LAPADULA PER TUTTI

di Vittorio Sanna

 Tutti per Lapadula, il D’Artagnan del momento di una banda di moschettieri che rischiavano di ritrovarsi un pugno di mosche e non di lottare per la promozione. Lo spirito dell’attaccante trasfuso nella squadra attraverso un colpo di genio psicologico che ha trasformato il calciatore italo-peruviano da incallito individualista a leader della squadra. A scrivere il romanzo stavolta non è Alexandre Dumas ma Claudio Ranieri che ha trasformato l’incallito individualista in eroe popolare. Come? Con una fascia di capitano. L’autore di Testaccio dice che non è stato lui a consegnarla, ma questo poco conta. In ogni caso, se anche fosse lo spogliatoio, i compagni di squadra, ad averlo fatto, la possibilità l’ha comunque creata il regista di questo nuovo romanzo, capace di trasformare il gruppo, di saldarlo e di renderlo ammirevole e ammirato. Sono dietro l’angolo del tempo recentemente trascorso le decisioni assunte e dichiarate di Fabio Liverani che tolse a Deiola il simbolo di capogruppo per dirottarlo altrove, dove lui avrebbe deciso. Stavolta invece anche una decisione di questo tipo è stata valutata attentamente per dare alla squadra un o spirito diverso, quello che serve soprattutto nei momenti difficili.

Il riconoscimento in se stesso di Lapadula come capitano ha legato il calciatore ai compagni e alla tifoseria. Lo ha responsabilizzato come capo squadra tanto che i suoi gol sono diventati funzionali al risultato dell’insieme e non solo al tabellino personale. Basta leggere la storia di Gianluca per capire come per lui sia difficile legarsi ad una piazza. Diciannove maglie diverse in vent’anni. Mai più di due campionati di fila nella stessa squadra. Cinquantotto il record di presenze in campionato con il Benevento. Finora Lapadula è stato uno per uno, per se stesso. Da domenica, uno per tutti. Dopo il gol, tutti per lui, addosso a festeggiare, in mezzo alla scena, a differenza di altri momenti di gioia condivisi con il singolo amico o addirittura cercando la polemica esaltazione ad orecchie spalancate e braccia larghe.

Capitano per trasfondere nella squadra la sua grinta, la sua voglia di combattere, lo spirito da lottatore. Da “sbertidori” si direbbe in campidanese. Il personaggio anni settanta che andava in giro con il pacchetto di sigarette sotto la manica corta della magliettina e che aspettava il minimo pretesto per dimostrare di essere il più forte, Uno a cui non potevi mettere “spuru in su nasu”.

Anche a Bari sarà importante stargli dietro. Entrare in campo a testa alta e spalle larghe, ammirando la propria ombra nel terreno, soffiandosi il ciuffio per andare a fare la guerra (sportiva). In questo momento il Cagliari ha un suo simbolo: quando il gioco si fa duro entrano in scena i duri. Per i fronzoli e i ricami ci sarà tempo, a rosa completa

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VITTORIO SANNA  - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.