UN MIRTO CON... MARIO BRUGNERA

UN MIRTO CON... MARIO BRUGNERA
sabato 11 novembre 2023, 02:24Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Una vita calcistica - e non solo - trascorsa a Cagliari, oasi diventata poi il suo “buen retiro” e la sua isola felice.

Mario Brugnera ha onorato la maglia rossoblù per un lunghissimo periodo che, partendo da fine anni Sessanta, ha attraversato tutti gli anni Settanta e toccato l’inizio degli Ottanta. Prima trequartista e centrocampista d’attacco, poi - con l’incedere dell’età - libero e regista della difesa.

Quando si pensa alla bandiera cagliaritana per antonomasia, dopo Gigi Riva viene giocoforza in mente lui. Primattore dello scudetto del 1970, Mario ha scelto la Sardegna come sua terra d’adozione ed è rimasto nel capoluogo isolano a godersi il vento caldo, il mare e i profumi della “città del sole”. Segue sempre con trepidazione i trionfi e le cadute del “suo” Cagliari. E la gara con la Juventus, per uno come lui, è ricca di significati e di… amarcord.

Mario, come e dove si deciderà Juve-Cagliari?

“Per me si deciderà su un episodio. Magari su uno di quei rigori che si danno adesso: basta che la palla sbatta casualmente contro il braccio di un difensore e l’arbitro indica subito il dischetto. Ormai la fortuna è diventata un elemento imprescindibile e determinante nell’economia delle partite. Un rimpallo sfortunato, un tocco di mano involontario e si va a vincere in questo modo.

Detto questo, c’è da sottolineare che il Cagliari sta attraversando un ottimo momento. Certo la Juve è la Juve, ma io ricordo che appena una settimana fa l’Udinese, che non aveva ancora vinto in campionato, si è concessa il lusso di espugnare San Siro, sponda rossonera. Oggi come oggi non vince sempre chi è più forte, ma chi ha più fortuna nei novanta minuti. La buona sorte e il singolo episodio incidono almeno al settanta per cento sull’esito di una gara.”

Secondo lei il match dello Juventus Stadium sarà dunque più incerto ed equilibrato di quanto si possa pensare?

“Stiamo parlando sempre della Juve, che è seconda in classifica. Di sicuro la condizione psicologica del Cagliari era molto diversa fino a quattro partite fa. Dopo essersi sbloccata col Frosinone la squadra ha ritrovato fiducia e ha iniziato ad esprimersi con maggiore disinvoltura e leggerezza. Adesso rischia qualcosa di più, finalmente attacca con convinzione e pericolosità. Insomma, l’umore del gruppo è migliorato: col morale sotto i tacchi, del resto, non si può giocare a calcio. Poi – facciamo le corna – se con i bianconeri dovesse arrivare una sconfitta ci potrebbe pure stare. Tuttavia, così come il Sassuolo ha rifilato ben quattro gol alla Vecchia Signora, magari sabato toccherà a noi sorprendere i campioni di Allegri.”

Lei se la giocherebbe col centravanti boa accompagnato da una seconda punta più mobile o con due contropiedisti veloci in grado di attaccare la profondità e di andare via negli spazi?

“Non so se Lapadula verrà impiegato dal primo minuto. Io scommetterei sulla coppia Luvumbo-Petagna, con l’angolano ad aprire il contropiede - grazie ai suoi strappi fulminanti - per il centravanti triestino. Insomma, un velocista puro affiancato da un attaccante centrale capace di tenere palla e di attirare su di sé i marcatori avversari. E dietro mi schiererei con quattro difensori e quattro centrocampisti.

Confido nell’inerzia positiva delle ultime prestazioni dei rossoblù: quando il morale è alle stelle nessun risultato è precluso. Allo stesso tempo, però, vorrei dire ai ragazzi di non abbattersi se le cose a Torino dovessero andare male. Perdere con la Juventus non è un crimine. L’importante è che poi alla ripresa del campionato, dopo la sosta, si ricominci a fare punti contro gli avversari di pari livello. All’Unipol Domus arriverà il Monza: quelle sono le gare che è fondamentale vincere. Lo stesso discorso varrà quando si affronteranno l’Empoli, il Verona, la Salernitana e via dicendo.”

Mario, l’ambiente cagliaritano ha però bisogno di un’impresa – o almeno di un punticino di prestigio – contro una big della serie A. Una soddisfazione che i tifosi reclamano e che manca davvero da troppo tempo.  

“Verrà certamente anche per noi il momento di fare uno sgambetto a una squadra blasonata. A turno ci riescono più o meno tutte le piccole. E chissà che non accada proprio allo Stadium contro i bianconeri… Ma già un pareggino, per l’appunto, sarebbe una manna dal cielo. Aiuterebbe a tenere alto il morale e porrebbe i presupposti per delle prestazioni convincenti - magari accompagnate dai tre punti - contro avversari più abbordabili. Perché con le squadre ‘normali’ l’obiettivo deve essere proprio questo: vincere in casa e pareggiare in trasferta.”

Come vede il Cagliari da qui alla fine del campionato? In proiezione qual è la vera dimensione dell’undici di Ranieri?

“Io dico che le nostre pari grado, chiamiamole così, sono partite fortissimo, a tutta birra. Hanno macinato punti già fin dalle primissime giornate. Invece noi faremo come un diesel: abbiamo iniziato a fari spenti e a bassa velocità. Ma finiremo la stagione in continua crescita, migliorando partita dopo partita. Ho l’impressione che la preparazione atletica sia stata impostata proprio in questo modo. L’obiettivo, a fronte di una partenza lenta, è quello di carburare sempre di più nel corso del campionato. Per poi chiudere a mille all’ora. Esattamente come accadde tantissimi anni fa, nell’annata 1964-’65, quando dopo aver disputato un girone d’andata disastroso il Cagliari si scatenò nel girone di ritorno, facendo registrare una media punti quasi da scudetto. In quel caso chiuse al sesto posto. Non accadrà ovviamente lo stesso quest’anno, ma sono certo che il nostro finale di stagione sarà caratterizzato da un crescendo rossiniano. E la classifica già adesso è eccezionalmente corta: ci sono tantissime squadre raccolte in una forbice di appena cinque-sei punti.”