Esoneri, polemiche, rischi: vent'anni di guida tecnica sotto Massimo Cellino

Esoneri, polemiche, rischi: vent'anni di guida tecnica sotto Massimo CellinoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 11 giugno 2014, 15:39Altre notizie
di Nicola Atzori

Quando nell'estate del 1992 Massimo Cellino subentrò ai fratelli Orrù a capo della Cagliari Calcio, nulla lasciava presagire i numerosissimi cambi di allenatori che avrebbero portato la società sarda a 22 esoneri nei successivi 22 anni. Una media eloquente, tale da far guadagnare al patròn sardo la meritatissima fama di "mangia-allenatori".

L'era Cellino inizia sotto la guida tecnica di Carletto Mazzone, fortemente propiziato dal consiglio di Claudio Ranieri che aveva portato nuovamente la Sardegna in massima serie grazie e due splendide promozioni consecutive. "Mi manda Ranieri" -diceva Mazzone- "non esiste garanzia migliore di questa". I fatti gli daranno ragione, con il Cagliari che raggiungerà il sesto posto nel 1993 ottenendo la qualificazione in Coppa Uefa dopo 21 anni di assenza. Tale prestigioso risultato frutterà all'allenatore capitolino la possibilità di allenare la squadra della sua città, portandolo ad abbandonare inevitabilmente la Sardegna.

La prima avvisaglia di quel che sarà la gestione celliniana della panchina Sarda si ha all'inizio della stagione 1993/94, quando il presidente decide di esonerare il nuovo allenatore Luigi Radice dopo una sola giornata di campionato. Subentrerà Bruno Giorgi, il quale riuscirà a portare il Cagliari fino alla semifinale di coppa Uefa, dove l'Inter ebbe la meglio soltanto nella partita di ritorno a San Siro. La stagione successiva Cellino affiderà la guida tecnica all'uruguaiano Tabarez, sotto il quale i Sardi sfioreranno per tre soli punti una nuova qualificazione europea. Dopo un'anonima parentesi con Giovanni Trapattoni e un breve ritorno di Giorgi, il patròn deciderà di affidare la sua squadra a un altro uruguaiano, Gregorio Pèrez, il quale verrà esonerato quasi subito a favore del ritorno di Carlo Mazzone. Il Cagliari quell'anno retrocederà -nonostante l'ottimo lavoro dell'allenatore capitolino- in seguito al celeberrimo spareggio salvezza disputato contro il Piacenza al San Paolo nel 1997. E' qui che fa il suo esordio Giampiero Ventura: mai nella gestione Cellino un allenatore riuscirà a restare ininterrottamente per due anni sulla panchina del Cagliari come l'allenatore genovese. Con lui il Cagliari ritrova subito la massima serie, riuscendo a difenderla egregiamente l'anno successivo. Segue una delle più controverse stagioni di Massimo Cellino; sulla panchina sarda, all'inizio della stagione 1999/2000, siede per la seconda volta Oscar Tabarez. Il suo esonero non tarderà ad arrivare: alla sesta giornata l'uruguaiano dovrà cedere il posto a Renzo Ulivieri, sotto il quale il Cagliari disputerà la sua peggior stagione in serie A con Massimo Cellino. La compagine sarda arriverà ultima con soli 19 punti e tre vittorie ma stranamente durante la stagione la panchina di Ulivieri non viene mai messa in discussione, alimentando sospetti e voci tra i tifosi rossoblù di una retrocessione decisa a tavolino. Seguono 4 anni di purgatorio in cadetteria, anni in cui la panchina del Cagliari alternerà ben 7 allenatori (si annovera anche un breve ritorno di Ventura). La nuova promozione arriverà nel 2004 grazie al Cagliari di Edi Reja, il quale potè disporre di talenti come Zola e Suazo. Nei successivi dieci anni il Cagliari riuscirà sempre, a volte con fatica (2008) e a volte con facilità (2009), a permanere in massima Serie. Tutto ciò nonostante i 14 esoneri decisi dal presidente nel decennio in questione. Tra questi non possono essere dimenticati Davide Ballardini, autore di una clamorosa salvezza nel 2008, e Massimiliano Allegri, fautore di uno splendido campionato che nel 2009 vide il Cagliari sfiorare la qualificazione in Europa.

Con Massimo Cellino il Cagliari è riuscito a diventare una grande fabbrica di talenti, non solo tra i calciatori ma anche tra gli allenatori, grazie al talento e al fiuto di un presidente volubile e imprevedibile ma di rara abilità. Forse la più grande critica che i tifosi possono muovere al presidente Sardo è quella di non aver mai perseguito un progetto, preferendo vivere i campionati alla giornata e pensando al da farsi partita dopo partita, senza lasciare mai per più di due anni lo stesso allenatore sulla panchina rossoblù. Tommaso Giulini raccoglie un eredità importante e un compito difficile.