Mazzarri ha rotto l'incantesimo con inatteso coraggio e alcune varianti tattiche. Adesso si aprono scenari intriganti...

Mazzarri ha rotto l'incantesimo con inatteso coraggio e alcune varianti tattiche. Adesso si aprono scenari intriganti...
giovedì 21 ottobre 2021, 01:00Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

Due settimane di lavoro sul campo, pur con rosa dimezzata, posson bastare: hanno prodotto quando si augurava il mister. Mazzarri ha finalmente rotto l’incantesimo. Con un coraggio per certi versi inaspettato. Ha buttato nella mischia senza indugi gli uruguaiani reduci da un “transoceanico”, ricevendo riscontri adeguati. Il Cagliari è diventato improvvisamente agonista e concreto. Monetizzando l’indispensabile, con Joao Pedro profeta senza macchia a caricarsi sul groppone le responsabilità realizzative (secondo posto dopo Gigi Riva per i gol segnati in serie A). Risveglio tardivo di una squadra costruita per non navigare in bassifondi così pieni di sabbie mobili.

Il rovescio della medaglia impone però di non fermarsi e crogiolarsi al sole della prima vittoria stagionale: c’è ancora tanto da fare. Ma la gara con la Sampdoria ha insegnato che ci sono quelle prerogative tecniche per poter tornare a livelli più consoni. Alcune varianti tattiche si sono mostrate vincenti, come quella di aver rivisto il “rombo” dopo l’infortunio di Dalbert ed il ricorso a Deiola. Marin ha agito in pratica da trequartista, un’esperienza positiva considerando che il rumeno non aveva particolare dimestichezza col ruolo. Finalmente la difesa ha retto l’impatto ed il centrocampo ha filtrato convenientemente. Magari con qualche lacuna ancora da estirpare, come la mancanza di equilibrio in fase di non possesso. Alcune ombre sono rimaste sinistre, la lentezza nella manovra in primis, ma la mentalità è visibilmente cambiata.

Bisogna costruire un castello, il tempo non è tiranno, ci sono ancora tantissime partite e le fondamenta sono state già gettate. L’impronta di Mazzarri è solo accennata, con il passare del tempo è chiaro che la fase di apprendimento migliorerà esponenzialmente. Il tecnico ha dalla sua un “curriculum vitae” di buon livello. Ha affrontato esperienze in piazze esigenti, Milano (sponda Inter) e Napoli su tutte, ed i riscontri hanno avuto risultanze di tutto rispetto. Come per tutti gli allenatori i cicli si chiudono, ma stavolta Mazzarri vorrebbe lasciare a Cagliari un segno tangibile del suo passaggio. E con lui sulla medesima lunghezza d’onda la società, che ha creduto nel progetto che coinvolge il mister livornese.

Adesso si aprono altri scenari, per certi versi intriganti. La formazione rossoblù ha un buon potenziale suffragato dalla valenza internazionale di alcuni elementi che vengono regolarmente convocati dalle varie selezioni di riferimento. Considerate queste opportunità è auspicabile un rialzo del livello medio nelle prestazioni. La continuità di esse prevede anche un riscontro positivo a livello di risultati per risalire la china. Al momento il Cagliari ha quattro punti in meno rispetto la passata stagione, con un organico in verità di livello superiore. Adesso si tratta solo ed esclusivamente di proiettare sul campo quella che è la reale forza del complesso. Senza farsi trascinare da facili isterismi quando le cose non si incanalano nel verso giusto.

All’orizzonte una settimana “piena”. Dopo il confronto di domenica prossima a Firenze vi sarà il turno infrasettimanale con la Roma di José Mourinho e quindi la trasferta a Bologna. Impegni compressi da valutare con attenzione. E proprio Mazzarri dovrà dosare le energie, facendosi carico di non stressare i più affaticati.