Pari amaro in pieno recupero per un Cagliari in crescita. A preoccupare alcune lacune difensive e le reti arrivate solo su azione da fermo

Pari amaro in pieno recupero per un Cagliari in crescita.  A preoccupare alcune lacune difensive e le reti arrivate solo su azione da fermoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
domenica 6 novembre 2022, 08:45Il punto
di Giuseppe Amisani
Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

Qualche progresso c’è stato. Non può sfuggire la ricerca di qualche buona trama di gioco, il tentativo di riempire l’area di rigore avversaria e la occasioni costruite. Ma ancora una volta la grande pecca del Cagliari di questa stagione è la mentalità. Poco cattivi, troppo leggeri nella ricerca del colpo da ko dopo essere stati più che bravi a ribaltare la gara. Il gol subito nel primo tempo, infatti, avrebbe potuto creare ulteriore scompiglio in una squadra tutt’altro che rilassata. Contro un Sudtirol ben messo in campo da Pierpaolo Bisoli e in vantaggio in apertura, poteva andare molto peggio di un 2-2 che, dopo la falsa partenza, sembrava un risultato complicato. Ma Lapadula e Viola sono riusciti a rimettere le cose nel verso giusto acciuffando prima il pari e poi andando in vantaggio. In entrambe le reti sono stati loro due a metterci lo zampino: Viola ha calciato magistralmente la punizione che ha permesso a Lapadula di trovare il pareggio. E per il sorpasso le parti si sono invertite, con l’attaccante italo-peruviano che si è procurato un calcio di rigore per fallo di Masiello ma ha preferito lasciarlo battere al numero 10 rossoblù. Uno scambio di cortesie che aveva illuso gli oltre seicento tifosi isolani giunti, non solo dalla Sardegna, a Bolzano per tifare Cagliari. Ma a rovinare la festa ci ha pensato Odogwu che in pieno recupero ha sfruttato una indecisione collettiva della difesa cagliaritana per firmare il 2-2 definitivo.

La fragilità della retroguardia quando viene messa sotto pressione è ormai un dato di fatto e su questo dovrà lavorare parecchio Liverani non solo per dare solidità al reparto ma per fare in modo che i centrocampisti lavorino al meglio per tenere la palla lontana dall’area di rigore. Altro difetto da correggere, come già detto, l’aspetto psicologico. Una squadra con le potenzialità del Cagliari deve, soprattutto se in vantaggio, andare a chiudere le partite e non pensare a coprirsi. L’ingresso di Dossena ha fatto scattare qualche allarme sulla scelta del tecnico rossoblù che, considerato il momento difficile dei suoi, forse ha preferito blindare la porta. Mossa che non ha avuto gli effetti desiderati, anche per un pizzico di sfortuna. Ma la colpa maggiore resta nel fatto di non aver cercato con maggiore intensità la terza rete. Anche perché la mira va sicuramente aggiustata. Il bicchiere, dopo al prestazione di Bolzano, resta mezzo pieno, ma con la politica dei piccoli passi non si va molto lontano anche perché la battistrada Frosinone dista già ben undici punti. Più a portata di mano la zona play-off, tre lunghezze più in alto dei rossoblù. E per questo niente è ancora perduto ma dopo il nuovo piccolo passo avanti, ora è arrivato il momento di innestare la quarta prima che sia troppo tardi. Servono più gol, più attenzione dietro e più qualità nelle giocate. Anche perché, pur preziose, le reti di ieri sono arrivate entrambe su calcio da fermo. Gli sviluppi della punizione di Viola hanno permesso a Lapadula di realizzare il suo terzo centro in campionato mentre il regista cagliaritano ha segnato dal dischetto. Ora servono anche i gol su azione e quella contro il Pisa, sabato pomeriggio alla Unipol Domus, diventa l’ennesima gara del riscatto da non fallire. Per evitare che la testa della classifica, e di conseguenza la serie A, diventino sempre più lontane.