Cagliari, il responsabile del settore giovanile Erriu: "Ad Assemini coltiviamo talenti come Idrissi. Ne abbiamo altri che faranno parlare di loro"
Oscar Erriu, responsabile del settore giovanile del Cagliari, è stato intervistato da Maria Spigonardo nel corso di Buongiorno Regione, spazio di approfondimento mattutino della Testata giornalistica regionale della Sardegna. TuttoCagliari.net ha sintetizzato il suo intervento:
Parliamo di quasi 300 tra atlete ed atleti, il futuro di questa società. E' un compito molto delicato. Come si fa a gestire tutti questi ragazzi?
"Praticamente ci lavoriamo già da maggio-giugno con degli staff, poi costruiamo una stagione che quando parte a luglio ci vede sempre work in progress e quindi dedicati a una gestione che comunque se non si fa squadra diventa più complicata sicuramente".
Come si fa a conciliare l'aspetto sportivo, la necessità di raggiungere dei risultati, con l'aspetto pedagogico, insegnare a questi ragazzi dei valori? Oggi si parla tanto di bullismo.
"Per noi rimane al centro la persona, rimangono al centro i ragazzi, rimangono al centro i valori che vanno al di là dello sport. Su questo siamo d'accordissimo. E' ovvio che devi portarli a fare uno sport che diventerà il loro lavoro e quindi prima di questo pensiero rimane davanti la persona, rimangono davanti i valori che sono quelli di trasferire, oltre che la nostra esperienza, le nostre competenze anche fuori dal campo di calcio".
Quanto sono importanti le famiglie?
"Noi abbiamo deciso nel nostro programma di dialogare moltissimo con le famiglie, quindi per noi sono determinanti. così come trasferiamo alle famiglie che devono avere fiducia. Sappiamo cosa vuol dire avere a che fare con delle famiglie che ci concedono, ci danno questa grande responsabilità di poter formare i ragazzi".
Come si scova un talento? Lei avrà visto chissà quanti ragazzi nella sua carriera. Come si riconosce uno davvero bravo?
"Diciamo che quello davvero bravo lo coltivi, perchè poi qualcuno ti colpisce, qualcuno ha dei colpi in campo, e anche lì c'è un lavoro di squadra, con il direttore sportivo, con lo scouting. Da responsabile, una volta che arrivano qui, ci lavori, lavoriamo grazie ai tecnici, però certamente alcuni ragazzi sono dotati di un talento che spesso dobbiamo curare veramente bene perchè poi possa veramente emergere".
Ma nella sua carriera c'è stato qualche ragazzo che lei ha visto e ha detto: "Questo può farcela"?
"Mi piace pensare a quelli che abbiamo visto qua a Cagliari, io ricordo benissimo - e adesso è sulla bocca di tutti - Riyad Idrissi, che è arrivato qui da piccolissimo, con un percorso che noi abbiamo gestito tramite la nostra struttura Academy, tramite la nostra attività sui campi, quindi, insomma, voglio citare lui in primis. Poi ce ne sono altri che arriveranno e sono convinto che faranno parlare di loro".
Che cosa consiglia oggi ad un ragazzo che sogna di diventare un calciatore professionista?
"Di arrivare al campo sempre col sorriso, di arrivare al campo con la fiducia nei confronti degli allenatori, nei confronti delle persone che lo circondano, perchè quello che si pensa è che il professionismo sia una cosa per pochi, invece, io credo che se uno arriva convinto di potercela fare, magari si allunga la strada, magari non si fa un esordio precoce, ma comunque crederci è molto, molto importante",