Riccardo Dessì: "Non c'è armonia in questo Cagliari. Dall'esterno la sensazione è che nello spogliatoio sia successo qualcosa. Ma non esonererei Pisacane: i panni sporchi vanno lavati in famiglia. E prenderei un sostituto di Belotti"
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TUTTOmercatoWEB.comL’ex difensore del Cagliari Riccardo Dessì, interpellato da Tuttocagliari.net, lancia l’allarme in casa rossoblù in seguito alla pesante sconfitta subita ieri dai sardi per mano del Sassuolo, aggravata da una prestazione a dir poco sconcertante da parte di Prati e compagni.
Riccardo, il Cagliari sbrindellato e arrembante delle prime giornate è solo uno sbiadito ricordo. Cosa sta succedendo alla compagine isolana?
“Questi continui cambi di formazione e di modulo, ma anche di disposizione in campo dei singoli giocatori, non stanno facendo bene alla squadra. E poi devo dire che purtroppo, a mio avviso, potrebbero esserci dei problemi all’interno dello spogliatoio. Si tratta di qualcosa che noi non possiamo sapere con certezza o con precisione. Anche la questione-Luperto suscita parecchie perplessità. Soprattutto se fosse vero che il ragazzo, dopo le ultime esclusioni, abbia chiesto la cessione.”
Contro il Sassuolo Pisacane ha riproposto ancora una volta la difesa a cinque, schiacciando la squadra all’indietro e sottraendo un uomo alla fase di costruzione del gioco offensivo.
“Il 3-5-2, o 5-3-2 che dir si voglia, può andare bene contro avversari tecnicamente molto superiori. Non contro formazioni che sono alla nostra portata. E poi iniziamo subito col dire che Zappa non è un centrale difensivo e Palestra non è un esterno, ma un terzino che funziona bene in una difesa a quattro. Insomma, ieri la retroguardia a tre era composta da Zappa, Zé Pedro e Obert: a mio parere non esiste uno schieramento di questo tipo, perché dei tre forse il solo Zé Pedro può ricoprire il ruolo di centrale. Anche Idrissi è un terzino che si adatta a una difesa a quattro. E poi quando rientreranno Mina e Luperto? C’è urgente bisogno di entrambi. Anche se, a questo punto, occorrerà capire con quale spirito Luperto riprenderà il suo posto in campo. A me sembra, francamente, che la situazione sia un po’ sfuggita di mano.
Se Pisacane ha intenzione di continuare a guidare il Cagliari dovrebbe consultarsi coi due giocatori più rappresentativi della squadra, che poi andranno a riferire al resto del gruppo. Almeno ai miei tempi la prassi era questa: i due veterani, Riva e Cera, prendevano le decisioni per tutti noi. Io e gli altri miei compagni contavamo poco o niente. Ora, in questo momento non me la prenderei più di tanto col mister, che si è assunto un’enorme responsabilità accettando di allenare il Cagliari. Mi chiedo però se il viceallenatore, Giacomo Murelli - un uomo che conosce profondamente il calcio - gli dia le dritte giuste per aiutarlo nella gestione tecnica e umana del gruppo. Dall’esterno la sensazione è che non ci sia armonia in questa squadra.”
C’è chi inizia a ventilare - o auspicare - l’ipotesi di un esonero di Pisacane.
“No, l’allenatore non deve essere rimosso: sarebbe una sconfitta non solo per lui, ma per tutto il Cagliari. I soldi vanno spesi per prendere una punta in grado di rimpiazzare Belotti. Pavoletti non ce la fa da solo a risolvere tutti i problemi: non ha più lo stacco di testa e la brillantezza fisica di una volta, anche se col suo lavoro sporco tiene costantemente impegnata la retroguardia avversaria.
Insomma, diamo un’occhiata al calendario: d’ora in avanti si farà estremamente complicato. Qui rischiamo di fare la fine del Monza. Io cercherei prima di tutto di rasserenare l’ambiente: cacciare l’allenatore e prenderne un altro non sarebbe certo la panacea di tutti i mali. Anche perché, diciamocelo chiaramente, chi dovremmo ingaggiare? Chi c’è attualmente sul mercato che sia disposto a - e in grado di - prendere il comando del Cagliari? Bisogna stare calmi e ragionare lucidamente, lavando in famiglia gli eventuali panni sporchi. Lo stesso Pisacane, se avesse il carisma di Ranieri, potrebbe fare come fece lui due stagioni fa, annunciando alla squadra le dimissioni per poi incassare la fiducia di tutto il gruppo. E da lì si potrebbe ripartire.”










