Quella volta andò così: Cagliari-Roma 4-3 tra il calcio di Zeman, la vendetta di Muzzi e la classe di O'Neill

Quella volta andò così: Cagliari-Roma 4-3 tra il calcio di Zeman, la vendetta di Muzzi e la classe di O'NeillTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giacomo Morini
martedì 31 gennaio 2012, 13:37News
di Matteo Sechi

La sequenza dei gol fu la stessa della leggendaria semifinale messicana tra Italia e Germania con Delvecchio nei panni di Muller e O’Neill a reinterpretare il ruolo decisivo avuto da Gianni Rivera. Dire che poi Muzzi avocò a sé le prestazioni di Boninsegna e Riva potrebbe essere quasi scontato. Magari non questo risultato, ma certamente, visto il comandante alla guida dell’armata giallorossa, i ventimila infreddoliti accorsi al Sant’Elia un po’ di gol e un po’ di spettacolo erano sicuri di vederli e ben disposti a gustarseli. Tra errori delle difese, prodezze dei singoli e vendette consumate (gli scarti romani e romanisti Cavezzi, Berretta e soprattutto Muzzi si presero la loro bella rivincita), Cagliari-Roma del 10 gennaio 1999 fu una delle vittorie più belle e divertenti dei rossoblù in Serie A.

Il Cagliari, dopo un deludente mese di dicembre (in realtà anticipato dalla prima sconfitta interna contro il Venezia il 29 novembre) in cui aveva raccolto tre sconfitte su tre partite giocate, aveva iniziato il nuovo anno sbancando l’Arechi di Salerno in quello che fu il primo colpo esterno della stagione (il secondo e ultimo arriverà solamente quasi quattro mesi dopo a Bologna) e si avvicinava quindi al match contro la Roma rinfrancato dall’aver messo alle spalle un periodo nero durante il quale era precipitato dalle zone nobili (dopo la vittoria sul Parma) a quelle pericolanti. La Roma, d’altro canto, al suo secondo anno di gestione Zeman, dopo il brillante quarto posto ottenuto l’anno prima, guardava al 1998/99 come alla stagione del definitivo ritorno tra le posizioni di vertice e la parola “scudetto” cominciava a non essere più considerata tabù. In estate però erano arrivate le pesanti dichiarazioni del tecnico boemo contro la Juventus, accusata senza mezzi termini di aver costruito il suo ciclo di successi a partire dalla farmacie. In mezzo a veleni e sospetti, perciò, la stagione giallorossa era cominciata all’insegna del solito calcio zemaniano, tra prestazioni spettacolari dai lunghi tabellini dei marcatori, clamorose amnesie difensive e, novità, ripetuti torti arbitrali (in risposta all’aver osato attaccare gli inattaccabili?) che avevano fruttato ai capitolini 24 punti, tanti complimenti e qualche rimpianto (ci mancano 7-8 punti, proprio quelli che ci permetterebbe di guardare tutti dall’alto verso il basso, dirà Zeman). A Cagliari il boemo sa di giocarsi tanto, perdere vorrebbe dire salutare definitivamente il treno scudetto, ma il tecnico professa il suo pensiero con la proverbiale tranquillità: “Cagliari decisiva? Non più di quanto lo fossero altre partite”. In Sardegna va però in scena anche una sfida nella sfida: Muzzi contro Delvecchio ovvero i due primi bomber italiani nella classifica marcatori. E’ il mese di gennaio ed entrambi sono oggetti di discussione: il primo è finito nel mirino della Juventus che in cambio offre un cavallo di ritorno non proprio graditissimo, Daniel Fonseca. Il secondo invece, nonostante gli attestati di stima di Zeman, è considerato l’anello debole dell’undici capitolino, ragion per cui Sensi è alla disperata ricerca di un attaccante. Il dialogo tra tecnico e presidente è però inesistente e se uno fa il nome di Fowler e Trezeguet, l’altro si getta a capofitto in discutibili trattative in Sudamerica per Christian e Fabio Junior. Ad arrivare, per la cronaca, dopo il match di Cagliari, sarà proprio il “nuovo Ronaldo”, pagato 30 miliardi, che contribuirà alla causa giallorossa con la miseria di 3 gol.

