparato nel corso della settimana. Domani affronteremo un avversario da rispettare, dotato di giocatori forti, per cui non dobbiamo sottovalutare nessuno ma praticare il nostro calcio”.

Sull’esperienza in Premier League e sulle difficoltà affrontate fuori dal campo, Tonali ha aggiunto:

“Entrambe le cose hanno avuto la loro importanza. Quando sei in difficoltà lavori di più, capisci bene quali sono davvero le cose che vuoi fare e quelle a cui tieni. Poi la Premier mi ha aiutato, si gioca un calcio differente, poco tattico ma molto veloce, rapido e fisico. Questa è la differenza che sussiste con gli altri Campionati. Ma non solo questo, è il lavoro che c’è dietro tutti i giorni”.

Sull’attuale percorso della Nazionale, ha spiegato:

“In allenamento abbiamo tirato fuori la voglia e la passione che c’era anche prima, ma in misura minore. Nel calcio non è semplice. A Bergamo i primi 60 minuti sono stati difficili, dato che abbiamo creato tanto senza segnare. Siamo rimasti positivi e poi siamo riusciti a farcela. La palla pesava, sapevamo di avere la necessità di vincere. Dopo l’1-0 ci siamo liberati, dando inizio alla ‘seconda’ partita”.

Infine, parlando del suo impiego in campo, ha concluso:

“Ogni match è differente, ultimamente ho giocato più da mediano a Newcastle, ma posso fare tutto. Non ho problemi a cambiare la mia posizione, in Inghilterra si usa di più giocare con più spazio, ma è soltanto meno tattico. Occorre ambientarsi, in teoria non è più divertente ma se c’è da correre io non mi tiro indietro”.