La Stampa - L’America di Rugani. Cuore e affidabilità per restare alla Juve

"L’America di Rugani. Cuore e affidabilità per restare alla Juve". Così titola l'edizione odierna de La Stampa. Il difensore rientrato dal prestito all’Ajax ha convinto con il Real. In panchina sereno, ma sempre pronto: può rivelarsi prezioso.
Il Mondiale per Club ha riassunto alla perfezione la parabola juventina di Daniele Rugani. Rientrato a Torino dopo la parentesi all’Ajax, senza clamori né proclami, il difensore si è calato nel ruolo di sempre: uomo squadra pronto a farsi trovare pronto.
Igor Tudor lo ha tenuto in panchina per tutte e tre le sfide del girone, ma contro il Real Madrid l'emergenza ha imposto il suo impiego: l’infortunio di Nicolò Savona e le condizioni precarie di Federico Gatti (acciaccato e febbricitante) hanno spalancato a Rugani le porte dell’undici titolare.
E il centrale classe 1994 ha risposto con la sua cifra abituale: precisione, solidità e lettura pulita delle situazioni. A 31 anni, Rugani è un profilo che conosce alla perfezione il mestiere, capace di interpretare con intelligenza il campo e gli equilibri dello spogliatoio. Non un leader mediatico, ma un riferimento silenzioso.
Quest’esperienza americana lo ripropone alla Juventus come una riserva di sicuro affidamento per la prossima stagione. Ma il suo destino non è ancora scritto: se il mercato offrirà opportunità per un nuovo trasferimento, Rugani non si opporrà, mantenendo il consueto stile discreto.
Del resto la sua storia in bianconero racconta di un predestinato che, arrivato nel 2015 tra grandi aspettative, ha costruito un decennio da gregario di lusso: la parentesi al Rennes e al Cagliari nel 2020, il ritorno a Torino, il rinnovo quasi in extremis fino al 2026 e infine la partenza verso Amsterdam. All’Ajax, però, le cose non sono andate come sperato.
Ora la Juve riflette: tenere in rosa un veterano di comprovata affidabilità o valutare una nuova cessione? Qualunque sia la decisione, Rugani si farà trovare pronto. Senza mai alzare la voce.