Entrambe le squadre si presentano in campo vistosamente incerottate, specie nella linea difensiva: il Cagliari propone , viste le indisponibilità di Villa e Grassadonia, al fianco di Zebina e Zanoncelli, l’ultimo difensore in rosa, Centurioni, mentre la Roma, ancor più in emergenza, dovendo rinunciare a Cafù, Aldair e Wome, schiera una linea assolutamente inedita composta da Candela, Petruzzi, Zago e Dal Moro. Da una parte e dall’altra, quindi, spazio alle seconde linee. Forse già questa una spia dell’imminente fiera del gol. A centrocampo Ventura conferma l’ottimo Zanetti e in avanti preferisce la coppia formata da Muzzi e O’Neill, che garantisce più libertà all’estro dell’uruguaiano. Zeman, invece, dovendo fare i conti con l’assenza di Di Francesco, punta sul bielorusso Alenitchev, sin qui uno tra gli acquisti più deludenti della Serie A. Pronti via e, dopo neanche 180 secondi, la prima emozione forte del match: a offrirla una clamorosa incertezza di Chimenti che, nel tentativo di vanificare un comunque innocuo traversone sballato di Macellari, smanaccia malamente sulla linea di porta regalando a Roberto Muzzi l’opportunità di fiondarsi per appoggiare in rete di testa. Primo scossone e il Cagliari è in vantaggio. Peccato però che proprio il gol segnato a freddo sembra allentare l’incisività del Cagliari che inizia infatti a subire la manovra giallorossa che, supportata dalla salita in cattedra di Di Biagio e Tommasi, con Paulo Sergio, Totti e Delvecchio inizia a rendersi sempre più efficace, tanto che al 27’, dopo un’arrembante discesa il riccioluto mediano romanista mette dentro un cross che il centravanti romanista capitalizza al meglio con un preciso colpo di testa su cui Scarpi non arriva e su cui non arriva nemmeno Cavezzi che dieci minuti prima aveva già negato sulla linea di porta la gioia del gol all’attaccante. La supremazia della Roma ha quindi dato il suo primo frutto, ma non è finita qua perché, dopo aver colto un palo con Totti, Delvecchio, ancora lui, porta in vantaggio i suoi al 41’ ribadendo in rete una respinta del portiere rossoblù su una conclusione di Paulo Sergio. Il primo tempo sembra incanalarsi ormai verso un meritato 2-1 per la Roma quando, nel recupero, Tommasi e Candela combinano un pasticcio e il centrocampista, cercando un improbabile retropassaggio per Chimenti, permette a O’Neill di intercettare la sfera, saltare Chimenti, avvicinarsi alla porta e mandare la palla in rete eludendo il disperato ritorno del portiere. Il Cagliari, sfruttando i due clamorosi regali della Roma, è riuscito a tenere in piedi il match andando al riposo sul 2-2. Un colpo di classe del giocatore rossoblù tecnicamente più dotato, ma sino a quel momento avulso dal gioco, sembra il preludio per una ripresa che vedrà il Cagliari e il suo fantasista uruguaiano assoluti protagonisti. Il secondo tempo è infatti, sin dall’inizio, tutto a forti tinte rossoblù e la Roma viene messa letteralmente alle corde. Calati nettamente sul piano fisico e con un Totti a mezzo servizio dopo un’entrataccia di Centurioni nel primo tempo, i capitolini non rinunciano comunque a cercare di proporsi senza sosta in avanti. Ne viene fuori perciò una partita che si mette sui binari prediletti dall’undici di Ventura: gli attacchi della Roma, fatta eccezione per un’occasione capitata sui piedi del solito Delvecchio, sono sterili mentre le puntate offensive del Cagliari, sempre velocissimo nelle ripartenze, sono letali. O’Neill è inafferrabile e ingaggia una personale guerra con Chimenti che gli nega il gol in tre circostanze. Tocca quindi a Muzzi punire la difesa ballerina della Roma quando, imbeccato da Vasari, al 18’ si presenta tutto solo di fronte alla porta e con un diagonale sporco riporta in vantaggio i suoi per il suo undicesimo centro stagionale che gli "costerà" il rifiuto dello scambio di maglia con Totti e un battibecco con Sensi a fine partita. Il Sant’Elia esplode e sulle ali dell’entusiasmo il Cagliari continua a collezionare azioni su azioni e la porta giallorossa diventa un vero e proprio tiro a segno: O’Neill scatenato sulla sinistra irride Zago, si invola sulla fascia e mette dentro un traversone morbido, la palla finisce sui piedi di Cavezzi che conclude e colpisce l’esterno del montante sinistro; la sfera torna al numero dieci rossoblù che, accentratosi, conclude con un violento destro che si stampa sulla traversa e che offre la terza opportunità di chiudere il match a Vasari, ma il Topolino siciliano dopo un controllo difettoso e un dribbling spedisce la palla di poco a lato. Gol sbagliato gol subito, mai come in questo caso una delle più dure leggi del calcio si applica al Sant’Elia. A confezionare il 3-3 giallorosso sono Quadrini e Gautieri, subentrati nel corso della ripresa a Dal Moro e Paulo Sergio. Il terzino spinge sulla fascia destra e mette al centro per l’attaccante napoletano che controlla con il destro, evita due difensori, e con una mezza girata trova l’angolino lontano, prima di andare ad esultare sotto il settore ospiti, arrivati in Sardegna a sostenere la propria squadra in più di mille. Ma la filosofia di Zeman non è destinata a cambiare in corsa e la fiera degli orrori difensivi vede ancora una volta la difesa romanista offrire il peggio di sé. Sbagliando platealmente un fuorigioco, consente infatti a O’Neill di trovarsi tutto solo davanti a Chimenti, ma il destro a giro dell’uruguaiano viene alzato in corner dal portiere giallorosso. Entrambi, grandi protagonisti di questa pazza partita, rimangono supini per terra in chiaro debito d’energie. Ma  la battaglia non è ancora finita e la tempra uruguaiana si dimostra, alla lunga, la più resistente. Al 45’ Vasari riceve palla sulla destra e mette dentro l’ennesimo pallone su cui si avventa il trequartista rossoblù che, lasciato tutto solo dai quattro colpevoli difensori giallorossi, stacca di testa e a porta sguarnita realizza il definitivo 4-3.

