Vittorio Sanna: "Cagliari, si parla di stadio dal 1996. Jankto simbolo della "tragedia" sportiva, invece Piccoli..."

Vittorio Sanna: "Cagliari, si parla di stadio dal 1996. Jankto simbolo della "tragedia" sportiva, invece Piccoli..."TUTTOmercatoWEB.com
Ieri alle 23:45News
di Vittorio Arba

Nel corso dell'evento per il decennale di Galleria Progetti, il giornalista Vittorio Sanna ha parlato dello sviluppo e della gestione dei giovani nel Cagliari. Le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Nel 1996 Cellino presentò il primo plastico per un nuovo stadio, è in quell'anno che si iniziò a parlare di stadio. A Bergamo, invece, hanno iniziato a parlarne solo nel 2013. E nel 2018 avevano già lo stadio pronto. Guardate un po’ che differenza. Nel frattempo, il Cagliari già valorizzava il settore giovanile, come lo aveva sempre fatto in passato. Va detto chiaramente: finché c’è stato Matteoli, abbiamo visto tantissimi giovani esordire in Serie A, e con un'impostazione precisa — volevano un settore giovanile a forte identità sarda. Ora ci sono anche altri ragazzi di valore, che “diventano” sardi col tempo. Prendiamo Coppola: è nato fuori, ma ormai è sardo a tutti gli effetti. Il cambiamento qual è? Quello che spero avvenga anche quest’anno. Guardiamo l’Atalanta: com’è cambiata? Ha creato un canale diretto con il proprio settore giovanile. Non puoi basarti solo su giocatori a fine carriera.

E qui faccio un esempio legato alla tragedia sportiva di quest’anno: il simbolo è Jankto. Non puoi avere a libro paga, per 1 milione (che lordi diventano 2), un giocatore che fa 0 minuti. Neanche una presenza in Coppa Italia. Questo è sperpero. Poi vai a vedere chi ti ha dato di più: Piccoli. Arrivato in prestito, ha fatto 10 gol e 6 assist. Guadagna 300.000 euro, quindi ti è costato 600.000. L’altro 2 milioni. Capite la proporzione? Cosa voglio dire con questo? Che la linea che deve seguire il Cagliari è chiara: quanti 28enni o 30enni affidabili abbiamo in rosa, che possono fare da base? Teniamoli. Ma invece di prendere giocatori a fine carriera, che anche se volessero non ce la fanno più… fai crescere un ragazzino".