ESCLUSIVA TC - MARINA PRESELLO (SKY): "Una promozione come una favola, dal riscatto di Pavoletti alle lacrime di Ranieri. Nandez piace a tanti: il mercato porterà sicuramente qualche novità. Ma l'organico del Cagliari è di qualità"

Una promozione meritata e legittimata sul campo, soprattutto grazie a quel grande condottiero che risponde al nome di Claudio Ranieri.
Marina Presello, giornalista e volto di Sky, l’aveva detto in tempi non sospetti che il Cagliari era tra le favorite, se non la favorita in assoluto, ai playoff per il ritorno in serie A. Per via di quel valore aggiunto rappresentato da Ranieri, comandante abituato alle missioni impossibili.
Marina, che idea si è fatta delle gare di playoff contro Venezia, Parma e Bari? Il Cagliari è salito in serie A con merito e, magari, anche con un pizzico di fortuna?
“Secondo me è cambiato tutto nel secondo tempo col Parma. Quella rimonta strepitosa e difficile da immaginare all’intervallo ha accresciuto in tutta la squadra la consapevolezza di potercela davvero fare. Non deve essere stato facile rialzarsi dopo la delusione del pareggio contro il Bari arrivato proprio all’ultimo secondo nella finale d’andata all’Unipol Domus, ma un uomo dell’esperienza di Ranieri sa dare la giusta importanza e il giusto peso alla pressione, che in questi momenti così delicati va gestita. Va bene, da un lato, avere la smania di ottenere a tutti i costi un risultato e la tensione che da ciò deriva, ma dall’altra parte occorre convogliare la pressione sul binario giusto, per tirarne fuori l’energia necessaria ad affrontare con il miglior stato d’animo possibile le gare decisive.
In più, questa promozione assomiglia veramente a una favola. Evidentemente era scritta nel destino: quando è entrato Pavoletti, che proprio con la buona sorte aveva un conto aperto, ho subito pensato: ‘Adesso succede qualcosa’. Dopo tanti infortuni e tanta sofferenza è stato lui l’uomo copertina, colui che ha riportato il Cagliari in serie A.
E poi che dire della commozione finale di un uomo di 72 anni che ha vinto ovunque, che ha costruito una carriera leggendaria ma ha voluto rimettersi in gioco accettando la grande sfida di trascinare il ‘suo’ Cagliari in serie A? Un’emozione unica, una scena davvero toccante. Questo insegna che nella vita non si finisce mai di imparare e che non bisogna mai mollare la presa: può sempre capitarci in sorte una seconda occasione per fare la storia.”
Ha notato anche lei, nell’ultima parte di campionato e poi nei playoff, un Cagliari più determinato e più convincente in trasferta che non all’Unipol Domus? Le gare al Tardini contro il Parma e al San Nicola contro il Bari sembrerebbero confermare questa impressione.
“Anche il Bari, per lunghi tratti della stagione, ha giocato meglio lontano dalle mura amiche. Non so se sia per una questione psicologica, per la consapevolezza di dover vincere a tutti i costi davanti al tuo pubblico che inconsciamente ti frena e ti condiziona in campo… Sta di fatto che, in generale, ho molto apprezzato la metamorfosi compiuta dal Cagliari a partire dall’arrivo di Ranieri: gli uomini che il mister ha scelto, quelli su cui ha puntato maggiormente, quelli che ha recuperato da una situazione difficile e che ha rilanciato, facendoli rendere come prima magari non facevano. E anche la propensione a non rinunciare a essere aggressivi e a imporre il proprio gioco fuori casa è un altro grande segnale di coraggio.”
Capitolo calciomercato: cosa possiamo aspettarci dal nuovo Cagliari griffato Ranieri in serie A? Soprattutto cosa devono aspettarsi i tifosi dalla campagna di rafforzamento della squadra, già iniziata con l’acquisto di Sulemana dal Verona?
“La prima cosa che mi auguro è che i dirigenti ascoltino Ranieri. Lui, che è un manager navigato, saprà sicuramente consigliare al meglio la società sui colpi da mettere a segno. Poi non dimentichiamoci che attorno a qualche nome pesante del Cagliari stanno già circolando voci piuttosto insistenti: l’interesse rinnovato per Nandez da parte di diversi top club non è un mistero. Qualche cambiamento, dunque, sicuramente ci sarà. Ma a mio parere i rossoblù partono da un’ottima base, che va solo rifinita e limata con alcuni innesti mirati per ciascun reparto.
La dirigenza sarda negli ultimi anni non si è mossa male sul mercato. Mancava magari quella capacità di far rendere i giocatori al centouno per cento delle loro potenzialità. Di tirare fuori da ciascuno di loro il meglio del meglio. Proprio quel ‘quid’ in più che ha portato il nuovo allenatore.
Ora come ora i giocatori per affrontare la serie A, secondo me, ci sono. Nandez è formidabile, Lapadula certamente va sottoposto alla prova del nove in massima serie ma è uno che può cambiarti il volto della partita in un batter di ciglia. L’organico del Cagliari non va sottovalutato. Va soltanto puntellato e migliorato scientificamente, ruolo per ruolo.
Poi ci sono i giovani sui quali scommettere e investire. Penso a Luvumbo, che deve crescere ma con il Parma è stato il salvatore della patria. D’altra parte l’obiettivo di partenza dei sardi è quello di una salvezza tranquilla: credo che la retrocessione di un anno fa sia stata di insegnamento alla società, da questo punto di vista. E abbia indicato la strada, al fine soprattutto di evitare il ripetersi di determinati errori.”