Claudio Onofri: "Il Genoa, così come il Cagliari, non ha ancora una sua identità di gioco ben precisa. Soprattutto per quanto riguarda la fase offensiva. Al Grifone servirebbero come il pane un centravanti, un difensore centrale e un regista"
Claudio Onofri, ex calciatore ed ex allenatore del Genoa notoriamente molto vicino alle vicende del Grifone, ai microfoni di Tuttocagliari.net fa il punto sulla condizione psicofisica della formazione guidata dal neo tecnico Daniele De Rossi a dieci giorni dalla sfida dell’Unipol Domus contro il Cagliari.
Claudio, qual è lo stato di salute del Genoa, che dopo una pesante striscia negativa ha ottenuto quattro punti nelle ultime due partite?
“Il Grifone non ha ancora un’identità precisa. L’arrivo di Daniele De Rossi in panchina ha portato una ventata di novità e anche un maggiore spirito di attaccamento ai colori rossoblù. Lasciando da parte la tattica e i moduli, il senso di appartenenza è un valore che conta tanto. A Genova ancor più che in altre piazze, specie quando giochi al Ferraris dove ci sono sempre oltre trentamila spettatori che ti trascinano anche nei momenti più bui e deprimenti.
Detto questo, sarà fondamentale che la società ligure intervenga massicciamente sul mercato non appena ci sarà la riapertura delle trattative a gennaio. A mio avviso tre ruoli, all’interno dell’organico di De Rossi, sono ancora scoperti: urgono un centravanti, un difensore centrale e un valido regista. In realtà il regista potrebbe farlo con buoni risultati Ruslan Malinovskyi, che non ha mai interpretato quel ruolo ma che avrebbe la tecnica e la visione di gioco per prendere in mano le redini del centrocampo.”
Che impressione le ha fatto fino a questo momento, invece, il Cagliari del debuttante Fabio Pisacane? I sardi erano partiti col vento in poppa, poi qualcosa si è inceppato - complice anche il grave infortunio occorso a Belotti - e da parecchie gare a questa parte Prati e compagni sudano le proverbiali sette camicie per sfondare in zona gol. Le occasioni arrivano col contagocce e il gioco corale non decolla.
“E a maggior ragione la gara contro il Genoa acquisisce ancora più importanza. Il Cagliari avrà il vantaggio di giocare in casa, il che è una considerazione sempre piuttosto banale eppure da non sottovalutare. Anche se quando i risultati non arrivano scendere in campo tra le mura amiche può metterti addosso una pressione notevole che, alla lunga, rischia di schiacciarti. Dal punto di vista tattico il Genoa si comporta molto meglio contro le compagini nettamente più forti, perché non dispone di una sua fisionomia di gioco precipua e riconoscibile dalla cintola in su. Può dunque adattarsi e speculare sull’avversario. Viceversa, quando affronta le parigrado si evidenzia oltremodo la sostanziale mancanza di un gioco offensivo. In ragione di ciò è estremamente difficile azzardare un pronostico per una sfida come quella tra Cagliari e Genoa, che a questo punto della stagione comincia ad assumere una certa importanza tanto per i quattro mori quanto per il Grifone. Di sicuro entrambe le squadre - ma direi soprattutto quella ligure - devono ancora sviluppare un’identità di gioco ben precisa.”