Pedullà: "Se Piccoli vale 30 milioni, Osimhen non può valerne solo 50"

Pedullà: "Se Piccoli vale 30 milioni, Osimhen non può valerne solo 50"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
Ieri alle 21:30News
di Vittorio Arba

Tramite un video postato sul proprio canale Youtube, il giornalista Alfredo Pedullà ha criticato aspramente le alte valutazioni riguardanti gli attaccanti, nel mercato in corso di svolgimento. Tra questi, anche Roberto Piccoli, valutato 30 milioni dal Cagliari. Di seguito le parole di Pedullà, sintetizzate da TuttoCagliari.net: Se la valutazione di Lucca è di 40 milioni e quella di Piccoli è di 30, allora mi sembra che Osimhen non possa valere soltanto i 50-55 milioni della prima offerta ricevuta – offerta che il Galatasaray, evidentemente, vorrà migliorare. Qualcuno dirà: “Ma il suo contratto scade nel 2026”. Attenzione, non è proprio così: il contratto scadrebbe nel 2027 se il Napoli esercitasse l’opzione di rinnovo, ma non vuole farlo perché in quel caso scatterebbe un ingaggio da 15 milioni netti a stagione. Lasciamo perdere – ma solo fino a un certo punto – che Osimhen sia stato protagonista con il Galatasaray o che abbia vinto uno scudetto con il Napoli. La sproporzione mi sembra clamorosa. Dobbiamo metterci d'accordo: ognuno fa come vuole, certo, ma non si dovrebbero superare alcuni limiti. Per me qui si sfiora un punto di non ritorno. Il Napoli segue da tempo Darwin Núñez, e la sua valutazione – così come l’eventuale affondo – dipenderà moltissimo dalla cassa che si farà con la cessione di Osimhen. Ho già detto tempo fa: il Napoli può chiudere per Lucca in qualsiasi momento, ma vuole aspettare e capire quanti soldi potrà spendere. Se arrivano 70-75 milioni per Osimhen, cambia la libertà di manovra rispetto a una situazione in cui quei soldi non arrivano. Darwin Núñez li può valere 55 milioni, magari anche 60. Ma se andiamo oltre quella cifra, secondo me no. Può essere 40 Lucca e 60 Núñez, ma non c’è una differenza così sostanziale tra le loro storie – lasciando da parte l’ultima stagione. Se volete possiamo andare avanti a fare altri nomi, per dimostrare che questo è un mercato completamente drogato. Tutti pensano che il proprio gioiello sia il migliore, ma non può esserlo per forza. Un buon gioiello non è detto che abbia smeraldi e rubini, che sono riservati a chi davvero ha qualcosa in più. Kolo Muani, ad esempio, è un attaccante eccellente.

Ma se vale 60 milioni, allora Lucca 40 e Piccoli 30+5 mi sembrano cifre fuori scala. La Juventus ci sta riprovando per averlo in prestito, ma il PSG – almeno per ora – non apre. La domanda è: oggi possiamo davvero accettare che sia chi ha il cartellino a fare il prezzo, senza tener conto del contesto? Quei soldi sono tanti o non sono troppi? Perché se valuto Piccoli e Lucca così, devo essere coerente anche con gli altri. Vorrei che ci fosse più equilibrio nelle valutazioni. Potrei aprire mille altri discorsi. Boniface, per esempio, è forte, ma viene da un paio di infortuni che ne hanno condizionato il rendimento. E chiudo con un altro nome: Mateo Retegui, capocannoniere del campionato. L’Atalanta lo vuole. Vi ho raccontato che l’Al-Gharafa ha offerto 53 milioni, ma l’Atalanta ne chiede 60. Ho letto delle critiche a questo atteggiamento, ma per me fa bene a tenere il punto: se per Lucca devo pagare 40, allora chi ha segnato quasi il doppio deve valere almeno 60. Sicuramente il dibattito si spacca. Ma il punto è questo: oggi non c’è più tanto equilibrio, né una vera logica. È come se il calciomercato fosse diventato una religione. Ognuno spara cifre a caso, e ogni botto rischia di esploderti in mano".