ESCLUSIVA TC - SIMONE TIRIBOCCHI: "Ieri buono l'approccio, poi è venuto fuori il Frosinone e il Cagliari si è fatto schiacciare. Ranieri ha difeso basso per via delle caratteristiche dei suoi difensori. Col Toro l'aspetto fisico sarà cruciale"
Il gol era il suo mestiere. Ed era un mestiere che conosceva molto bene.
È stato uno di quei “bomber di provincia” che, con la loro prolificità e affidabilità sotto porta, contribuiscono in modo determinante a segnare le sorti di una stagione. E a tracciare il confine tra salvezza e condanna, tra paradiso e inferno.
Centravanti possente e roccioso, fungeva da faro catalizzatore dell’attacco: coniugava la prestanza atletica con una buona dose di opportunismo e con una discreta tecnica di base, che gli consentiva di trovare la via del gol in diverse maniere. Abile anche nel gioco aereo, ha toccato l’apice della sua carriera a Lecce e a Bergamo, dove è stato capace di andare in doppia cifra in serie A per due stagioni consecutive.
Soprannominato “Il Tir” prendendo spunto dal suo cognome, Simone Tiribocchi è oggi un apprezzato commentatore televisivo, aggiornatissimo su tutte le vicende e gli sviluppi del calcio nazionale e internazionale.
Simone, come si può analizzare una partita come quella di ieri a Frosinone? E, dopo questa batosta, quali sono le prospettive del Cagliari in ottica salvezza?
“Il Cagliari sa perfettamente che tipo di campionato deve fare. Secondo me è una squadra molto solida e pratica, a immagine e somiglianza del suo allenatore: uno che sa come spremere il cento per cento da tutti i suoi giocatori e come ottenere i risultati. Ritengo che la società abbia fatto la scelta giusta, dopo quella serie di sconfitte in avvio di stagione, decidendo di lasciare Claudio Ranieri in panchina: faccio fatica a individuare un allenatore migliore per traghettare i rossoblù alla salvezza.
Per quanto riguarda il match di Frosinone, la squadra aveva avuto anche un buon approccio iniziale, passando in vantaggio con Sulemana. Poi nella ripresa è venuto fuori il Frosinone: forse il Cagliari si è fatto schiacciare un po’ troppo, ma non è facile giocare contro i ciociari. I sardi non sono più riusciti a trovare la profondità in avanti. Credo sia mancata anche un po’ di concentrazione: il gol di Mazzitelli è decisamente rivedibile. Il giocatore gialloblù è saltato completamente da solo a centro area.”
Una costante della prima parte di stagione del Cagliari è stata il baricentro molto basso – spesso troppo basso – tenuto dalla squadra. Almeno contro formazioni di pari livello, come ad esempio il Frosinone, non si potrebbe “osare” un po’ di più, cercando con maggiore insistenza la via del gol anziché badare principalmente a contenere gli avversari? O questo, stante la rosa attualmente a disposizione di Ranieri, è l’unico modo in cui i rossoblù possono giocare?
“Non credo che l’interpretazione della partita da parte della squadra vari significativamente da gara a gara.
Un tecnico esperto come Ranieri deve anche valutare che caratteristiche hanno i propri difensori. I difensori del Cagliari sono molto prestanti e forti fisicamente: se li fai difendere a metà campo, molto probabilmente contro attaccanti veloci e abili a sfruttare la profondità andranno in affanno. Per questo penso che l’interpretazione della gara contro il Frosinone da parte di Ranieri fosse quella giusta, sia per le caratteristiche della propria squadra che per le prerogative degli avversari: uno come Cheddira, se gli lasci campo e spazio, può farti male. Chiaramente non puoi fare novanta minuti con la difesa a metà campo, perché altrimenti ti prendi dei rischi inutili. Quando pretendi di alzare la difesa occorre che ci sia una pressione adeguata anche da parte dei centrocampisti e degli attaccanti: non sempre puoi salire di baricentro se là davanti non scatta un pressing fatto nella maniera giusta.
Secondo me una volta che il Cagliari è passato in vantaggio la forza del Frosinone l’ha costretto a stare basso; in più, come dicevo, i difensori sardi sono aitanti e forti di testa, quindi si trovavano più a loro agio a difendere in area di rigore piuttosto che dentro al campo.”
Venerdì all’Unipol Domus arriva il Torino. Cosa deve fare il Cagliari per avere ragione dei granata e cosa deve temere maggiormente Ranieri della compagine allenata da Juric?
“Del Toro il Cagliari deve temere l’intensità di gioco, l’esuberanza fisica e la qualità, in particolare, degli attaccanti. I granata stanno attraversando un ottimo momento di forma: corrono tanto e vengono a pressarti nella tua metà campo. Il Cagliari dovrà approcciare al meglio la gara sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Però i sardi in casa si trasformano: danno fastidio a chiunque e sono supportati da un tifo indiavolato. Credo che Dossena e compagni potranno giocarsela. Sono convinto che l’aspetto fisico alla lunga risulterà determinante, soprattutto nei duelli.”
Al Cagliari forse non conviene metterla sul piano della tecnica individuale e corale: i rossoblù non hanno la proprietà di palleggio e l’organizzazione di gioco del Toro. Magari bisognerà puntare sulla “vis pugnandi”, sulla determinazione e, appunto, sui duelli individuali.
“Certe volte bisogna saper scegliere: provare a giocare bene, a costo di perdere tutte le partite, o concentrarsi al cento per cento sulla salvezza. Mi sembra che l’obiettivo del Cagliari sia chiaro: restare in serie A a tutti i costi. I sardi hanno senz’altro delle ottime individualità, che però ben si conciliano con la dimensione e con le esigenze attuali della squadra. Penso a Viola o a Nandez, che sanno giocare molto bene a calcio ma si sono calati, al pari dei loro compagni, nel contesto di una lotta salvezza dura e serrata. Per cui in questa situazione occorre rischiare il meno possibile. Il che non significa buttare sistematicamente la palla in tribuna, ma capire quando è il caso di giocare e quando, invece, è meglio non andare troppo per il sottile. In poche parole, saper leggere i momenti della gara.”