ESCLUSIVA TC - NANDO ORSI: "Cagliari, salvezza quasi raggiunta ma alla squadra manca personalità. Oggi, con l'Udinese, mi aspettavo una partita ben diversa. Se l'anno prossimo Nicola verrà confermato molte cose andranno totalmente riviste..."

Nando Orsi, ex portiere e attualmente commentatore sportivo, ai microfoni di Tuttocagliari.net azzarda un bilancio più “agro” che “dolce” sulla stagione vissuta dalla formazione allenata da Davide Nicola.
A fronte di una salvezza praticamente acquisita - ma “più per mancanze altrui che per meriti propri” - i tifosi rossoblù hanno infatti dovuto ingoiare più volte l’amara pillola della sconfitta (soprattutto tra le mura amiche: con quello contro l’Udinese sono ben nove i rovesci interni collezionati da Luperto e compagni), con annessa prestazione incolore e spettacolo tecnicamente e agonisticamente scadente.
Insomma, l’obiettivo minimo è stato centrato, ma “l’anno prossimo sarà necessario vedere un altro Cagliari, con un altro spirito e con una mentalità completamente diversa”.
Nando, come commenta la prova dei rossoblù di Davide Nicola al cospetto di un’Udinese che, fin dal primo minuto, è parsa più tonica e più determinata?
“È stata una partita molto deludente quella del Cagliari. Nel primo tempo la squadra è andata forse un po’ meglio, poi nella ripresa non c’è stata reazione dopo il 2-1 dell’Udinese e, infatti, Okoye non ha dovuto fare nemmeno una parata. Insomma, i rossoblù hanno offerto una prestazione estremamente deficitaria. E adesso restano da giocare tre partite nelle quali, a mio avviso, i sardi potrebbero rischiare qualcosa. Anche se alla fine magari per centrare la salvezza basteranno i 33 punti attuali, perché le dirette concorrenti vanno davvero molto piano. Ciò non toglie che oggi mi aspettavo una gara molto più gagliarda e volitiva… Poi all’Unipol Domus, davanti al proprio pubblico - che per inciso quest’anno ha dovuto assistere a tantissime sconfitte interne - c’erano tutti i presupposti per mettere il punto esclamativo sul raggiungimento dell’obiettivo dichiarato.
Questa salvezza, che con ogni probabilità arriverà presto, non è dipesa tanto dal Cagliari, quanto dalle disgrazie delle altre pericolanti.”
È soprattutto l’assenza totale di un’identità e di un’organizzazione di gioco che lascia l’amaro in bocca ai tifosi isolani. Oggi per l’ennesima volta abbiamo assistito a una pletora di lanci lunghi dalle retrovie inconcludenti e approssimativi, facilmente intercettati dai difensori friulani: i rossoblù non hanno quasi mai cercato di giocare il pallone e di costruire azioni ragionate, ma - tanto per cambiare - si sono affidati all’improvvisazione. Come si spiega questo atteggiamento tattico degli uomini di Nicola, peraltro già mostrato in svariate altre circostanze?
“Come ha appena detto lei, questa è stata un po’ una prerogativa del Cagliari di quest’anno. La squadra non ha mai vinto due partite di seguito, dopo un successo ha quasi sempre offerto prestazioni deludenti e abuliche… Secondo me manca un po’ di personalità a un gruppo - inteso come staff tecnico e giocatori - che si è praticamente salvato ma che sinceramente non ha fatto vedere nulla di eccezionale. Anzi, è stato fin troppo ordinario. Una volta messa in cassaforte la permanenza in serie A bisognerà voltare pagina costruendo una squadra diversa, con uno spirito diverso e con ambizioni un tantino più elevate. D’altro canto l’Unipol Domus è stato sempre pieno, quindi i tifosi - per primi - meriterebbero qualche soddisfazione in più.”
Nando, in tutta onestà lei come giudica l’annata di Davide Nicola? Il tecnico a oggi va promosso per aver - quasi - raggiunto l’obiettivo oppure va collocato nel banco degli imputati per il (non)gioco espresso sovente dalla squadra e per la mentalità fin troppo arrendevole che ha contraddistinto tante partite del Cagliari?
“Beh, è ovvio che l’andamento molto ondivago della squadra dipende anche dall’allenatore, oltre che dai giocatori. Se Nicola dovesse rimanere per il prossimo anno il Cagliari dovrà cambiare totalmente atteggiamento e modo di interpretare certe gare. Poi il mister dovrà operare scelte ben precise e definite: in questa stagione ha puntato sul centrocampo a tre, sul centrocampo a due; Prati per un certo periodo è stato rispolverato e poi è stato nuovamente messo da parte. Insomma, certe scelte tattiche hanno fatto discutere. E se la società confermerà il timoniere dovranno essere poste le basi per mostrare - e per ottenere - qualcosa di diverso già a partire dall’annata ventura.”