La grande svista

La grande svistaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 6 maggio 2019, 13:47Il punto
di Francesco Ortu

Una colossale svista arbitrale fa uscire a mani vuote il Cagliari dal San Paolo. Il Napoli infatti passa per 2-1, in rimonta, con un rigore assegnato con una decisione non poco discutibile nonostante l’ausilio del VAR.

Maran, fresco di rinnovo, schiera una formazione a sorpresa che fa storcere non poco il naso ai tifosi: Lykogiannis, Deiola e Cerri. Il primo tempo è dedito all’ostruzionismo, con i rossoblù che non lasciano spazio ai partenopei che non arrivano mai a tirare in porta. Certo, la manovra offensiva è completamente assente, ma i padroni di casa non arrivano mai ad impensierire Cragno nei primi 45’. La ripresa, al contrario, si rivela abbastanza frizzante, con le riserve alla ribalta. Cerri soprattutto in grande spolvero che si dimostra abile palla al piede (al contrario delle sponde di testa) nell’aprire varchi per i compagni di squadra e, soprattutto, nel dialogare con Barella che preme l’acceleratore. Gli uomini di Ancelotti sembrano in balia dell’arrembaggio cagliaritano che fa spesso vicino alla rete. Ed il vantaggio arriva con un’azione da manuale con Barella che, dopo aver ricevuto al limite dell’area, apre di tacco per Pavoletti che imbuca con un precisissimo rasoterra da fuori area. I campani tuttavia non ci stanno e con tre cambi mutano totalmente l’atteggiamento, alzando il forcing. Questo porta prima al pareggio e poi, dopo 5 inspiegabili minuti di recupero, Chiffi concede con il VAR un rigore per fallo di mano (dubbio) avvenuto nei pressi del limite dell'area. Insigne insacca ed oltre alla beffa permane l’amaro in bocca.

Onestamente, al di là del risultato, bisogna fare i complimenti ai giocatori. Nonostante la passività del primo tempo si è riusciti ad ergere una vera e propria muraglia contro una squadra non certo facile da gestire. Insigne e Mertens risultano completamente annullati tant’è che il primo tiro in porta della partita arriva con Cerri nel secondo tempo. Elogio per il centravanti parmense che con spirito di abnegazione, nonostante alcuni limiti da superare, gioca una buonissima partita di sacrificio ed impostazione. Impossibile criticarlo per quello visto ieri considerando anche l’avversario. Senza scordare i miracoli al limite della possibilità dell’Uomo-Cragno, sempre più affermato e top player. Maran stupisce tutti, fornendo una partita tatticamente intelligente e che, nonostante la sofferenza, ha quasi permesso di portare a casa il risultato in uno stadio, seppur quasi deserto, sempre molto caldo. Veramente nulla da recriminare.

Da recriminare invece ci sarebbe l’ennesimo trattamento ricevuto. Nonostante la tecnologia non cessano le ingiustizie e le vessazioni nei confronti delle squadre di dimensione inferiore. Permane il principio del “nel dubbio agevolare il blasone”. È l’ennesimo episodio, l’ennesima goccia in un vaso tracotante e pronto a rovesciarsi. Il direttore Carli ha già espresso, di fronte alla stampa, l’amarezza e il disappunto della dirigenza, ma anche della tifoseria, di fronte a tale situazione. Il risultato, gli investimenti e gli obiettivi determinati dalla troppa personalità (o dalla mancanza) di un arbitro nonostante l’ausilio della tecnologia. Sarebbe ora di dire basta e di prendere il rispetto che meritiamo. Ora ci sono tre finali, perché nonostante questi episodi, bisogna lottare per l’obiettivo. Per quel decimo posto che dimostrerebbe la nostra forza nonostante tutto e tutti.