Luca Cheri (dir. Museo Nivola): "L’opera Ai Sardi appartiene al suo ultimo periodo creativo"

Luca Cheri (dir. Museo Nivola): "L’opera Ai Sardi appartiene al suo ultimo periodo creativo"
Oggi alle 17:30News
di Martina Musu

L'Away Kit 25/26 del Cagliari è ispirato all'opera "Ai Sardi", ed è un tributo a una delle eccellenze della Sardegna: Costantino Nivola.

Luca Cheri, direttore del Museo Nivola ha raccontato ai canali ufficiali del club l'essenza dell'arte di Nivola, la sua storia, il contesto culturale, artistico da cui ha tratto origine e dove oggi trova compimento.

"Siamo a Orani, nel cuore dell’isola e del Mediterraneo, un luogo magico incastonato tra le colline della Barbagia. È un paese che ha dato i natali a numerosi artisti, tra cui Costantino Nivola, e che da trent’anni ospita il Museo a lui dedicato. Quest’anno festeggiamo il nostro anniversario: tre decenni in cui il museo è cresciuto e si è trasformato.

In questo momento ci troviamo nello spazio della collezione permanente, dove sono custodite le opere di Nivola. Ma il museo è anche molto altro: ospita mostre temporanee, si estende in un grande parco sempre aperto alla comunità e, da quest’anno, ha rinnovato l’area dedicata alle residenze artistiche. Dal 2026, qui accoglieremo artisti da tutto il mondo, offrendo loro la possibilità di vivere e lavorare a contatto con questi spazi.

A Orani ci sono due luoghi particolarmente legati alla memoria di Nivola. Il primo è la facciata della chiesa di Sa Itria, decorata nel 1958 con un suo graffito. Il secondo è il progetto “Pergola Village”, concepito dall’artista ma rimasto irrealizzato in vita, che oggi — dopo circa settant’anni — sta finalmente prendendo forma grazie alla collaborazione tra Fondazione Nivola, Comune e Regione.

Per molti artisti, il viaggio è una metafora di ricerca. Per Nivola, invece, fu il fondamento stesso della sua vita. A soli 15 anni venne notato dall’artista oranese Mario De Littara, che lo prese con sé come apprendista. Da lì iniziò un percorso che lo portò da Orani a Sassari, poi a Monza, dove conobbe altri artisti sardi come Pintori e Fancello. Dopo aver lavorato per Olivetti e sposato Ruth Guggenheim, dovette fuggire dal fascismo. Si trasferì prima a Parigi e poi negli Stati Uniti, dove conobbe Le Corbusier: un incontro decisivo che lo portò a sviluppare la tecnica scultorea del sand casting, quella che lo rese celebre.

Molte delle sue opere sono legate alla Sardegna. Era amico dell’archeologo Giovanni Lilliu, e nei suoi lavori compaiono spesso richiami a figure come la Dea Madre neolitica, evidente già nei primi sand cast. Sebbene noto soprattutto come scultore, Nivola amava anche la pittura: agli inizi, come allievo in Italia, e poi negli anni ’70, quando realizzò una serie di vedute di New York, una delle quali è conservata al Museo Nivola. L’opera Ai Sardi appartiene proprio a questo ultimo periodo creativo.

Il nostro è un museo lontano dalle coste e dal turismo balneare di massa, attivo tutto l’anno. Promuoviamo un turismo lento, colto e consapevole, capace di far scoprire Orani e il territorio circostante in una giornata intera, anche grazie alla rete del Distretto culturale del Nuorese. È questa la nostra cifra distintiva nel panorama turistico"