Un match tanto folle quanto memorabile permette al Cagliari di riportarsi a distanza di sicurezza dalla zona calda della classifica rilanciando allo stesso tempo le sempre vive aspirazioni che aleggiano in Sardegna ogni qualvolta si sconfigga una grande della Serie A. La domenica successiva si farà visita alla Fiorentina e sarà un’altra grande partita dei rossoblù che, pur conducendo per buona parte del match, cadranno sotto i colpi di Edmundo e Batistuta, in una prestazione che nel complesso fu comunque ampiamente positiva, nonostante il 4-2 finale. La Roma invece, con 10 gol subiti nelle ultime 3 giornate, si allontana sempre più dalla vetta e Zeman inizia ad essere messo in discussione per la sua incapacità di saper gestire il risultato e per la sua sfrontatezza tattica. Ad essere onesti, però, più che colpa del tecnico boemo, la sconfitta di Cagliari maturò piuttosto per i due clamorosi infortuni di Chimenti e Tommasi che nel primo tempo permisero ai sardi di rimanere aggrappati al match e, forse ancor di più, per l’incredibile intensità con la quale i rossoblù affrontarono il secondo tempo, con un centrocampo improvvisamente rinato e un Fabian O’Neill, finalmente decisivo e continuo, che giocò probabilmente la sua più bella partita con la maglia del Cagliari.

TABELLINO (16° giornata 1998/99)

Cagliari - Roma: 4-3

RETI: nel pt 3' Muzzi, 28' e 42'Delvecchio, 47' O'Neill, nel st 18' Muzzi, 35' Gautieri, 45'O'Neill

CAGLIARI: Scarpi, Zebina, Zanoncelli, Centurioni, Vasari, (48' st Kallon), Cavezzi, Zanetti, Berretta, (34' st Abeijon), Macellari, O' Neill, Muzzi, (42' st Mazzeo). A disp.: Franzone, Esposito, Lopez, Pisanu. Allenatore Ventura.

ROMA: Chimenti, Candela, Petruzzi, Zago, DalMoro, (33' st Quadrini),Tommasi, Di Biagio, Alenitchev (18' st Tomic),Paulo Sergio (18' st Gautieri), Del Vecchio, Totti. A disp.: Konsel, Ferri, Frau, Bartelt. Allenatore Zeman.

ARBITRO: Braschi di Prato

NOTE: Ammoniti: Berretta, Candela, Zanetti e Macellari per gioco falloso; spettatori: 22 mila circa