Caprile: "La Nazionale è il coronamento di un sogno. Ringrazio il Cagliari e i suoi tifosi"
Elia Caprile, intervistato da Vivo Azzurro TV, ha parlato della sua carriera e dell'arrivo del primo figlio. Di seguito le sue parole sintetizzate da TuttoCagliari: "Buffon è stato colui che mi ha fatto avvicinare al ruolo, colui che mi ha fatto innamorare della maglietta diversa, dell'essere diverso in campo, dell'avere i guanti, dello sporcarsi e di avere anche delle responsabilità".
Cosa rappresenta la prima convocazione in nazionale?
"Beh sicuramente il coronamento di un sogno, però non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza perché credo che sono arrivato qua con lavoro e sacrifici e non voglio smettere ora di lavorare tanto e di sacrificarmi. La chiamata del mister? Non me l'aspettavo, l'ho scoperto venerdì post allenamento col Cagliari ed è stata una bella sorpresa. La prima telefonata che ho fatto?Aalla mia fidanzata".
Cosa ti porti dietro di tutte le esperienze fatte in carriera, anche all'estero, e quanto è stato fondamentale per quello che tu sei oggi?
"E' stata fondamentale perché mi ha aperto un mondo sia a livello sportivo che a livello di vita, mi ha aperto la mente e mi ha obbligato ad adattarmi a situazioni nuove, a una lingua nuova che non sapevo. Ho passato il covid e il lockdown da solo, quindi mi sono dovuto adattare. E' stato difficile, però io sono molto contento di averla fatta".
Oltre a Bielsa ci sono stati altri allenatori decisivi?
"Tutti quelli che hanno creduto in me: Mignani in Serie B, Zanetti in serie A anche se per poco perché poi dopo mi sono fatto male, lo stesso mister Conte anche se ho giocato poco, Nicola a Empoli e a Cagliari e adesso mister Fabio Pisacane e poi tutti mister dei portieri. Cerco sempre di trarre qualcosa di nuovo, qualcosa di bello da ogni persona che incontro nel mio percorso".
C'è un ricordo che ti lega a Bielsa?
"La prima convocazione in Premier League è una di quelle cose che mi porterò per sempre dentro di me".
Che ruolo hanno avuto i tuoi genitori?
"Hanno sempre appoggiato le mie scelte, credo che senza di loro io non sarei oggi in nazionale e non sarei né la persona che sono né il portiere che sono. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che hanno sempre creduto in me e hanno sempre appoggiato i miei sogni, sacrificandosi tanto e sono contento di essere diventato quello che sono oggi".
La scelta di lasciare Napoli per giocarsi le proprie carte a Cagliari?
"Io mi alleno per giocare, quindi se non ho la partita soffro tanto perché voglio essere decisivo e mi piacciono le responsabilità. Feci la scelta di andare via da Napoli perché non vedevo uno sbocco per giocare e sono stato molto contento di arrivare a Cagliari e ringrazio e Cagliari e i tifosi del Cagliari".
In cosa ti senti di essere cambiato di più negli ultimi anni?
"Mi sono adattato a campionati diversi, a livelli diversi, perché ho fatto la serie C, la serie B e la serie A che richiedono cose diverse e ho avuto la fortuna di conoscere mister che mi hanno chiesto cose diverse, quindi mi sono anche dovuto mettere alla prova. Mi sento cambiato in tutto, migliorato in tutto, però so che non sono neanche a metà del percorso e ho ancora tanta strada da fare, tante cose da imparare".
La nascita del primo figlio?
"Sono giorni particolari perché dovrebbe nascere a giorni e mi è arrivata la convocazione quindi è stata una bellissima settimana ricca di gioie. Spero che mio figlio mi aspetti per qualche giorno in più. Si chiamerà Edoardo. Un sogno nel cassetto? Essere un bravo papà".