Pilia: "C'è un Cagliari con Mina e uno senza. Serve pazienza e coraggio"

Pilia: "C'è un Cagliari con Mina e uno senza. Serve pazienza e coraggio"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 15:15News
di Giorgia Zuddas

Radiolina ha pubblicato un podcast, intitolato "Il commento del 1 dicembre 2025 – Il percorso del Cagliari", firmato da Enrico Pilia. Di seguito il passaggio integrale dell'intervento:

"C’è un Cagliari con Mina e uno senza. Il Cagliari che poteva essere di Belotti e uno con Borrelli ed Esposito, che segnano e non fanno rimpiangere il Gallo. E una squadra che arriva a un centimetro dal traguardo ma dal 19 settembre, un’epoca fa, non vince una partita.  Eravamo in estate, ora fa freddo e la classifica, pochi giorni dopo l’ingresso in società dei sardo-americani, comincia a scricchiolare. Gli altri soffrono, qualcuno avanza – il Genoa è decollato – e non è ipotizzabile che questo straccio di Fiorentina sia quella vera. Ma attenzione al Cagliari e a come si valuta questa stagione.

Giovane, a volte sbadato, ma con un obiettivo: la crescita generale e l’atteggiamento. Dopo la serata di Torino hai un paio di certezze con cui convivere: dei due calciatori di maggior peso, Palestra ed Esposito, uno non è di tua proprietà (oggi vale mezzo Cagliari) ma sullo scugnizzo è giusto crederci. E poi hai dei ragazzi che l’allenatore, anche lui fresco a questo livello, non esita a mettere in campo. Perfino in situazioni complesse. Il Cagliari è una delle tre squadre che ha l’età media più bassa fra i giocatori impiegati nelle prime tredici giornate, sotto i 25 anni.

Idrissi (2005), Liteta (2006), Obert e Luvumbo (2002, ma con cento partite a questo livello), Prati (2003) e magari Pintus (2005), aspettando Rodriguez e Kilicsoy (2005), con la possibilità di attingere ancora dal serbatoio di Assemini: si chiama investimento.

Pisacane deve indossare gli abiti del saggio farmacista che dosa i più giovani con quelli più navigati, in fondo per stare a galla serve essenzialmente buon senso. Non devono spaventare impreviste bocciature – l’esclusione di Prati a Torino – né scelte apparentemente imprudenti – Liteta allo Stadium – perché passa la mentalità americana: se un ragazzo non gioca, non farà mai esperienza. In Premier e in Francia ragionano così, Pisacane ci sta provando e quegli occhi fiammeggianti quando sente la domanda sbagliata ci fanno capire che il percorso è questo, costi quel che costi. Anche qualche passo falso, ma anche mezze imprese come quelle di Como, per esempio. Il concetto di identità, già reso pubblico dal nuovo socio Maurizio Fiori, è da collocare sullo stesso piano di quello del “prodotto” giovane, di prospettiva, una delle attrattive del Cagliari. Il Como sta scalando così la classifica, Lecce e Parma soffrono ma stanno facendo lo stesso percorso.

Servono coraggio e pazienza: lo stesso coraggio che ha avuto il presidente Giulini quando ha scelto l’allenatore. Percorso difficile ma affascinante. Parola al campo".