Le ambizioni del nuovo Cagliari di Pisacane tra identità ed entusiasmo

La stagione 2024/25 del Cagliari si è conclusa con una salvezza sofferta ma preziosa. I rossoblù hanno chiuso al 15° posto in Serie A con 36 punti, evitando la retrocessione. Nell’ultima giornata, peraltro, il Cagliari è stato spettatore della festa Scudetto altrui: il Napoli ha dovuto battere i sardi 2-0 per assicurarsi il titolo all’ultimo turno. Superata quella stagione tribolata, il club isolano ha deciso di voltare pagina e affidarsi a Fabio Pisacane, ex difensore e bandiera rossoblù, promosso dalla guida della squadra Primavera.
Pisacane ha firmato un contratto annuale, con rinnovo automatico in caso di salvezza nella stagione 2025/26, chiaro segnale che l’obiettivo primario resta la permanenza in Serie A. La scelta di puntare su un tecnico esordiente in massima serie è stata audace ma in linea con la visione del presidente Tommaso Giulini, orientata a un progetto di lungo termine fondato su entusiasmo e appartenenza al club.
Pisacane, tra identità rossoblù ed entusiasmo
Fabio Pisacane, 39 anni, incarna alla perfezione i valori di grinta e sacrificio cari a Cagliari. Da calciatore ha totalizzato oltre 152 presenze con la maglia rossoblù dal 2015 al 2021, contribuendo alla promozione del 2016 e alle successive salvezze in A.
Appesi gli scarpini al chiodo, ha subito intrapreso la carriera da tecnico restando nell’orbita del club sardo: dopo un’esperienza nello staff della prima squadra, è passato alla Primavera, che ha guidato per due stagioni ottenendo due settimi posti e soprattutto vincendo la Coppa Italia Primavera 2023/24, primo storico trofeo giovanile per il Cagliari, battendo il Milan in finale.
Questa vittoria e il lavoro svolto con i giovani hanno convinto la società a puntare su di lui per la prima squadra, in continuità con un percorso di crescita interno. Non a caso, figure esperte come l’allenatore Walter Novellino hanno approvato in pieno la promozione di Pisacane, definendola “una mossa eccellente” e sostenendo che il tecnico napoletano “merita un palcoscenico come la Serie A”.
Pisacane stesso, nel suo discorso di insediamento, ha sottolineato la centralità dell’unità di intenti: «Nulla si costruisce da soli. Questo dev’essere l’anno del “tutti”: squadra, staff, club, tifosi, città… un passo alla volta, tutti insieme», ha dichiarato il neo-mister, invocando compattezza e pazienza.
Un progetto a lungo termine: giovani e “filosofia Cagliari”.
L’avvento di Pisacane si inserisce in una strategia societaria più ampia, delineata dal presidente Giulini e dal nuovo direttore sportivo Guido Angelozzi. Dopo anni in cui prima squadra e settore giovanile hanno viaggiato su binari paralleli, l’obiettivo ora è unire le diverse anime del club in un progetto comune.
La promozione di un allenatore proveniente dalla Primavera e l’arrivo di un DS esperto come Angelozzi, secondo le ultime news sportive, segnano la volontà di creare un ponte stabile tra vivaio e prima squadra. Vittorio Sanna, noto commentatore sardo, ha descritto questa fase come un lavoro di “sartoria” per cucire insieme ogni componente del Cagliari: un dialogo costante tra chi gestisce i talenti del vivaio e chi allena in prima squadra sarà fondamentale per il futuro.
Non a caso, la rottura consumata in estate con il precedente DS (Bonato) è dipesa proprio da divergenze sulla filosofia societaria, orientata ora verso la valorizzazione dei giovani e una gestione più integrata. Angelozzi, con la sua esperienza, dovrà tradurre in realtà la visione del presidente, collaborando fianco a fianco con Pisacane per forgiare un’identità comune e gettare basi solide per il domani.
Nel breve termine, ciò non toglie che la salvezza resti il traguardo fondamentale. La rosa del Cagliari Calcio è stata rinforzata nell’ultimo mercato estivo con innesti mirati di esperienza e qualità, proprio per aumentare la competitività immediata. In difesa è confermatissimo il colombiano Yerry Mina, giocatore dal pedigree internazionale, mentre in attacco il colpo a sorpresa è stato Andrea Belotti, acquistato per portare gol ed esperienza nel reparto avanzato.
Sono giunti anche giovani di talento in cerca di rilancio, come Sebastiano Esposito (in prestito dall’Inter), che si è aggiunto al trequartista (riscattato dal Napoli) Gianluca Gaetano, oltre a diversi elementi reduce da prestiti in Serie B pronti a giocarsi le proprie carte. L’obiettivo della dirigenza è stato costruire un mix di veterani affamati di riscatto e di ragazzi di prospettiva, in modo da avere la profondità necessaria per lottare su ogni pallone e, allo stesso tempo, valorizzare nuovi elementi.
