Mancosu a DAZN Talks: “Serie B più difficile di sempre. Il Cagliari ha ottimi giovani”

Mancosu a DAZN Talks: “Serie B più difficile di sempre. Il Cagliari ha ottimi giovani”TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 15 settembre 2022, 14:15Primo piano
di Paola Pascalis

Marco Mancosu, ha parlato ai microfoni di DAZN Talks, iniziando dal ritorno in Sardegna: "E' bellissimo poter parlare in sardo, mi sento a casa. Con Deiola ci chiamiamo a vicenda Pistacchio. I magazzinieri e i massaggiatori sono sempre gli stessi, anche le persone che lavorano ad Assemini. E' veramente bello essere tornato, sembra che molti aspettassero il mio ritorno. Oggettivamente non ci speravo più, sto vivendo una cosa unica e veramente bella".

Sul mancato ritorno in precedenza: "Ci sono sempre state scelte diverse che non combaciavano con il mio profilo, ma credo di essere arrivato al momento giusto, ho una maturità che prima non avevo. Penso di saper gestire tutte le situazioni che incontrerò, per cui penso di poter dire con certezza che è il momento giusto".

Sul rapporto con Liverani: "Sono facilitato dal mister perché so cosa vuole e cosa chiede e per me è più semplice. Lo conosco a memoria, sono 4 anni con lui. Il suo è un modo di pensare il calcio che non si può spiegare a parole. Non mi sento mister in campo, c'è già lui che pretende tanto dai giocatori, non serve una figura che deve stimolare chi va in campo".

Sulle possibilità di tornare in A: "La Serie B è molto difficile, quest'anno ancora di più. Non ho mai giocato in una Serie B così forte e quindi noi dobbiamo pensare partita dopo partita e mettere in cascina più punti possibile. Ora c'è da correre e basta, poi a marzo tireremo le somme".

Sulle rivali: "Una squadra che mi è piaciuta è la Reggina e potrebbe essere una sorpresa perché è una squadra che sa ciò che fa. Anche Frosinone e Brescia possono dire la loro in questo campionato".

Il rapporto con i compagni: "Con Deiola ci lega un rapporto di anni, ma ho trovato persone alla mano, molto simpatiche come Nandez, Viola, Rog, Goldaniga e Pavoletti. Ho legato subito con loro".

Sul Lecce: "Essere il capitano è stata un'emozione unica, a Lecce ho lasciato il cuore. Ho dato tutto per quella maglia e i tifosi hanno dato tutto a me. Quel rigore ai play off è una macchia nella mia carriera, ma non mi sono mai tirato indietro nelle mie responsabilità. Mi ha fatto male, ma vedere il Lecce in A l'anno dopo ha alleviato quella sofferenza. So come funziona il mondo, quando fai tanto la gente si appiglia agli errori".

L'esordio in Serie A con Giampaolo e il debutto quest'anno: "Ho avuto emozioni molto simili perché sono cose che ho fatto fatica a metabolizzare. E' stato tutto molto veloce, ma tra me e me lo sentivo e mi diceva che non potevo fare un esordio scialbo, volevo che fossero importanti".

Su Giampaolo e Allegri: "Hanno l'esperienza per uscire da questi momenti complicati. Sono due dei migliori allenatori che ho avuto, mi volevano bene e apprezzavano il mio impegno. Io spero che risalgano la china".

Il gol più bello: "Quello a Napoli col Lecce e uno con la maglia della Casertana in Serie C".

Il momento più importante della carriera: "Quando ho notato lo switch è stato alla Casertana, dove ho iniziato a fare campionati importanti. Ma sono stati tanti i momenti importanti, dopo una grande batosta c'è sempre una risalita".

Il rapporto con il Sud: "Adoro la piazza calda, amo il calore del Sud. A Ferrara mi sono trovato bene perché la tifoseria era calda".

Sulla riservatezza durante la malattia: "Non volevo dare alibi al fatto che stessi giocando un po' così, ma poi mentalmente ero molto debole e avevo bisogno di spiegare la mia situazione e sentire l'affetto della gente. La malattia mi ha lasciato strascichi che ho trasformato in vantaggi." 

Il suo idolo: "Kakà ha avuto un posto importante nella mia vita, ero fanatico e pazzo per lui. Poi una persona che lego al Cagliari: Gianfranco Zola che è inarrivabile. Conti è diverso perché per me è stata una persona importante, mi ha cazziato quando era necessario, ma lo ha fatto sempre quando c'era bisogno e, dopo Radja, lo reputo il più forte con cui abbia mai giocato e poter indossare la 5 per me è importante".

Sui giovani: "Qui non sgrido nessuno perché c'è già il mister che pensa ai giovani. Qui ci sono molti giovani come Luvumbo, Obert che mi piace moltissimo. Sono felice che abbiano Liverani come allenatore. A me ha cambiato la vita perché mi ha fatto capire come giocare in modo semplice a pallone. Tutti pensano a far giocare meglio il compagno vicino, questa è la chiave che ci ha dato il mister".

Sui rimpianti: "Cerco sempre di non avere rimpianti, ma dopo il Covid penso mi abbia tarpato le ali perché dopo 14 gol in Serie A, il mercato era fermo e tutte le squadre erano in costruzione. E' un evento più in alto di me, ma non è stato facile. Il mio unico rimpianto è aver iniziato la stagione con il Lecce al massimo e poi ho fatto lo sbaglio di pensare 'cosa ci faccio in Serie B?'. Ho spostato il focus e abbassato il mio livello e questo è stato un errore, ma la vita è così, si sbaglia per imparare".

Il calciatore più forte affrontanto: "Senza dubbio il più forte è Dybala".

Piatto preferito: "Ci sono tanti piatti che mi piacciono, ma il mio preferito sono i culurgiones".

Gli hobbies: "Prima giocavo a Play Station, ma mi toglieva troppo tempo. Ora il mio hobby è il padel, mi piace un sacco".

Sulla figlia: "L'ho subito portata a fare tennis perché è un bello sport, lei è contentissima e ci guardiamo delle partite insieme. Voglio che faccia sport. Il nome Gioia che le abbiamo dato è perché ci piaceva, ma per me rappresenta tutto, non posso pensare a qualcosa che faccio che non sia in relazione a lei. Sono felice che ora i nonni se la potranno godere di più. Lei è la mia vita".