Moreno Torricelli: "Questa Juve manca di personalità: i calciatori devono ritrovare il coraggio di provare la giocata e di caricarsi la squadra sulle spalle. Sarà fondamentale vincere in Champions per preparare al meglio la gara col Cagliari"
Moreno Torricelli, ex bandiera bianconera, ai microfoni di Tuttocagliari.net racconta i “dolori della giovane Juventus” di Luciano Spalletti, che nonostante la buona volontà e le trovate tattiche del tecnico di Certaldo non è ancora riuscita a cambiare rotta dopo un avvio di stagione altalenante e tormentato.
Moreno, sabato prossimo all’Allianz Stadium i torinesi affronteranno il Cagliari di Fabio Pisacane. Come arriva la Juventus a questa delicata sfida di campionato?
“La Juve è reduce da un percorso piuttosto accidentato, anche alla luce del recente cambio di allenatore. Qualche settimana fa è arrivato Spalletti, che però non sembra ancora riuscire a invertire la tendenza. La mia idea è che manchi soprattutto un po’ di personalità: la qualità c’è, ma i giocatori non riescono ad esprimerla e a portarla in campo. Le partite che sarebbero tassativamente da vincere vengono pareggiate, e questo storicamente non è da Juve. Secondo me il problema è prettamente caratteriale: si possono adottare tutte le tattiche e le strategie del mondo, ma la cosa più importante è che, in determinate circostanze, bisogna sapersi prendere la responsabilità della giocata.”
Prima del match contro i sardi la Juve volerà in Norvegia per incrociare le lame col Bodo Glimt in Champions League. L’impegno internazionale potrebbe togliere qualche energia alla Vecchia Signora in vista dello scontro di sabato…
“Il match di Champions League sarà fondamentale dal punto di vista psicologico, nel senso che domani la Juve dovrà assolutamente vincere a Bodo per sperare di portare avanti la campagna europea. Poi si penserà al Cagliari: anche in questo caso, se Vlahovic e compagni non vogliono perdere troppo terreno dalle battistrada del campionato i tre punti contro i sardi saranno assolutamente obbligatori.”
Esaminando l’undici allenato prima da Igor Tudor e poi da Luciano Spalletti, a suo avviso qual è il reparto in cui i bianconeri sono più temibili e quale quello in cui, viceversa, sono più deficitari?
“In questa squadra non c’è il reparto top o il reparto flop. La Juve, come dicevo prima, ha assoluta necessità di ritrovare la sua storica e tradizionale personalità. Quella personalità che ti porta a scendere in campo pensando ‘noi siamo la Juve: andiamo a vinciamo!’. Ci sono dei buonissimi giocatori nel roster bianconero, ma tutti devono fare un ulteriore step. A volte giocano bene, mostrano di avere dei numeri di alto livello, ma in fin dei conti quasi mai ‘ammazzano’ la partita. Insomma, non mi concentrerei sui singoli reparti: è una questione di collettivo, un problema di mentalità generale. Anche perché cambiano gli allenatori ma poi, puntualmente, restano le criticità. E tocca ripartire da zero.”