14 luglio 1973, Gigi Riva rifiuta l’offerta della Juventus
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Come ricorda TMW, "Cinquant'anni fa c'era chi si poteva permettere un no alla Juventus. Ed era probabilmente il migliore centravanti dell'epoca, quel Gigi Riva che aiutò il Cagliari a vincere lo Scudetto del 1970, primo e ultimo nella sua storia. Sette volte in doppia cifra negli ultimi otto anni, Riva era il simbolo del Mondiale messicano, anche se poi il Pallone d'Oro lo vinse Rivera e non lui, a causa di un infortunio che lo condizionò nel 1971. Rombo di tuono, un soprannome tanto altisonante quanto difficile da portare, un po' per tutti. Tranne, appunto, per Riva". E così, il 14 luglio del 1973 Riva, corteggiato dalla Juventus, rifiutò l'offerta. Sul tavolo c'erano due miliardi di lire e sei giocatori come contropartita tecnica, tra cui Gentile, Bettega e Cuccureddu per i sardi, più un miliardo per Riva. Il Cagliari era pronto a chiudere l'accordo con i bianconeri, ma Riva non poteva tradire il suo popolo, come lui stesso ha raccontato successivamente: "Quando Arrica, il mio presidente, scoprì che non andavo, non fu contento per niente. Ma non sono testone: io ero una persona chiusa, avevo avuto un’infanzia tragica, i miei genitori erano mancati presto.
Poi sono venuto a Cagliari e abbiamo costruito una gran bella cosa: lo scudetto era il sogno di ogni squadra. La Sardegna mi aveva già conquistato. Quando vedevo la gente che partiva alla 8 da Sassari e alle 11 lo stadio era già pieno, capivo che per i sardi il calcio era tutto. Ci chiamavano pecorai e banditi in tutta Italia e io mi arrabbiavo. I banditi facevano i banditi per fame, perché allora c'era tanta fame, come oggi purtroppo. Il Cagliari era tutto per tutti e io capii che non potevo togliere le uniche gioie ai pastori. Sarebbe stata una vigliaccata andare via, malgrado tutti i soldi della Juve. Dopo ogni partita spuntava Allodi che mi diceva "Telefoniamo a Boniperti?". Ma io non ho mai avuto il minimo dubbio e non mi sono mai pentito".