Ascoli, Leo: "Inusuale vedere nel campionato cadetto realtà come Genoa, Bari, Parma, Cagliari"

Ascoli, Leo: "Inusuale vedere nel campionato cadetto realtà come Genoa, Bari, Parma, Cagliari"TUTTOmercatoWEB.com
venerdì 30 dicembre 2022, 17:15Interviste
di Martina Musu

L'AD dell'Ascoli Andrea Leo, al termine del girone d'andata, ha parlato attraverso ha rilasciato alcune dichiarazioni a Terrasport.it 

"Nell’estate del 2018 ho partecipato a tutte le attività e trattative che hanno portato al passaggio delle quote dalla vecchia proprietà all’attuale, guidata dall’imprenditore romano Massimo Pulcinelli, nonché titolare della Bricofer Group: società per la quale ricopro il ruolo di responsabile del controllo di gestione. Il patron mi ha voluto al suo fianco anche dopo l’acquisizione dandomi la carica di amministratore delegato e soprattutto regalandomi la possibilità di vivere, non come semplice spettatore, il mondo del calcio professionistico - ha dichiarato Leo -. L’Ascoli Calcio viene fondato nel 1898 e con i suoi 124 anni di storia si colloca al terzo posto tra le squadre italiane più “antiche” in attività dopo il Genoa e la Juventus. Per me è un onore essere entrato a far parte di questo storico club. Quello di Costantino Rozzi, il presidentissimo per tutti i tifosi Ascolani, di allenatori che hanno fatto la storia del calcio come Carlo Mazzone: innamorato della città di Ascoli prima da calciatore e poi da allenatore, al pari del grande Vujadin Boskov che inizio la sua carriera in Italia portando l’Ascoli in Serie A nella stagione 1985/1986, di calciatori come Walter Casagrande, Oliver Bierhoff, Juary, Fabio Quagliarella, Andrea Barzagli, solo per citarne alcuni. Sto vivendo un’esperienza che un giorno mi permetterà di dire, nel mio piccolo, che ho gioito per l’Ascoli Calcio, ho sofferto per l’Ascoli Calcio, sono stato parte dell’Ascoli Calcio. La Serie B di quest’anno è stata dagli addetti ai lavori ribattezzata “A2”. Non è usuale vedere nel campionato cadetto realtà come Genoa, Bari, Parma, Cagliari, Brescia, Palermo, Benevento, Como eccetera. Dovrei citare praticamente quasi tutte le squadre, senza dimenticare l’Ascoli. Competere con società che hanno fatto la Serie A fino a pochi mesi fa e per moltissime stagioni, con rose di calciatori di primissimo livello con strutture societarie di grande spessore, non può che generare per chi lavora in questo mondo una smisurata voglia di competere e lottare per dimostrare che in questo campionato ci puoi stare, anzi che sei qui per dire la tua".