Cattaneo: "Zola persona unica nel mondo del calcio. Quando incontrò il suo rapitore..."

Cattaneo: "Zola persona unica nel mondo del calcio. Quando incontrò il suo rapitore..."TUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 20:45Ex rossoblù
di Vittorio Arba

Nel corso di Cronache by Night, ​​in onda sui canali di Cronache di Spogliatoio, il giornalista Marco Cattaneo ha parlato di Gianfranco Zola ed in particolare del suo incontro in Sardegna con Fabrizio Maiello, che nel 1994 tentò di sequestrare l'ex fuoriclasse sardo. Di seguito le sue parole, sintetizzate da TuttoCagliari.net: "Ho due cose da dire su Gianfranco Zola.
La prima è calcistica. Ogni tanto, ripensando ad alcuni giocatori di allora e immaginandoli nel calcio di oggi, mi chiedo: ma Zola, in un calcio come quello attuale, cosa sarebbe stato? Avrebbe fatto come Zaccagni? Sarebbe stato uno di quei giocatori che partono con i piedi sulla linea laterale, largo a sinistra, e poi si accentrano? Il classico giocatore "di linea"? Ecco, vorrei costruire un video partendo da questa riflessione. La seconda riflessione è più umana.
Ho realizzato questo podcast e ho riascoltato alcune puntate per capire cosa migliorare, cosa riprendere.
In una di queste, ho ricordato che Gianfranco Zola fu vittima di un tentato sequestro nel 1994.
Il protagonista del podcast, Fabrizio Maiello, era un latitante, ex detenuto in varie carceri e internato anche in una struttura penitenziaria di Reggio Emilia. Insieme ad altri tre complici, aveva organizzato un rapimento. Tutto era pianificato: dopo vari pedinamenti, il sequestro doveva avvenire in un autogrill. Ma il piano saltò per un gesto imprevisto.
Zola era sceso dall’auto per firmare un autografo al benzinaio. Maiello, con la pistola in mano, pronto a entrare in azione, si trovò di fronte Zola che gli chiese:
"Anche tu sei un tifoso? Vuoi un autografo?"
Quel gesto di gentilezza e dolcezza lo spiazzò completamente. Rimise la pistola nella tasca, tirò fuori il primo documento che trovò (un foglio con un timbro falso) e fece firmare l’autografo a Zola. Era tutto preparato nei minimi dettagli: tende montate a Castelnovo ne' Monti, una lettera con le singole lettere ritagliate dai giornali dell’epoca e incollate con la Vinavil, che la moglie Franca avrebbe dovuto consegnare a Callisto Tanzi con la richiesta di un miliardo di lire come riscatto.
Il rapimento doveva avvenire il giorno dopo Parma-Roma 1-0, gol di Zola al 90'.
Nella giornata successiva c’era Milan-Parma.

L’idea dei rapitori era quella di liberare Zola entro 48 ore, così da permettergli di scendere in campo a San Siro, dopo un sequestro rapidissimo ma traumatico, tra fucili a canne mozze, kalashnikov e Zola legato e ammanettato in una tenda. Oggi ho la fortuna di lavorare con Gianfranco a Prime Video, durante la Champions League.
E proprio 30 anni dopo quel tentativo di sequestro, Zola ha accettato di incontrare l’uomo che voleva sequestrarlo. È venuto nella sua casa in Sardegna, vicino Olbia. Abbiamo passato insieme il pomeriggio: Zola faceva le domande, e Maiello rispondeva raccontando tutto.
Del pedinamento, del piano, dei figli di Zola seguiti fino a scuola, sapeva dove abitavano, dove si allenavano, cosa facevano. Sapeva tutto. Parlava dei fucili, dei guanti, della calibro della pistola. E Zola, una persona di un’anima, una gentilezza, una disponibilità fuori dal comune — forse ce ne sono due o tre come lui nel mondo del calcio — ha ascoltato tutto.
Io, una persona così, non l’ho mai conosciuta. Una cosa clamorosa. Io l’ho incontrato solo qualche volta per eventi radiofonici o interviste, ma mai per una giornata intera, figuriamoci per parlare del rapimento… E invece, eccolo lì. L’uomo che voleva rapirlo, che fino a 17 anni aveva cercato un’altra strada, poi si rompe un ginocchio, entra in un giro sbagliato, e il giorno dopo si trova sotto casa di Zola… Quando parlano insieme, scoprono di avere un sacco di punti in comune.
Maiello racconta: "Da bambino mangiavo l’aglio crudo, perché mi dicevano che faceva bene, che aiutava a respirare meglio, a crescere fisicamente." E Zola risponde: "Io invece mangiavo l’uovo crudo! Perché da qualche parte avevo sentito che aiutava…" E vanno avanti così, a raccontarsi. A un certo punto, Zola dice: "Ma sai che io e te, fino ai 17 anni, eravamo identici? Chissà cosa sarebbe successo se, a un certo punto, il tuo piano non fosse svanito nel nulla, se non avessi più saputo cosa fare…" È incredibile. Ma Zola è davvero una persona unica".