Virgilio Perra: "Cagliari, non è possibile prendere gol sempre su palla inattiva"

Intervenuto nel corso della trasmissione "Rossoblù 100", condotta da Bruno Corda, Virgilio Perra ha commentato il ko del Cagliari contro il Bologna. Le parole dell'ex tecnico - tra le altre - di Selargius, Nuorese e Atletico Calcio, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Ieri il Cagliari ha cambiato impostazione, tornando alla difesa a quattro e schierando un 4-5-1 che in fase offensiva diventava un 4-3-3, ma è stata una scelta che non ha portato risultati. Nel primo tempo la squadra ha fatto pochissimo, quasi nulla, a parte l’occasione di Felici su un regalo del Bologna. Eppure anche loro non avevano fatto granché fino al solito gol da calcio d’angolo. E qui il problema è sempre lo stesso: non è possibile che una squadra così alta fisicamente subisca continuamente gol su palla inattiva. Questo significa che c’è qualcosa che non funziona a livello di attenzione, di tempismo, di cattiveria. Non attacchiamo mai la palla, guardiamo sempre il pallone e mai l’uomo. Così si prendono gol ogni settimana. Nel secondo tempo Pisacane ha provato a cambiare, ha inserito giocatori offensivi, ma la squadra è rimasta imballata, poco reattiva, lenta nelle scelte. Non c’è mai stata una sensazione di pericolo per il Bologna. E poi, quando prendi il 2-0, si spegne anche quel poco di fiducia che avevi. È chiaro che la marcatura a zona o a uomo non è il problema in sé, ma la modalità con cui la applichi.
Se una cosa non funziona, devi cambiare. Non puoi restare fedele a un’idea solo per principio. E lo stesso vale per i moduli: non si può cambiare sistema ogni settimana, i giocatori hanno bisogno di certezze. Il Bologna, che è una squadra costruita per l’Europa, lo dimostra: idee chiare, ruoli definiti, equilibrio. Noi invece cambiamo sempre e sembriamo ogni volta un cantiere aperto. Il Cagliari deve rischiare di più, deve smettere di avere paura. È meglio perdere provandoci che arrendersi prima di cominciare. Bisogna accettare i propri limiti, ma metterci coraggio. Con Adopo, Folorunsho e Prati non puoi fare possesso, devi giocare in verticale, devi andare forte. Invece oggi abbiamo aspettato, senza mai dare la sensazione di poter colpire. E alla fine il risultato è stato la logica conseguenza di una squadra che non ci ha creduto".