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Francesco Casagrande: "Al Cagliari manca come il pane una punta vera, un bomber in grado di capitalizzare anche le palle sporche. Con la Roma proverei ad attaccare a folate, sperando di trovare il gol, per poi attendere e ripartire"

Francesco Casagrande: "Al Cagliari manca come il pane una punta vera, un bomber in grado di capitalizzare anche le palle sporche. Con la Roma proverei ad attaccare a folate, sperando di trovare il gol, per poi attendere e ripartire"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 13:44Primo piano
di Matteo Bordiga

L’ex mediano “centopolmoni” del Cagliari Francesco Casagrande, perno di un centrocampo tra i più forti e competitivi degli ultimi cinquant’anni di storia rossoblù, ai microfoni di Tuttocagliari.net commenta il periodo a dir poco complicato attraversato dall’undici di Fabio Pisacane, al quale “manca uno stoccatore d’area di rigore. Uno di quei centravanti che ti risolvono le partite di riffa o di raffa.”

Francesco, negli ultimi due mesi il Cagliari ha faticato tantissimo a portare a casa punti. La formazione isolana non vince da settembre e, soprattutto, non riesce a sviluppare con continuità un gioco e una manovra offensiva in grado di mettere in difficoltà le difese avversarie. Questo può dipendere maggiormente dal modulo - per lo più estremamente difensivo - adottato da Pisacane o dalle caratteristiche tecniche dei giocatori - in particolare dei centrocampisti - rossoblù?

“In effetti la situazione è piuttosto critica. Io parto da un semplice presupposto: se davanti hai un attaccante che vede la porta e che sa come buttarla dentro risolvi tanti problemi. Ora come ora noi abbiamo le polveri bagnate: il gioco c’è, arriviamo al tiro anche con una certa facilità. La prestazione di ieri contro il Napoli, ad esempio, è stata abbastanza buona. Poi però se non segni alla fine il gol lo prendi. Ecco, secondo me ci servirebbe un attaccante, un bomber di quelli che fanno saltare il banco.

Se produci un gran gioco e chiudi gli avversari nella loro area di rigore per novanta minuti prima o poi la palla entra, certo, ma noi non abbiamo queste caratteristiche: prima di tutto cerchiamo di non subire gol, poi proviamo a colpire in contropiede. Ieri guardavo uno speciale sulla Grecia Campione d’Europa nel 2004: loro si mettevano tutti dietro, si difendevano e prima o poi il gollettino, agendo di rimessa, lo trovavano. Questo ovviamente non può essere il caso del Cagliari, perché oggi non si gioca più così a calcio. Ma resta il fatto che avere un attaccante prolifico e spietato sotto porta ti toglie tante castagne dal fuoco.”

Domenica è in programma la sfida contro la Roma di Gasperini, che sta disputando un campionato di altissimo livello. In che modo il Cagliari potrebbe impensierire l’undici capitolino all’Unipol Domus?

“Eh, non sarà per niente facile. Un’idea potrebbe essere quella di esercitare un pressing continuo per non far respirare Cristante e compagni, ma è dura andare a duemila all’ora per novanta minuti. La Roma poi quest’anno è difficile da battere, e in più ha una difesa di ferro. Potremmo pensare di attaccare a folate, alzando un pressing ultraoffensivo magari per 15-20 minuti nella speranza di riuscire a far gol e restando dietro in attesa per il resto del match.”

Mi pare di capire che, se ce ne fosse l’opportunità, lei a gennaio rinforzerebbe la squadra con un attaccante di peso.

“Sì, lo prenderei senz’altro. Ma a gennaio gli attaccanti buoni costano tanto e, oltretutto, le squadre che li hanno di solito se li tengono. Noi dovremmo individuare un ragazzo giovane e voglioso di emergere: il classico centravanti-boa, magari non di movimento ma in grado di segnare in qualsiasi modo, capitalizzando anche le palle sporche.”