Vittorio Sanna: "Mutandwa insegna: un anno senza giocare, oggi segna in Austria"

Vittorio Sanna: "Mutandwa insegna: un anno senza giocare, oggi segna in Austria"
Oggi alle 11:15News
di Giorgia Zuddas

Il giornalista Vittorio Sanna, attraverso un intervento pubblicato sul suo canale YouTube, ha riflettuto sulla gestione dei giovani dopo la Primavera, tra prestiti in categorie minori e inserimento graduale in prima squadra. Di seguito le sue parole:

"Ieri è tornato con forza il tema dei giovani. Cosa fare dopo il percorso fino alla Primavera? Meglio mandarli in prestito nelle categorie inferiori, sperando che possano giocare, o tenerli per inserirli gradualmente e farli crescere in una categoria superiore, come la nostra, dove la tutela del ragazzo è certamente più garantita? Spesso cosa succede? Che si dà priorità al fatto che il ragazzo possa giocare, pensando che giocare equivalga sempre a crescere. Verissimo: giocare è importante, ma farlo in Serie C o Serie B pone dei problemi. Siamo sicuri che sia davvero un passo avanti rispetto al lavorare in un contesto di Serie A? E ancora, siamo sicuri che poi questi ragazzi giocheranno davvero? Perché se alla fine un giocatore va in una squadra di Serie B o C e non gioca, si limita ad allenarsi - certo, è il suo lavoro - ma lo fa in un ambiente dove stimoli, livello tecnico, ritmo e intensità sono inferiori a quelli necessari per crescere.

Guardiamo l'esempio di Kingstone Mutandwa: è rimasto un anno senza giocare, ma si è allenato con il Cagliari in Serie A. Poi è andato in Austria, in Bundesliga, e sta ben figurando: titolare, 3 gol e 1 assist in 9 partite. Questo dimostra che un anno di allenamento coi grandi può essere un corso ad altissimo livello. Il tema dei prestiti, delle cessioni e della valorizzazione del lavoro fatto in Primavera va affrontato partendo da una domanda chiave: qual è la soluzione migliore per il ragazzo? Solo da lì si può evitare di sperperare un patrimonio costruito negli anni. Magari tenerlo un anno ad allenarsi con la prima squadra, e poi cederlo in prestito non in Serie C, ma in una categoria più alta o in un campionato estero, dove possa esprimersi con ciò che ha già acquisito. Perché il vero gap da colmare è proprio quello che si crea tra l’uscita dalla Primavera e l’ingresso nel calcio dei grandi. Da questo punto di vista, c’è bisogno di studiare. Qualcosa va cambiato. Negli ultimi anni qualche giovane è arrivato fino alla ribalta, ma quanti se ne sono dispersi, pur avendo il potenziale per dare molto di più?".