Rischio e coraggio: Liverani porta a casa un successo d'oro contro il Brescia. Il Cagliari ha ripreso la marcia ma ora serve continuità

Rischio e coraggio: Liverani porta a casa un successo d'oro contro il Brescia. Il Cagliari ha ripreso la marcia ma ora serve continuitàTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 17 ottobre 2022, 12:02Il punto
di Giuseppe Amisani
Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

di Giuseppe Amisani


In tanti hanno storto il naso alla lettura delle formazioni ufficiali di Cagliari-Brescia. “Ma questo è matto?”, “si vuole far cacciare via!” tra i commenti più teneri che iniziavano a circolare alla Unipol Domus. E invece la scelta coraggiosa di Fabio Liverani ha dato non solo i suoi frutti, ma allo stesso tempo ha lanciato un messaggio preciso allo spogliatoio: tutti sono utili ma nessuno è indispensabile. Chi sarà funzionale, di volta in volta, alla gara di turno, avrà le chance di andare in campo dall'inizio, a prescindere dal nome sulla maglia, dall'esperienza e dal curriculum. Solo così si spiega la scelta di schierare un tridente nuovo di zecca formato da Mancosu e Falco sugli esterni, con Luvumbo chiamato a fare la punta centrale. Una scelta dettata dall'esigenza di non dare punti di riferimento agli avversari e di sfruttare la qualità e l'imprevedibilità di Falco e Luvumbo. Con Mancosu che, a sinistra, centrale o a supporto delle punte, non si tocca per nessuna ragione al mondo. E proprio mentre tutti si aspettavano che per risolvere il problema della sterilità offensiva, la scelta potesse ricadere sull'utilizzo in contemporanea di Lapadula e Pavoletti, Liverani ha sparigliato le carte con un'opzione non messa in preventivo da nessuno.

Alla fine ha avuto ragione lui perché a parlare sono sempre i risultati. Il Cagliari non è stato certo spettacolare e soprattutto ha pagato dazio sotto il profilo della tenuta atletica. Ma è riuscito a portare a casa i tre punti. Merito proprio di un reparto avanzato che, imprevedibile e veloce, è riuscito a mettere in ansia le difesa del Brescia. E a far vincere a Tommaso Giulini la sfida nella sfida con il suo collega delle Rondinelle, Massimo Cellino, ex di lusso di quella partita. Va detto che il primo gol è stata una gentile concessione degli ospiti ma il secondo, oltre che qualche altro pregevole spunto, è nato da un'azione manovrata, di quelle che fino ad ora si sono viste col contagocce. Uno scambio al limite ha portato Di Pardo a raggiungere il fondo e il suo filtrante in mezzo, lisciato dagli attaccanti, è diventato un assist per l'inserimento di Deiola. Che avrebbe anche potuto fare il bis se il portiere del Brescia non gli avesse negato il gol in avvio di ripresa. Così come, ma questa volta per colpa del singor Chiffi, è rimasto strozzato l'urlo in gol di Luvumbo che al 7' della ripresa si è procurato un rigore solare, non concesso dal direttore di gara. Sarebbe toccato allo stesso angolano trasformarlo? Forse. Ma, anche se non ci sono certezze nel mondo del pallone, l'eventuale terzo gol avrebbe spento la resistenza bresciana. Invece quell'episodio ha di fatto scoraggiato i padroni di casa che, dopo i cambi su entrambi i fronti, hanno arretrato il baricentro, finendo per essere messi alle strette dai biancocelesti. Grandi pericoli, però, Radunovic non ne ha corso e a parte il gol al 45' delle ripresa, si è trattato solo di controllare la gara, non senza sofferenze.

Una prova di coraggio e di forza quella data dal Cagliari che ha lasciato il campo con qualche certezza in più. A parte quella già menzionata del “nessuno è intoccabile”, la squadra ha capito di poter mettere paura a tutti e di saper imporre il proprio gioco. Ci vorrà ancora del tempo perché tutto giri al massimo ma sarà necessario avere ancora pazienza. I cambiamenti radicali dopo la retrocessione hanno bisogno di essere ancora metabolizzati del tutto. Ed era normale che ci fosse bisogno di aspettare. Anche perché l'alternativa di un cambio in panchina, paventata da parecchi tifosi, non sembra essere la scelta più giusta. Dare in mano ad un nuovo tecnico una squadra costruita a immagine e somiglianza dell'attuale allenatore romano, potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang dagli effetti imprevedibili. I risultati, per fortuna, sembrano iniziare ad arrivare e ora non resta che completare l'opera dando ancora maggiore compattezza, ma soprattutto continuità ad un gruppo che ha bisogno di fiducia. E di grande spinta da parte del suo pubblico. All'orizzonte ora c'è prima la coppa Italia, che servirà per dare anche a chi ha giocato meno la possibilità di scendere in campo, ma subito dopo la sfida in casa dell'Ascoli che rappresenterà, per il Cagliari di Liverani, una nuova prova del nove.