AI CONFINI DELL’AUTOLESIONISMO

 AI CONFINI DELL’AUTOLESIONISMO
martedì 9 novembre 2021, 08:05Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

C’è una terra, un popolo e una squadra che viaggia ormai da tempo ai confini dell’autolesionismo. Una ricerca del peggio che per ora non ha scoperto ancora il fondo ma che vede crollare sempre più i valori che caratterizzavano il nome che porta, Cagliari calcio.  La classifica è forse la vergogna che fa meno paura. Altre volte l’orgoglio e la forza di reazione della squadra hanno portato a grandi imprese. Oggi c’è un cast di attori che riescono a sorprendere per scelleratezza. A partire dal  presidente che è anche il proprietario. Da un proprietario non ti aspetti niente, mette i soldi, sbaglia uomini e strategie e paga di persona. Da un presidente che rappresenta non solo se stesso ma anche la storia  di una società, pretendi il rispetto di valori comportamentali che ne hanno distinto anche il popolo, la gloria e la storia rossoblù. Imprenditori che in questo caso contano su introiti derivanti dalla stima, dal seguito, dalla storia e dal prestigio di una squadra (diritti tv) facendo ancor più stonare l’idea di un presidente/padrone che incassa una quarantina di milioni dalla stima conquistata in un secolo di vita.

Il manager, l’imprenditore che dovrebbe capire come superare il momento, non interrompe il progetto a settembre, dopo aver fallito le principali operazioni di mercato. Sbaglia perché parte con handicap e per ripartire sceglie un allenatore del tutto inadeguato, vincente con i forti, perdente con i perdenti, come dimostra il suo curriculum. Comunque un allenatore egocentrico che mette se stesso al centro del progetto. O come protagonista assoluto o come vittima. Un filo rosso che conoscono tutti. Su quel filo non si fa punti. Ci sono mille cose che ruotano: il valore della rosa, la deresponsabilizzazione della guida tecnica, la mancata protezione dei calciatori, l’aggirare il problema vero senza affondarlo, la difficoltà a riconoscere gli errori per rimediare. Si cercano solo colpevoli, la sfortuna, l’arbitro, Deiola. Si, perché nella Terra ai confini dell’autolesionismo  anche il Presidente cerca colpevoli per salvare se stesso, anche l’allenatore indica più o meno velatamente i colpevoli nel caso in cui tutto fallisse, la mia barca è in porto. Deiola, come Murru, come Sau, come Pisano, addirittura nell’ultimo anno da agonista, come Conti, è uno dei più quotati per la strana caratteristica di una parte del popolo sardo a combattere il sardo e a stendere il tappeto allo straniero. E come nel peggior film di qualunquismo, con i danni fatti dal mercato, con l’allenatore in evidente difficoltà, con l’ambiente in piena stagione di caccia al colpevole, il presidente cosa fa? Riunisce i calciatori e spara nel mucchio, accusa di scarso impegno, di poco onore e rispetto per la maglia. Spara a raffica sulla Croce Rossa che però, piccolo imprevisto, non si sdraia con le orecchie abbassate. Replica a muso duro, non accetta. Difende l’onore della propria ditta individuale. Ricorda a tutti che il calcio non è una scienza esatta, che un giorno sei sulle stelle e un altro nelle stalle, ma l’onore … non si tocca. Se poi l’accusa di scarso impegno è associata a questioni di denaro (i giocatori più costosi grandi colpevoli  e chi rinuncia allo stipendio grande uomo, allora la squadra si ribella, ti salta addosso, smette di credere al progetto.  In quello spogliatoio si è consumato un delitto. È stata assassinata la saggezza, è stata ferita mortalmente la strategia di azienda, sono stati bastonati principi e logiche dello sport.  Ha trionfato il qualunquismo, le frasi fatte, il popolo minuto che riduce tutto a una questione di voglia, di impegno, di scarsa serietà. Nello sport le qualità si confrontano con l’avversario, devo vincere con ciò che so fare e non con ciò che il filosofo di turno vorrebbe che io sappia fare. Nello sport di squadra la compattezza del gruppo moltiplica i valori. Nella disgregazione e nella confusione, le qualità rischia di non emergere e  di non potersi moltiplicare con la sinergis. Una bella sbronza di camomilla è la ricetta per ripartire.                                                                                     

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VITTORIO SANNA  - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.