Ambizioni realistiche: prima la salvezza, poi sognare in grande
Viste le premesse, quali sono dunque le ambizioni del Cagliari 2025/26? In primis, come detto, centrare la permanenza in Serie A per il secondo anno consecutivo. Consolidarsi nella massima serie è un passo obbligato per poter poi alzare l’asticella.
Ambiente e tifosi sperano in una salvezza più tranquilla rispetto alla precedente, magari evitando di restare invischiati nella zona calda fino alle ultime giornate. Un piazzamento a metà classifica sarebbe accolto come un successo straordinario, pur restando consapevoli che la concorrenza è agguerrita.
Squadre come Lecce, Parma o le altre neopromosse lotteranno per lo stesso obiettivo salvezza, e ogni punto sarà pesante. La società rossoblù, dal canto suo, mantiene una linea prudente nelle dichiarazioni pubbliche: niente proclami europei, ma tanta determinazione nel voler migliorare il rendimento rispetto all’anno scorso. L’idea è costruire un gruppo che faccia della compattezza la sua forza, in linea con il motto “tutti insieme” lanciato da Pisacane.
Proprio Pisacane dovrà dimostrare di poter trasferire alla Serie A le doti messe in mostra con i giovani: motivazione, identità di gioco e capacità di tirare fuori il meglio da ogni elemento della rosa. L’approccio tattico visto nelle prime uscite stagionali lascia indicazioni interessanti. Dopo tre giornate di campionato, il Cagliari versione Pisacane ha segnato 3 gol totali, di cui ben due realizzati da difensori (Luperto e Mina).
Questa curiosa statistica, 66,6% delle reti da giocatori del reparto arretrato, non è frutto del caso, ma riflette una precisa filosofia: coinvolgere tutti i reparti nella manovra offensiva. Il tecnico napoletano non si accontenta di una squadra chiusa dietro; pur mantenendo equilibrio e solidità, incoraggia inserimenti e partecipazione alla fase d’attacco anche da parte di difensori e centrocampisti.
Finora la strategia ha pagato, con gol arrivati in momenti cruciali grazie a uomini teoricamente poco avvezzi a segnare. Allo stesso tempo, è chiaro che per il prosieguo del campionato servirà ritrovare anche i gol degli attaccanti di ruolo: bomber come Pavoletti, il nuovo arrivato Belotti o il talento Esposito sono chiamati a dare il loro contributo realizzativo, che finora è mancato. Insomma, la “rivoluzione di Pisacane” in campo si vede da questi dettagli: un Cagliari camaleontico, dove un difensore può trasformarsi in match-winner, e in cui lo spirito di sacrificio per la squadra prevale sulle individualità.
Sul piano mentale, i segnali sono incoraggianti. La squadra ha già mostrato carattere: all’esordio ha imposto il pari alla Fiorentina rimontando nel finale, e a Napoli – su un campo difficilissimo – ha ceduto solo al 95’ minuto. Ha poi vinto d’autorità contro il Parma. Pisacane sembra aver trasmesso la garra giusta al gruppo, come evidenziato da chi lo conosce bene. L’opinione prevalente è che Pisacane avrà bisogno di tempo per instillare le sue idee, ma ha già saputo infondere grinta e carattere.
Questo mix di entusiasmo, unità e cattiveria agonistica sarà decisivo per affrontare le inevitabili difficoltà di un campionato lungo. Anche Novellino, pur promuovendo la scelta di Pisacane, ha messo in guardia sull’importanza della pazienza: i tifosi si aspettano progressi, ma devono ricordare che il nuovo corso richiederà tempo per consolidarsi. L’allenatore veterano si è detto convinto che i rossoblù abbiano “tutte le carte in regola per un successo duraturo” in prospettiva, a patto di crescere gradualmente senza strappi.
Un passo alla volta, con ambizione
In definitiva, le ambizioni del nuovo Cagliari di Pisacane sono improntate al realismo, ma non prive di una sana aspirazione a migliorare. Prima viene la salvezza, da raggiungere magari con meno affanni rispetto al passato.
Poi, mattoncino dopo mattoncino, si potrà costruire qualcosa di più importante: l’obiettivo di medio-lungo termine è trasformare il Cagliari in una presenza stabile in Serie A, capace di togliersi qualche soddisfazione e magari, in futuro, lottare per traguardi più prestigiosi. La strada è tracciata: investire sui giovani, sulla forza del gruppo e sull’identità rossoblù.
Se questi ingredienti daranno frutto, i tifosi sardi potranno sognare in grande. Del resto, come ha ricordato lo stesso Pisacane, l’unico modo per riuscirci è restare uniti e lavorare tutti insieme, passo dopo passo, con umiltà ma anche con la determinazione propria di chi vuole scrivere una nuova pagina della storia del Cagliari.