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ESCLUSIVA TC - CICCIO GRAZIANI: "Il Cagliari aveva le qualità tecniche per ottenere qualche punto in più, anche se stimo molto Nicola. Pisacane? Un giovane promettente che meritava una chance. Ma conosce anche lui i rischi a cui va incontro"

ESCLUSIVA TC - CICCIO GRAZIANI: "Il Cagliari aveva le qualità tecniche per ottenere qualche punto in più, anche se stimo molto Nicola. Pisacane? Un giovane promettente che meritava una chance. Ma conosce anche lui i rischi a cui va incontro"TUTTOmercatoWEB.com
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di Matteo Bordiga

Francesco “Ciccio” Graziani, centravanti iconico del calcio italiano e Campione del mondo - da protagonista - nel 1982 con l’Italia di Enzo Bearzot, ai microfoni di Tuttocagliari.net commenta tanto il campionato disputato dal Cagliari di Davide Nicola quanto la successiva separazione tra il club rossoblù e il tecnico piemontese, sostituito dall’ex allenatore della Primavera Fabio Pisacane.

Ciccio, il Cagliari di Nicola, specie nella seconda parte del campionato, non sempre ha destato una buona impressione. La squadra spesso ha adottato un atteggiamento fin troppo conservativo, affidandosi quasi esclusivamente ai lanci lunghi e lasciando Roberto Piccoli isolato in avanti a combattere coi difensori avversari. Ciononostante la salvezza, obiettivo stagionale fissato dalla società, è arrivata. A suo giudizio come può essere archiviata la stagione rossoblù?

“Il bicchiere secondo me è mezzo pieno. È vero che la squadra, per la rosa di cui disponeva, in certi momenti ha sofferto un po’ troppo. Però ci vuole equilibrio nelle valutazioni: i tanti infortuni occorsi durante la stagione, ad esempio, hanno condizionato il rendimento del Cagliari. Alla fine la salvezza è arrivata con una giornata d’anticipo. E in più c’è stato anche un breve periodo in cui i sardi erano totalmente fuori dalla bagarre-retrocessione, ragion per cui potrebbero aver perso un po’ di stimoli e di cattiveria agonistica. Poi per addentrarsi in commenti più approfonditi bisognerebbe conoscere la realtà isolana dall’interno.”

A suo parere l’organico a disposizione di Nicola dal punto di vista tecnico valeva qualcosa in più rispetto al quindicesimo posto finale o, al contrario, il mister piemontese ha ottenuto il massimo dai suoi giocatori?

“Sono convinto che ci fossero i presupposti per fare qualcosa di più. Non me ne voglia Davide Nicola, un tecnico che stimo tanto: ha carattere, personalità e mordente e riesce a entrare nel cuore dei suoi calciatori. A Cagliari ha incontrato diverse problematiche, tanto che alla fine il sodalizio col club si è interrotto.”

Capitolo-Pisacane. Per qualcuno la scelta del presidente Giulini potrebbe rivelarsi un’idea illuminata, mentre altri la ritengono un azzardo eccessivo. Lei cosa ne pensa?

“Mah, se la società ha ritenuto di affidare la squadra a Fabio Pisacane significa che per i dirigenti rossoblù questa, ora come ora, era la scelta giusta. Poi strada facendo vedremo se il neotecnico riuscirà a farsi seguire dai giocatori e a compensare la mancanza di esperienza con le sue idee tecnico-tattiche. Di sicuro è un ragazzo giovane e ambizioso. Certo, c’è chi in questi casi invoca la gavetta, sostenendo che facendo un percorso che inizi dalle categorie inferiori si arrivi più preparati alla prova del nove della serie A. Ma a un tecnico promettente come Pisacane prima o poi andava data un’opportunità seria.

Una cosa è certa: in Italia quello che conta è il risultato. Per cui se, ad esempio, il Cagliari dovesse perdere tre e pareggiare due delle prime sei partite per Pisacane il rischio-esonero potrebbe materializzarsi. Anche perché a quel punto la gente comincerebbe a rinfacciargli la sua scarsa esperienza…”

Questa è la classica mentalità italiana. Si ripete fino all’ossessione di dare fiducia ai giovani ma poi, spesso, non gli si dà il tempo di lavorare.

“Esatto. I giovani non vengono supportati, perché nel momento in cui le cose non vanno per il verso giusto allora vengono fuori le magagne. E i problemi diventano insormontabili. Io naturalmente auguro a Pisacane di fare un grande campionato, ma conosce anche lui i rischi a cui va incontro. Purtroppo in questo Paese quando non arrivano i risultati nessuno ti dà una mano: le stesse persone che prima avevano creduto in te improvvisamente ti voltano le spalle. E fanno scelte diverse.”