Diego Godin e un addio tra pochi rimpianti e tanti veleni. Per il Cagliari, galvanizzato dai due successi consecutivi, inizia un nuovo capitolo

Diego Godin e un addio tra pochi rimpianti e tanti veleni. Per il Cagliari, galvanizzato dai due successi consecutivi, inizia un nuovo capitoloTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
sabato 15 gennaio 2022, 07:40Il punto
di Giuseppe Amisani
Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

Era arrivato un anno e mezzo fa osannato dal pubblico dell'allora Sardegna Arena e accompagnato da grandi squilli di tromba anche grazie al suocero che a queste latitudini ha lasciato un grandissimo ricordo. È partito sbattendo la porta e facendo volare gli stracci che non sono certo stati lavati tra le mura amiche.

Non è bastato il biglietto da visita di Pepe Herrera a Diego Godin che ha faticato più del previsto a fare breccia nel cuore dei tifosi del Cagliari ma soprattutto in quello del presidente Tommaso Giulini che, dopo averlo fortemente voluto per rafforzare la sua squadra, si è trovato a fare i conti con un rendimento molto al di sotto delle aspettative. E a lungo andare questo non ha giustificato lo stipendio, questo si da Faraone, che il difensore sudamericano ha percepito nella sua avventura isolana, malgrado una qualità del gioco a volte imbarazzante (vedi la gara contro il Napoli dello scorso campionato).

Si può puntare l'indice sul patron rossoblù che, forse, ha fatto una scelta azzardata avvallando uno stipendio così alto per un giocatore già avanti con gli anni, ma probabilmente il numero uno cagliaritano è stato tradito dalla voglia di regalare alla sua squadra un pezzo da novanta che potesse far fare al gruppo il salto di qualità. Obiettivo fallito e, al netto dei processi o delle colpe, che sicuramente ci sono, a dare il verdetto definitivo, come sempre, è stato il rettangolo di gioco che è stato impietoso con Godin. Nessuna giocata memorabile, tanti duelli persi, qualche fallo ingenuo di troppo e in generale la sensazione di non riuscire, non solo per colpe sue ma per un andamento generale di una squadra in difficoltà, a dare quello che avrebbe voluto.

La separazione è stata violenta, inaspettata, ma probabilmente inevitabile e se pure può essere criticabile il modo con cui lo Sceriffo è stato messo alla porta (insieme a Caceres) la sostanza è che questa rescissione potrà essere una mossa positiva non solo in termini economici ma anche in chiave spogliatoio. Galeotta è stata la bagarre nel dopo Atalanta ma evidentemente la situazione era già parecchio delicata già in estate quando il Cagliari aveva cercato in tutti i modi di stracciare quel contratto biennale, con opzione per il terzo, siglato con Godin. Messo alla porta definitivamente, il giocatore si è sfogato puntando l'indice contro i dirigenti rossoblù e ringraziando i tifosi per l'affetto prima di un commiato che, in campo, rimpiangeranno in pochi.

A creare subito entusiasmo, già prima dell'annuncio della risoluzione (con il giocatore che si è immediatamente consolato in Brasile) è stato l'arrivo del giovane Matteo Lovato che, unito alla crescita di Altare e alla conferma di Carboni, ha portato ad una linea difensiva giovane ma molto agguerrita. Due soli gol, uno dei quali da calcio piazzato, in due partite fanno già notizia in una squadra che viaggiava alla media di due reti al passivo a gara. Entusiasmo, freschezza atletica e voglia di emergere sono stati gli ingredienti sui quali il club isolano ha deciso di virare e da poco più di un giorno è arrivato anche Edoardo Goldaniga a completare il quadro di un reparto che vuole ricominciare a sorridere dopo le tante difficoltà.

Gli innesti, che ancora non sono finiti, e il ritrovato entusiasmo dopo i sei punti conquistati in avvio del nuovo anno, hanno riportato fiducia in un ambiente che ora vuole solo provare, serenamente, a guadagnarsi la salvezza. Godin è partito, Caceres lavora da separato in casa in attesa di una sistemazione così come Oliva, ancora in permesso in Uruguay, e Nandez, liberatosi del Covid, sta provando a tornare in pista. Opposto a questa faccia di un gruppo uruguaiano un po' in disarmo, è spuntata prepotentemente quella sorridente di Gaston Pereiro.

Da sempre più croce che delizia, il numero 20 rossoblù ha tirato fuori dal cilindro, così come aveva fatto nello scorso campionato contro il Parma, un assist e un gol per regalare al suo Cagliari tre punti importantissimi. Un modo per dire che, nonostante gli alti e bassi, lui nel momento del bisogno c'è e resta un giocatore che, quando in vena, può fare la differenza.