Orsato punisce il Cagliari. Ranieri ingannato. Lontano dalla Domus perso l'animo guerriero. Riflessioni e compiti da fare a casa

Orsato punisce il Cagliari. Ranieri ingannato. Lontano dalla Domus perso l'animo guerriero. Riflessioni e compiti da fare a casa
lunedì 25 dicembre 2023, 00:30Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

di Vittorio Sanna

Sculaccioni al Cagliari da colui che è stato eletto nel 2020 il miglior arbitro al mondo. Una lezione impartita con il cartellino a mo’ di bastone per punire l’inconcludenza e l’ingenuità di una squadra che lontano dall’Unipol Domus perde l’animo guerriero per tentare di vincere pensando troppo. 

È una chiave di lettura che assolve il direttore di gara e condanna la squadra rossoblu. Una strategia per poter comunque dichiarare che a Verona l’espulsione di Makoumbou è stata la chiave della partita. Poteva aprirla per due volte Nandez, un’altra volta Prati, l’aveva aperta Goldaniga, ma troppo in linea per non poter trovare il centimetro di fuorigioco utile a prendere la decisione più consona alla squadra di arbitri. Invece è stato uno scontro a centrocampo, una palla contesa, un duello senza pretese, a determinare la svolta. Affidata a chi è nato sotto i castelli scaligeri di Romeo e Giuletta, a Montecchio Maggiore, a un grande arbitro che con il calcio ci sa giocare. Aveva due scelte, una saggia e un’altra fiscale, non estrarre il secondo giallo e lasciare che le due squadre se la giocassero ad armi pari, mostrare il cartellino in modo rigoroso a dispetto della buona direzione arbitrale.

Scelta che ha dato ristoro al Verona che rischiava di sprofondare sotto l’insistenza dei rossoblu e dopo la bufera che si è abbattuta sul suo Presidente Maurizio Setti, indagato per bancarotta e con la società sotto sequestro. La squadra si è liberata dalla banda dei Sardi grazie all’episodio incriminato. Una punizione eccessiva per l’undici di Ranieri che però ha da meditare sui dettagli, ancora una volta, e sul fatto che, soprattutto in trasferta, c’è solo Dio che perdona le leggerezze. 

Rimanendo su queste, non solo la cattiveria in zona gol, ma anche la gestione dei cartellini. In una situazione ideale, ci sarebbe probabilmente riuscito Makoumbou a non prendere il secondo giallo e avrebbe avuto ragione Claudio Ranieri a fidarsi dell’autocontrollo del centrocampista francese e non sostituire immediatamente il giocatore. Anche il Mister ingannato dallo stile del direttore di gara fino a quel momento votato a far giocare e a non seguire il fiscalismo. In una situazione normale, non quando giochi in trasferta, a Verona con un arbitro che ha nel suo talento la capacità di incidere.

Il dopo ha altra ragione su cui i rossoblu devono riflettere. La mancata chiusura su Ngonge, tre uomini contro uno, una distrazione fatale nel momento di riassetto della squadra.

Si torna a casa senza punti, con un inutile mal di stomaco proprio a Natale. Ma con compiti da fare, riflessioni su situazioni che fanno parte del gioco, anche se non nelle materie tecniche e tattiche. Esperienze, pestate di muso che devono insegnare. Sculaccioni li abbiamo chiamati. Anche se si è permesso a rifilarli chi è chiamato a favorire il gioco del calcio, nei suoi sviluppi etici principali. Distinguendo l’opportunità dalla fatalità. Stavolta non è stato il “fatal Verona”  a darci una lezione ma un cartellino. Una lezione di calcio, tutto italiano.