Caso Cerri, i dubbi sull'inchiesta e il fango mediatico. Ecco perchè il Cagliari è tranquillo

Caso Cerri, i dubbi sull'inchiesta e il fango mediatico. Ecco perchè il Cagliari è tranquilloTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 21 marzo 2023, 12:00Primo piano
di Redazione TuttoCagliari

Il Cagliari ha superato la crisi di risultati che aveva contrassegnato soprattutto la prima parte della stagione ed ora sta risalendo rapidamente la classifica a suon di gol e vittorie. La Serie A non è più un miraggio e le possibilità di vedere i rossoblù protagonisti ai play off promozione sono concrete. A patto che le vicende extra-campo non condizionino la volata finale e tarpino le ali ad una squadra che sta volando sul campo. E' quanto accaduto a Torino: perchè è evidente - per stessa ammissione di Allegri e dei giocatori - che l'inchiesta plusvalenze ed i 15 punti di penalizzazione abbiano condizionato le prestazioni della Juventus, portandola a perdere numerosi punti proprio in coincidenza di appuntamenti giudiziari e sentenze. 

E nelle ultime 24 ore anche il Cagliari è entrato ufficialmente sotto la lente della giustizia ordinaria, anche se per il momento non ci sono indagati. Una vicenda che rasenta l'assurdo, un'inchiesta copia-incolla "suggerita" dalla Procura di Torino e sulla quale aleggiano non poche ombre. E non parliamo solo del caso Santoriello, uno dei magistrati titolari dell'inchiesta finito nella bufera per aver pubblicamente ammesso in più occasioni la sua avversione ai colori bianconeri: "Sì lo ammetto, io sono tifosissimo del Napoli e odio la Juventus (ride, ndr.). Diciamo che come tifoso è più importante il Napoli, come Pubblico Ministero ovviamente sono anti juventino... Contro i ladrocini in campo...". (ride, ndr), le parole del pm Santoriello, estrapolate da un video divenuto virale risalente al 2019.

In un'altra conferenza, il relatore lo punzecchia: "Rimaniamo distanti, sul fatto che lei sia PM e io avvocato, lei tifa Napoli e io tifo Inter". La replica di Santoriello, riascoltata oggi, lascia molti dubbi: "Vabbè, dai, basta no Juventus", ha replicato il PM dell'inchiesta Prisma.

Il problema è che le plusvalenze prevedono un accordo tra le parti: tra una parte che compra e una parte che vende. La favoletta della Juventus come unica colpevole non poteva reggere. E adesso il timore è che per colpire ed affondare una squadra, finiscano nel calderone anche quei club che con i bianconeri hanno fatto affari: fino a prova contraria del tutto leciti. 

Giova ricordare che queste sono le accuse della Procura. Ludovico Morello, il gip del Tribunale di Torino che lo scorso 12 ottobre ha respinto le richieste di misure interdittive per Andrea Agnelli e gli altri indagati nell'inchiesta sui conti della società bianconera, è stato chiaro: se la Juventus si è davvero attenuta alla prassi standard "risulterebbe difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi in definitiva doloso, dai corretti criteri di contabilizzazione delle poste". Per Morello è comunque opportuno "un accurato approfondimento", perchè la società potrebbe essere in buona fede.

Ma è sufficiente leggere le centinaia di interviste rilasciate negli ultimi mesi da magistrati, ex pm, avvocati, esperti di diritto sportivo, ex membri del Collegio del Garanzia del Coni e fior di giuristi per capire che c'è più di qualcosa che non torna nell'attacco congiunto della Procura di Torino e della Giustizia Sportiva.

Emblematico il caso Cerri, per il quale il Cagliari non può che essere tranquillo. 

Secondo gli investigatori torinesi, la vendita di Cerri al Cagliari, avvenuta il 12 luglio 2018, avrebbe generato una plusvalenza di 8/9 milioni, con riflessi positivi immediati sul bilancio della società bianconera. Buona parte degli accertamenti sono già stati effettuati a Torino e poi trasmessi a Cagliari per competenza. 

Buongiorno, verrebbe da dire, visto che tutto è stato fatto alla luce del sole. E' stata propria la società bianconera, in un comunicato del febbraio 2019, a divulgare i dettagli dell'operazione: 

“Juventus Football Club S.p.A. comunica che, a seguito del verificarsi delle prestabilite condizioni contrattuali, eÌ€ scattato l’obbligo di acquisizione a titolo definitivo da parte della societaÌ€ Cagliari Calcio S.p.A. del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Alberto Cerri a fronte di un corrispettivo di € 9 milioni pagabile nei prossimi tre esercizi. Tale operazione genera un effetto economico positivo di circa € 8,4 milioni”, la nota del club torinese. 

Ma al di là di questo, non si capisce cosa possa essere contestato alla Juventus e al Cagliari in questo specifico caso. L'operazione, infatti, va contestualizzata: quando i due club hanno definito l'affare, Alberto Cerri era uno degli attaccanti più promettenti del nostro calcio: a 22 anni, aveva appena messo a segno 19 gol con la maglia del Perugia e indossato per 21 volte l'azzurro della Nazionale Under 21 italiana. Ma di cosa stiamo parlando?

Secondo gli improvvisati esperti di calciomercato delle procure, quale valutazione dovrebbe avere un giocatore con queste referenze? Nel calcio come in qualsiasi attività commerciale, i prezzi vengono stabiliti dal mercato: in Spagna ed Inghilterra nessuno si è mai sognato di processare piccoli e grandi club per avere acquistato giovanissimi sconosciuti per decine di milioni di euro. Trattasi di investimenti, che possono andare bene come possono andare male. Può andare bene se il Barcellona prende Neymar giovanissimo a 57 milioni di euro, ma può andare anche male se il Milan acquista De Ketelaere a 35 milioni. Si chiama rischio d'impresa. 

A tal proposito non concordiamo nemmeno con quanto scritto dall'editorialista de L'Unione Sarda Dionisio Mascia, che in coda al suo pezzo odierno veste i panni del giudice: "Non è reato cercare di costruire un team vincente anche attraverso le plusvalenze, 'il club Juventus' è accusato di avere barato utilizzando proprio i suoi tesserati (la maggior parte inconsapevoli) come bancomat per acquistare mazzi di carte truccate. I regolamenti sono chiari in proposito: tutti sono coinvolti, tutti sono colpevoli. E le regole vanno accettate". Parla poi di una "storia di miseria morale", "condannabile ben oltre la penalizzazione in classifica". 

Ebbene sì, sono tutti coinvolti, sono tutti colpevoli prima ancora della pronuncia del Collegio di Garanzia del Coni, prima ancora che un giudice ordinario abbia stabilito che la Juventus debba essere processata, neanche condannata. E se poi tutto dovesse finire in una bolla di sapone, pazienza. Abbiamo solo creato un danno economico e di immagine incalcolabile ad un brand, ad una società quotata in Borsa, e magari alle piccole e medie società come il Cagliari che hanno fatto affari con lei. In barba al garantismo.