Marchetti (Sky): "Sorpresa Mazzarri"

Il giornalista di Sky Sport Luca Marchetti si è soffermato sul ritorno di Walter Mazzarri a Napoli nel suo editoriale per Tuttomercatoweb. Le sue parole: "
E’ inutile girarci intorno. E’ inutile perché Mazzarri che torna a Napoli è comunque una notizia che fa parlare tutti. Anche se il suo nome era sempre aleggiato intorno a CastelVolturno sin dalla precedente sosta della Nazionale. Anche se non era mai scomparso dai nostri radar dopo il famoso “le faremo sapere” di lunedì sera a Tudor. Anche quando la mattina seguente (martedì) il sorpasso si stava completando e tutti hanno cominciato a capire la soluzione che De Laurentiis aveva trovato per il suo Napoli.
Mazzarri che torna a Napoli è certamente la notizia che ha meravigliato tutti. Anche chi non tifa Napoli, anche chi non si occupa tutti i giorni di calcio. “Ma davvero torna Mazzarri?”
La sorpresa è il sentimento più diffuso. Per tanti motivi, ovviamente. Che ad elencarli tutti si rischierebbe anche di non metterli tutti. Mazzarri torna a Napoli quando non sembrava più possibile, 10 anni dopo. 10 anni dopo aver contribuito alla crescita proprio di questo Napoli. Perché se De Laurentiis è riuscito ad arrivare fino a vincere lo scudetto, un pezzo di strada, di consolidamento, di presa di coscienza lo deve proprio al lavoro dell’allenatore livornese.
Immaginiamo che sia proprio questo che abbia convinto De Laurentiis a cambiare Garcia con lui. Il rapporto costruito negli anni, la necessità di non dover instaurare un altro rapporto con un’altra persona, la consapevolezza di conoscere i lati negativi (e quelli positivi) del carattere del tuo interlocutore.
Bisogna essere però seri e obiettivi nell’analisi. A partire dall’esonero di Garcia. Sembra un discorso stucchevole, ma non mi stancherò di ripeterlo. L’esonero è sempre un fallimento. Nessun allenatore, per quanto possa aver sbagliato, è mai il responsabile unico di quello che succede in campo. Di sicuro è il primo responsabile, forse in questo caso più di altri. Ma ci sono delle concause che hanno contributo a non rendere efficace il lavoro di Garcia sul campo. E di questo lavoro, De Laurentiis, con la scelta di Mazzarri ha continuato a dimostrare che non crede sia la caratteristica che deve avere il suo allenatore. A ragione o a torto lo scopriremo. Mazzarri, che giocherà con il 433, è diventato uno dei migliori allenatori italiani, con un altro sistema di gioco. Probabilmente quello che ha pagato Garcia è stato proprio essere diverso dalla cura tattica, curata fin nel dettaglio, da Spalletti e dal suo staff. Una cura, così specifica, che nel 433 Mazzarri non potrà mai avere. Ma non perché non sia preparato, ma per un fatto esperienziale.
De Laurentiis, che ha vissuto a CastelVolturno nelle ultime settimane, evidentemente ha individuato altre necessità.
Noi che a CastelVolturno non abbiamo vissuto abbiamo un punto di vista diverso. Garcia ha pagato, nei rapporti con lo spogliatoio, proprio la grande diversità di proposta rispetto a Spalletti. Il paragone, dopo un’annata del genere (ha ragione il ct dell’Italia) non può mai reggere ed è sbagliato. Ma inevitabilmente si fa. E come lo facciamo noi, a maggior ragione lo fa chi lo frequenta tutti i giorni. Ma non è stato solo questo. Ripetiamo: sarebbe ingeneroso.
Se proprio vogliamo fare un paragone con lo scorso anno a Garcia sono mancate molte altre cose, che la passata stagione c’erano. La presenza di un direttore sportivo come Giuntoli, che conosceva tutti, che erano 8 anni che era al Napoli, che aveva acquistato tutti i giocatori, che li frequentava. Che poteva anticipare problemi, che poteva eventualmente risolverli, che poteva sfruttare questa sua esperienza per spalleggiare l’allenatore (o la società), che spesso ha fatto da cuscinetto fra allenatore e presidente. Mauro Meluso non può avere lo stesso tipo di peso all’interno dello spogliatoio, non certo dopo 3 settimane dal suo arrivo. E per skill professionali neanche Maurizio Micheli.
E lo scorso anno per Spalletti non ci sono stati problemi legati al mercato e ai rinnovi di contratto. Nel primo anno sì (ricordate poi la rivoluzione che c’è stata in estate), ma sempre in un contesto diverso. Questa stagione ci si è presentati ai nastri di partenza con la vicenda Osimhen che ancora non si è chiusa, con il rinnovo di Kvara di cui ancora non si è parlato, con Zielinski che è ancora a scadenza contrattuale. Tanto per citare i casi più importanti. E questo ovviamente pesa nell’umore dei leader della squadra e quindi in quello della squadra.
Senza contare che un gruppo che ha appena vinto un campionato strepitoso, dominando in lungo e in largo ha meno fame rispetto al passato, meno voglia di dimostrare di essere il più forte di tutti, perché lo ha dimostrato già. E rivincere è ancora più difficile di vincere.
Queste cose sono rimaste e anche con il cambio di allenatore rimangono. E avranno il loro peso. Neanche con l’arrivo del migliore al mondo sarebbero cambiate. E anche se Mazzarri dovesse pensare soltanto al campo non potrà non tenerne conto. E’ questa la vera sfida, quella che alla fine non è riuscita a vincere Garcia. E che ora si trova davanti Walter. Far pensare solo al campo tutti: riuscire ad entrare nella testa dei giocatori. Far ricredere tutti sull’incredulità di fondo quando ci si domanda “Ma veramente Mazzarri?"".