Unione Sarda - Caso Marchetti, la battaglia del grano

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© foto di Federico Gaetano
giovedì 4 novembre 2010, 08:39Rassegna stampa
di Redazione TuttoCagliari.net
fonte L'Unione Sarda

Il ricorso presentato dagli avvocati Conte e Zuccheretti per conto di Marchetti si basa essenzialmente su una lunga lista di ritagli di giornale ed estratti di vari siti internet che si occupano di calcio. La tesi è: Marchetti è vittima di una ritorsione a causa delle sue parole (peraltro educate e rispettose verso la società), non si spiegherebbe altrimenti, infatti, come possa finire in tribuna un portiere che solo qualche mese fa difendeva la porta della Nazionale italiana ai Mondiali in Sudafrica.
LA TESI Sino al 27 luglio Marchetti era il titolare - sostengono i ricorrenti, citando un'intervista del presidente Cellino. Il 3 agosto, però, Marchetti diventa «terzo portiere», come lo stesso presidente spiega all'Unione Sarda. «È paradossale», si legge nel documento degli avvocati Conte e Zuccheretti, «che il numero uno azzurro non riesca a trovare spazio neppure sulla panchina del Cagliari». Ergo - è la conclusione - Marchetti è stato discriminato per ritorsione. Infatti, il Cagliari gli ha costantemente negato il diritto di partecipare alle gare ufficiali.
LE RICHIESTE Quelle del portiere sono due. Primo: risoluzione del contratto in maniera unilaterale. In questo caso, il Cagliari perderebbe a parametro zero il giocatore che, a quel punto, sarebbe libero di firmare per qualsiasi squadra italiana o straniera. Secondo: risarcimento del danno nella misura del 20 per cento dell'ingaggio lordo. Poiché questo è di un milione di euro all'anno (cinquecentomila netti), stiamo parlando di duecentomila euro di danni.
Il Cagliari ha affidato la sua difesa a Mattia Grassani. Che, in apertura della sua memoria di costituzione, tuona: «Ricorso inammissibile».

Questo perché Marchetti, prima dell'iniziativa che ha suscitato grande scalpore e altrettanta sorpresa, non aveva mai diffidato la società, né si era lamentato del trattamento subito. Insomma, si è trattato di un fulmine a ciel sereno, fattispecie non prevista dal Codice di Giustizia sportiva, secondo l'avvocato Grassani.
Ma se il ricorso passasse a questo esame preliminare? «Il Cagliari è stato ineccepibile», sostiene Grassani. «Marchetti si duole di non aver disputato una partita di campionato, situazione comune a quarantanove portieri sui settanta tesserati per i venti club di Serie A».
IL RETROSCENA E sulla “retrocessione” da titolare a terzo portiere, Marchetti «tace il fatto di essere stato duramente contestato dai tifosi durante l'amichevole di Ussana del 24 luglio, smarrendo così la serenità già messa a repentaglio dopo la non soddisfacente esperienza del Mondiale sudafricano». Non solo - sostiene Grassani - dopo lo choc di quella contestazione «Marchetti si è dichiarato indisponibile, lamentando un infortunio, per le successive amichevoli con Bastia, Ajaccio, Campobasso, Atalanta e Nova Gorica». In ogni caso - è l'ultimo argomento del Cagliari - il giocatore è stato trattato come tutti gli altri elementi della rosa, ha partecipato agli allenamenti e alle amichevoli ma non alle partite di campionato e di Coppa Italia, come è nelle competenze dell'allenatore. Che, infatti, è nella lista dei testimoni citati da Grassani.
I PRECEDENTI Quello di Marchetti non è il primo caso del genere che viene portato davanti al Collegio arbitrale. L'anno scorso ce ne furono due altrettanto clamorosi: quelli di Pandev e Ledesma che chiesero la rescissione del contratto che li legava alla Lazio. Il primo ha avuto ragione e si è trasferito a parametro zero all'Inter. Il secondo no, ed è stato costretto a restare alla corte di Lotito, con il quale ha poi siglato la pace e un nuovo contratto a lunga scadenza. Segno che il Collegio Arbitrale non ha una visione univoca del problema e che decide di volta in volta in base al trattamento ricevuto dal giocatore. A questo proposito, le testimonianze saranno decisive.