Paolino: "Cagliari, Pisacane ha cambiato la mentalità. Con Nicola non mi divertivo. Serve una punta dopo l'infortunio di Belotti"

Intervistato da Notiziesportive.net, Raffaele Paolino ha fatto il punto della situazione in casa Cagliari, dopo sei giornate di campionato. Di seguito le parole dell'ex attaccante, attuale opinionista televisivo per Telelombardia. Parlando delle differenze rispetto al recente passato, Paolino ha dichiarato: "Quello di Nicola andava in trasferta a fare le barricate, e certamente non era una di quelle squadre che ti divertiva. Questo Cagliari è differente. Gioca sempre per provare a fare risultato, è coraggioso. Pisacane gli ha dato una mentalità differente rispetto al recente passato. A me piace molto, finalmente si vede una squadra propositiva".
L’ex attaccante ha poi commentato l’infortunio di Belotti e le possibilità per Borrelli: "Onestamente credevo che Belotti fosse un calciatore finito, invece mi ha smentito. Aveva iniziato molto bene; peccato per il bruttissimo infortunio. Borrelli ha un fisico impressionante, è giovane e credo possa esplodere in maniera definitiva". Sul mercato di gennaio, Paolino invita alla prudenza ma individua una necessità chiara: "È presto per dirlo. Sicuramente dopo il grave infortunio di Belotti, sarà necessario acquistare una punta. Due per affrontare la stagione, sono obiettivamente poche".
Un passaggio anche sui ricordi del Sant’Elia e sull’importanza degli stadi moderni: "Lo stadio oggi è fondamentale, incassi e operatività dell’impianto sono fondamentali per reggere i costi che orbitano attorno ad un club moderno. Del Sant’Elia ho ricordi da brividi. Cito un Cagliari-Pescara con mio gol di testa, e conseguente invasione di campo. Cagliari-Torino o Triestina. Partite con 40.000 spettatori, una spinta e un tifo caldissimo. Bellissimo, una scalata dalla C alla A che rimarrà scolpita nella storia per sempre".
Infine, qualche considerazione sui protagonisti rossoblù e sui grandi campioni incontrati in carriera: "Io dico Mina, leader del reparto difensivo, Esposito, che spero esploda definitivamente e Borrelli. Ho giocato con diversi calciatori forti, ma credo che nessuno fosse al livello di Enzo Francescoli. Una classe immensa, il primo ad arrivare e l’ultimo a lasciare il campo di allenamento. Un esempio per tutti, un campione a 360 gradi. Avversario? In quegli anni c’erano veramente giocatori fortissimi, la Serie A poteva vantare i migliori calciatori del mondo. Senza dubbio nomino Maradona e poi Van Basten. Calciatori di un’altra categoria".