A Bari un pareggio che brucia, ma la corsa promozione resta aperta. Progressi, mentalità e grinta il bagaglio riportato dalla Puglia. A Venezia con rabbia

A Bari un pareggio che brucia, ma la corsa promozione resta aperta. Progressi, mentalità e grinta il bagaglio riportato dalla Puglia. A Venezia con rabbia
martedì 21 febbraio 2023, 14:22Il punto
di Giuseppe Amisani
Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

di Giuseppe Amisani

Sarebbe sufficiente ricordare l'esultanza dei giocatori del Bari al momento della concessione del calcio di rigore e quella, ancora più forte, al momento del gol di Antenucci dal dischetto, per capire quale sarebbe stato il peso specifico della vittoria del Cagliari. La squadra di Claudio Ranieri ha imbavagliato il miglior attacco del torneo, messo la museruola al capocannoniere del campionato, Cheddira, spento le fonti del gioco dei galletti. Ma i rossoblù sono mancati proprio sul più bello, commettendo due peccati mortali che hanno condannato gli isolani ad un pareggio che brucia. E che brucerà per chissà quanto tempo.

Raccogliendo tutte le energie mentali a disposizione e affidandosi ai soliti noti, vista la lunga lista degli indisponibili, il tecnico degli isolani era riuscito a tessera la sua tela per imbrigliare il Bari. E tutto sembrava andare secondo i piani perché il Cagliari ha scritto una trama perfetta per il suo film: vantaggio firmato dopo appena un minuto e mezzo di gioco e gestione senza grandi pericoli dalle parti di Radunovic fino al novantesimo. Tutto sembrava andare liscio fino alla doppia, colossale, ingenuità commessa da Lapadula prima e Makoumbou dopo. L'italo-peruviano, scaltro nel trovare la decima rete in campionato nelle prime battute di gara, si è prima fatto ammonire per aver affrontato un avversario reo, secondo l'attaccante, di aver simulato un intervento in area di rigore per poi completare l'opera allargando troppo il braccio dopo un quarto d'ora della ripresa. Giusto il secondo giallo, discutibile il primo. Sta di fatto che il Cagliari è stato costretto a giocarsi l'ultima mezz'ora abbondante di gara con l'uomo in meno (e senza adeguate alternative in panchina). Tra l'altro, il rosso lascerà parecchi strascichi anche nell'immediato futuro perché con il numero 9 fuori per squalifica e con Lapadula e Falco ancora ai box, le alternative nel reparto offensivo saranno davvero esigue. Ma la frittata ancora una volta è stata servita dall'ingenuo Makoumbou che, esattamente come aveva fatto a Modena, si è fatto sorprendere su una palla vagante in area e, invece di tentare di prendere posizione o di rilanciare di testa, ha cercato un maldestro calcio al volo. Risultato: colpito in pieno un avversario e conseguente fischio del direttore di gara che non ha avuto dubbi nell'indicare il dischetto. 

Cosa salvare dalla trasferta di Bari? Quasi tutto. Perché il Cagliari, malconcio e con gli uomini contati, quando ha capito che sarebbe stato difficile riuscire ad avere il sopravvento sul piano del gioco, ha lasciato l'iniziativa agli avversari. Per cercare di punzecchiarli in contropiede con le ripartenze di Luvumbo schierato larghissimo a destra (in linea con la mediana). Condotta a tavolino perfetta quella studiata da Ranieri e la conferma è arrivata sul campo: a fronte di un possesso palla superiore (ma sterile) il Bari non ha praticamente mai impensierito Radunovic. Ma quando il portiere serbo pensava di festeggiare un altro clean-sheet, ha vissuto un brusco risveglio con il rigore del pareggio. Nonostante il risultato, però, la squadra isolana ha mostrato carattere, coraggio e volontà. Elementi chiave per stare in scia delle battistrada. Certo, con due punti in più la classifica sarebbe stata ancora più piacevole da guardare. Ma per ora Ranieri deve fare di necessità, virtù. Provando ad ottenere il massimo per il materiale tecnico che ha a disposizione. E sfruttare al meglio i rientranti, primo tra tutti Mancosu che è stato tra i migliori in campo. Da lui, così come da Rog, in attesa dei rientri di Nandez, Pavoletti e Falco, passa la corsa verso la serie A. Che ora, sabato pomeriggio, farà tappa in quella Venezia che è ancora una ferita aperta. A maggio dell'anno scorso, un gol in Laguna avrebbe significato salvezza. E ora, per chiudere il cerchio, il Cagliari dovrà cercare nello stesso stadio di trovare quel successo che dia inizio alla volata promozione. E che infranga un tabù trasferta che dura dallo scorso 10 settembre (successo in casa del Benevento, primo e unico in trasferta) per poi affrontare la corsa che conduce alla massima serie con uno spirito diverso e con un ritrovato entusiasmo. Perché, al di là del risultato, il Cagliari a Bari ha risposto presente, dimostrando di potersela giocare contro tutte le dirette concorrenti al salto di categoria.