A Muravera il buen ritiro di Oliveira

Louis Ayrton Oliveira, Lulù per i suoi tifosi sardi, non si è ancora convinto ad appendere le scarpette al chiodo. 40 anni compiuti il 24 marzo il bomber brasiliano ha deciso che c’è tempo prima di dire basta. Di concludere la sua lunghissima carriera, durante la quale ha disputato 641 partite ufficiali mettendo a segno 227 reti, ancora non se ne parla. Dopo un anno al Derthona (con 16 gol), vorrebbe chiudere con una squadra sarda. Con molta probabilità vestirà in Eccellenza la maglia gialloblù del Muravera, il paese del Sarrabus del quale è cittadino onorario. «Sono stato contattato dal presidente - dice Lulù -. Sto valutando la proposta che la Polisportiva mi ha fatto così come le altre che ho ricevuto da altre società sarde. Deciderò solo tra una settimana. Non nascondo che mi farebbe immensamente piacere giocare nella squadra del paese di mia moglie Annalisa e dove è nato Ayrton, il minore dei miei cinque figli».
Oliveira è fortemente intenzionato a rimanere nel mondo del calcio. Alla fine del prossimo campionato frequenterà infatti a Coverciano il corso per allenatori professionisti di seconda categoria. Possiede già il cartellino di allenatore di terza categoria. Lulù si definisce un figlio d’arte. Anche suo padre Zezico e suo nonno Jose sono stati degli ottimi calciatori. Oliveira ha trasmesso la passione al figlio ultimogenito Ayrton che gioca nei pulcini del Cagliari.
Dei tanti allenatori che ha avuto, quello che ricorda con maggior piacere è Carletto Mazzone.
«Per me è il mister numero uno in assoluto - dice Oliveira -. È stato un secondo padre, è riuscito a mettere a freno la mia esuberanza giovanile e mi ha insegnato tantissime cose. Mi sono sempre trovato bene con tutti gli allenatori, ho avuto dei rapporti particolari con Giorgi, Tabarez e Molisani».
Qual è il gol più bello che ha messo a segno nella sua carriera? «Quello realizzano nella stagione 1999-’00 con la maglia del Cagliari alla Juventus, che però è stato annullato dall’arbitro su segnalazione del guardalinee per un fuorigioco inesistente, come hanno dimostrato poi le riprese televisive. Un tiro al volo da poco oltre la linea di metà campo che si è insaccato all’incrocio dei pali. Un gol nettissimo che ricordo - dice Oliveira - infiammò Biscardi, conduttore del processo televisivo del lunedì».
Lulù ha investito una parte dei guadagni nel settore del turismo. Si è costruito una casa principesca nelle campagne di San Vito, nei pressi del nuraghe di Basoru dove si rifugia quando è libero dai suoi impegni calcistici. Là Lulù può coltivare due dei suoi hobby: i cavalli (ha tre fattrici e tre puledri che accudisce con amore) e il giardinaggio. L’altra grande passione di Oliveira è il mare e la pesca col bolentino di profondità. «Sono stata io - dice la moglie Annalisa - ad insegnargli ad amare il mare. Prima aveva una grande paura». I figli e la moglie vorrebbero che Lulù giocasse col Muravera. «Avrebbe così - dicono in coro - più tempo da dedicare a noi e ai suoi hobby». I tifosi del Muravera sottoscrivono.