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UN MIRTO CON... FELICE EVACUO

UN MIRTO CON... FELICE EVACUOTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 27 marzo 2024, 00:02Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Professione goleador. Per oltre vent’anni Felice Evacuo ha gonfiato le reti di mezza Italia, segnando a raffica in qualunque piazza si trovasse a giocare. Non a caso è il calciatore che detiene il record di gol segnati (ben 175) in Serie C.

Nel suo lungo peregrinare da Nord a Sud dello Stivale ha trovato il tempo anche per una capatina nell’Isola. Stagione 2005-2006: mentre Cagliari consacrava l’honduregno David Suazo come bomber principe del Sant’Elia (ben 22 reti in serie A, record assoluto), dall’altro capo della Sardegna Evacuo, con la maglia della Torres, metteva in mostra tutta la sua potenza e il suo opportunismo da ariete d’area di rigore, marcando 16 reti in 33 presenze.  

Felice, che ricordi serba della sua esperienza a Sassari?

“In Sardegna vissi una splendida annata dal punto di vista personale – fui capocannoniere – e collettivo: in campionato facemmo benissimo e arrivammo terzi. Poi purtroppo venimmo eliminati ai playoff. Anche sotto il profilo ambientale fu una stagione da ricordare: l’Isola è meravigliosa, così come i suoi abitanti. Il popolo sardo mi piace molto: ho avuto l’occasione di girare da Sassari a Cagliari - anche in vacanza - e mi sono fatto parecchi amici in ogni zona di questa terra incantevole, che ho visitato in lungo e in largo.”

Purtroppo non le è mai capitato di vestire la maglia rossoblù del Cagliari. A proposito della formazione attualmente allenata da Claudio Ranieri, secondo lei quante chance ha di salvarsi?

“Diciamo che l’inizio di stagione non è stato certo dei migliori: le numerose sconfitte consecutive hanno costretto la squadra a rincorrere affannosamente il quartultimo posto, l’ultimo utile per mantenere la categoria. Poi però il Cagliari ha saputo rimettersi in carreggiata, vivendo un momento molto positivo nel corso del quale ha collezionato dei risultati importanti in serie. Ha il vantaggio di poter contare su un tecnico che è un grande motivatore e che sa trascinare i suoi uomini fino al raggiungimento di un obiettivo comune. Per questo motivo vedo i rossoblù perfettamente in grado di tagliare il sospirato traguardo.”

Da bomber a bomber: c’è qualche attaccante tra le fila del Cagliari che le piace particolarmente e nel quale, almeno in parte, si riconosce?

“Tecnicamente il giocatore che mi assomiglia di più è Pavoletti: l’ho incontrato anche da avversario, ai tempi della serie C, quando lui militava nel Lanciano. Ha fatto una grande carriera. Ma ho molta stima anche di Lapadula: l’italoperuviano, rispetto a me, forse è più opportunista e meno potente. Ripeto, per caratteristiche mi rivedo in Pavoletti. E, perché no, anche in Petagna.”

Allarghiamo il discorso a tutta la zona medio-bassa della classifica. Nella bagarre che coinvolge tantissime squadre a suo avviso chi ha le maggiori possibilità di rimanere in serie A?

“La zona retrocessione è un bel terno al lotto. Dal Lecce in giù il discorso è apertissimo. Di certo fa specie vedere il Sassuolo, abituato a ben altri palcoscenici, annaspare nelle ultimissime posizioni. Però, stante la ridottissima distanza di punti tra le varie squadre, credo sia molto difficile azzardare un pronostico su chi alla fine scenderà in B.”

Tra sei giorni andrà in scena un delicatissimo Cagliari-Verona. Che avversario troverà il Cagliari sulla sua strada all’Unipol Domus? Quali sono i punti di forza e di debolezza degli scaligeri?

“Il Verona è una compagine che assomiglia molto al proprio allenatore, Marco Baroni. Io l’ho avuto a Novara, quindi so perfettamente quanto è accurato e meticoloso nel preparare ogni singola gara. I veneti li considero come una sorta di mina vagante: ultimamente hanno ottenuto dei risultati anche sorprendenti. Dispongono di diversi elementi interessanti: a me piace molto Bonazzoli, il centravanti. Ma il Cagliari avrà dalla sua il pubblico amico, e proprio questo potrebbe risultare il fattore determinante.”

Lei che lo conosce bene, dal punto di vista tattico che allenatore è Baroni? Le sue formazioni, nonostante spesso lottino per la sopravvivenza, offrono quasi sempre un calcio piacevole e propositivo.

“Baroni è abilissimo nel preparare le gare sia dal punto di vista difensivo che da quello offensivo. Poi, come diceva lei, cerca sempre di costruire e di proporre calcio. Certo, a volte la serie A ti impone – soprattutto contro alcuni avversari – di adottare un assetto un po’ più prudente e di puntare sulle ripartenze in contropiede, ma la mentalità del mister è quella di fare – e non subire – la partita. Noi a Novara giocavamo, proprio come il Verona attuale, col 4-2-3-1: un modulo che Baroni conosce bene e che certifica la sua volontà di provare sempre a far male agli avversari.”