ESCLUSIVA TC - GIANFRANCO MATTEOLI: "Ieri ho visto una gara bruttissima: male sia il Cagliari che la Juve. I bianconeri mi sono sembrati mediocri: osando di più i rossoblù avrebbero potuto fare molto meglio e portare via almeno un punto"

ESCLUSIVA TC - GIANFRANCO MATTEOLI: "Ieri ho visto una gara bruttissima: male sia il Cagliari che la Juve. I bianconeri mi sono sembrati mediocri: osando di più i rossoblù avrebbero potuto fare molto meglio e portare via almeno un punto"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
domenica 12 novembre 2023, 13:12Primo piano
di Matteo Bordiga

Il direttore d’orchestra per antonomasia, che dettava i tempi di una sinfonia armoniosa e avvolgente.

Dalla salvezza prodigiosa ottenuta nel 1991 alla chimera accarezzata – e poi sfuggita per un nonnulla – del 1994, quando per poco il comandante Gianfranco Matteoli non condusse la nave rossoblù – ai tempi un panfilo di gran lusso – alla conquista dell’Europa. Se quella Coppa Uefa fosse finita nella bacheca cagliaritana, il regista di Ovodda e tutta la sua ciurma sarebbero assurti alla gloria calcistica eterna. Sullo stesso piano dei Giganti del 1970: a metà strada tra la dimensione terrena e quella divina.  

Anche senza l’apoteosi, comunque, Matteoli ha messo la sua firma su uno dei periodi più felici e più brillanti dell’epopea isolana, puntellato da stagioni memorabili, piazzamenti di prestigio in campionato e imprese titaniche contro i top club italiani e internazionali.

Ieri la gara dello Stadium non è decisamente andata giù al buon Gianfranco, che ai microfoni di Tuttocagliari.net non le ha mandate a dire...

Gianfranco, con la Juventus ieri il Cagliari tutto sommato se l’è giocata, confermando i progressi messi in mostra nelle ultime settimane. Come analizza la sfida dello Stadium?

“Mah… Io devo dire che ho visto una bruttissima partita sia da parte della Juventus che da parte del Cagliari. Parlo proprio dal punto di vista tecnico. Hanno fatto praticamente un tiro in porta a testa, e i gol sono venuti tutti da calci piazzati. La gara non mi è piaciuta per niente e sono convinto che il Cagliari, contro questa Juventus, avrebbe tranquillamente potuto fare qualcosa in più. Quella di ieri non era la Juve per come la intendo io… Ho visto una squadra mediocre e, sinceramente, battibile. I rossoblù se la sarebbero potuta giocare molto ma molto meglio.

Non entro nel merito della tattica adottata dal Cagliari, dal momento che le scelte sono appannaggio di un allenatore molto bravo che sa il fatto suo. Parlo semplicemente per quello che ho visto.”

Dopo l’ingresso di Lapadula, nel secondo tempo, i rossoblù hanno spesso continuato ad alzare la palla alla ricerca del centravanti di riferimento. Ma il bomber italoperuviano non ha le stesse caratteristiche di Petagna, il quale nel primo tempo era stato bravo – sfruttando il suo fisico e l’abilità nel fare sponde – a far salire la squadra e a gestire e smistare il pallone in fase offensiva. Forse, con Lapadula in campo, avrebbe avuto più senso cercare la ripartenza in velocità palla a terra, senza ricorrere ai lanci lunghi?

“Beh, a prescindere da questo ribadisco che si sarebbe potuto mettere molto più in difficoltà la squadra bianconera e, di conseguenza, portare via un risultato positivo. Non penso che capiterà un’altra volta di affrontare una Juve in queste condizioni… Sono convinto che l’Inter vincerà il campionato a mani basse, se una Juventus come quella vista ieri è seconda in classifica.

Il Cagliari avrebbe dovuto limitare gli errori tecnici - per inciso, ne hanno commessi tantissimi anche gli uomini di Allegri - soprattutto in fase di uscita e di prima impostazione. La squadra di Ranieri non mi ha fatto una buona impressione: se avesse osato e ci avesse creduto un po’ di più avrebbe portato via almeno un punto dallo Stadium.”

Gianfranco, archiviata la gara di ieri come vede il Cagliari in prospettiva? Le tre vittorie consecutive pre-Juventus – e il fatto di aver comunque venduto cara la pelle a Torino – possono indurre all’ottimismo?

“Devo dire che sto seguendo in generale il campionato di serie A, e lo trovo piuttosto mediocre da metà classifica in giù. Adesso i sardi si sono sistemati tatticamente e hanno acquisito fiducia nei propri mezzi, quindi credo che faranno i punti necessari per salvarsi senza troppi problemi. A partire dalla prossima sfida col Monza, nella quale si dovranno centrare i tre punti. Anche se - quando annaspi sul fondo della graduatoria - queste partite, se da un lato è importante vincerle, dall’altro è fondamentale non perderle. Sembra una fase fatta, ma è una grande verità. Se perdi determinati scontri poi fai fatica a rialzarti, e la situazione può diventare problematica.”

L’auspicio è quello che si ripeta la storia del campionato 1990-’91, quando c’era lei a guidare il centrocampo rossoblù: girone d’andata da tregenda, girone di ritorno trionfale e salvezza ottenuta in scioltezza.

“Sì, la speranza è proprio quella. In effetti l’andamento della stagione attuale potrebbe ricalcare quello del campionato di trentatré anni fa. Del resto, dopo le ultime vittorie il Cagliari si è un po’ rimesso a posto: l’importante è che non riprenda a perdere partite in serie. Come dicevo prima, talvolta anche un pareggio può contribuire a costruire la salvezza mattoncino dopo mattoncino. Tanto difficilmente gli uomini di Ranieri si scrolleranno di dosso i loro problemi di classifica prima della fine del torneo. Quando ti trovi in queste situazioni poi ti tocca lottare fino alla fine per raggiungere il tuo obiettivo.”

Gianfranco, si ricorda la vostra celebre rimonta contro la Juventus al Delle Alpi dallo 0-2 al 2-2, coi gol di Cornacchia a Cappioli, che diede il via alla cavalcata verso la salvezza? Quella gara, sotto il profilo tecnico, fu forse più brillante e più godibile rispetto a quella di ieri…

“Secondo me ogni era calcistica fa storia a sé. Io parlo del calcio che vedo oggi, nel 2023: paragonarlo a quello di tanti anni fa risulta difficile, e forse è proprio fuorviante. Sono cambiate tantissime cose: i calciatori sono diversi, le situazioni sono diverse, gli arbitraggi sono diversi. Non mi riferisco al gioco in sé, attenzione: il pallone è sempre quello, e le dinamiche più o meno sono rimaste le stesse. Sono le componenti intrinseche legate al gioco che sono cambiate.”