Joao addio. Ora è caccia ad un nuovo leader. La partenza di uno degli attaccanti più prolifici della storia del Cagliari impone l'acquisto di un sostituto all'altezza

Joao addio. Ora è caccia ad un nuovo leader. La partenza di uno degli attaccanti più prolifici della storia del Cagliari impone l'acquisto di un sostituto all'altezza
domenica 24 luglio 2022, 00:03Il punto
di Giuseppe Amisani
Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

di Giuseppe Amisani

Otto anni, un'eternità. Soprattutto nel calcio di questi tempi. Ma anche l'ultima bandiera in casa Cagliari è stata ammainata con la partenza e il conseguente annuncio definitivo di giovedì, del passaggio di Joao Pedro al Fenerbache. Una presa di posizione che ha spaccato la tifoseria rossoblù. Così come lo stesso giocatore ha sempre diviso il popolo cagliaritano. Ma al di là delle impressioni personali, restano i numeri di un giocatore che per tre anni consecutivi è arrivato in doppia cifra (prima di lui solo Riva ci era riuscito) e che nelle 271 apparizioni con la maglia del Cagliari, è andato a segno ben 86 volte. Attestandosi tra i migliori marcatori isolani della storia del club sardo.

Numeri, quindi, importanti per un giocatore che forse verrà rimpianto o forse no, ma che di sicuro andrà adeguatamente sostituito. Il suo apporto, in campo e nello spogliatoio, è sempre stato prezioso così come il suo attaccamento, dimostrato con parole, fatti ma anche silenzi. Assordante quello del dopo Venezia, per il quale, nel messaggio di saluto ai tifosi del Cagliari, si è scusato l'ormai ex capitano. Troppo grande la delusione, troppo forte la rabbia per non essere riuscito ad evitare la serie B. E a questo punto, un po' per sua scelta un po' per esigenza della società (di far cassa e di ridurre le uscite per gli stipendi più alti) le strade si sono divise.

Arrivato ragazzino, Joao Pedro è andato via dalla Sardegna da uomo vero e da giocatore completo. In Turchia, per i prossimi tre anni, potrà togliersi tante altre soddisfazioni ma probabilmente le emozioni e le sensazioni di guidare una squadra che rappresenta un popolo, una regione, difficilmente potrà provarle. 

Al Cagliari non resta (e non sarà facile) trovare un sostituto all'altezza. Un giocatore capace di far gol, di prendere per mano un intero reparto e soprattutto di essere duttile per dare peso alla manovra, partendo da qualsiasi zolla del campo. Compito difficile quello della società anche perché dopo la retrocessione la piazza rossoblù non sembra essere poi così ambita. E se nel primo flop della gestione Giulini, otto anni fa, la voglia di un riscatto immediato aveva portato tanti, Joao Pedro compreso, a decidere di restare, questa volta in un solo colpo sono stati spazzati via tanti dei protagonisti della passata stagione.

Rifondare, rivoluzionare, ripartire dal basso. Queste le scelte del club sulla linea di un risparmio a tutti i costi che fino ad ora non ha portato a Liverani pedine significative. Viola e Makoumbou sono ottimi giocatori così come Di Pardo e Carboni, ma ci sono ancora da gestire le spinose questioni legate a Rog e Nandez (che continuano a lavorare a parte). I giovani traghettati dalla Primavera alla prima squadra sono agguerriti e interessanti, Desogus su tutti, ma saranno sufficienti? Serve almeno un altro attaccante (Lapadula) ma uno di quelli capaci di andare in doppia cifra, una punta da area di rigore che possa garantire i gol che fino alla passata stagione Joao Pedro assicurava. Non a tutti, infatti, mancherà l'ex numero 10 ma di sicuro a mancare saranno i suoi centri che, escluso l'ultimo campionato, sono sempre serviti come il pane.